ROMA – “Digital heritage. Cultural communication trough digital technologies”: questo il titolo del Master universitario di primo livello, diretto dal prof. Umberto Longo, all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia de La Sapienza di Roma, e realizzato grazie all’accordo sottoscritto dall’Unione Stampa Periodica Italiana con il Dipartimento di Storia, Culture e Religioni dell’Ateneo capitolino.
Un Master, quello organizzato dall’Unione stampa periodica, guidata da Francesco Saverio Vetere, dedicato alla comunicazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale attraverso gli strumenti digitali: il Master ha la peculiarità di formare dei project digital manager della cultura nei settori dell’editoria, archeologia, storia dell’arte, archivistica, biblioteconomia, museologia, media ed eventi.
In base all’accordo sottoscritto con il Dipartimento di Storia, Culture e Religioni della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza”, anche quest’anno l’Uspi ha organizzato un proprio modulo – che si è tenuto lo scorso 5 ottobre – all’interno del Master “Digital heritage. Cultural communication trough digital technologies”.
Al modulo Uspi, in qualità di relatori, hanno partecipato – oltre al Segretario generale Uspi, Francesco Saverio Vetere, e al vice Segretario generale, Sara Cipriani – Carlo Parisi, Segretario generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana; Alessandra de Marco, Direttore dell’Ufficio per l’informazione e la comunicazione istituzionale e per la tutela del diritto d’autore, Dipartimento per l’informazione e l’editoria Presidenza del Consiglio dei Ministri; e Domenico Susca, di ComScore Italia.
Alessandra de Marco: “La Direttiva UE. Il diritto d’autore nel mercato unico digitale”
Il Direttore dell’Ufficio per la tutela del diritto d’autore del DIE ha svolto un succinto excursus sulla genesi del diritto d’autore e sull’evoluzione della tutela dei diritti dei creatori di opere dell’ingegno in un contesto completamente cambiato dall’avvento del digitale.
«Le prime norme sul diritto d’autore si trovano già nel diritto romano – ha ricordato Alessandra de Marco – ma il loro sviluppo avvenne nel XV secolo con l’invenzione della stampa. Le prime leggi compiute furono emanate, in Inghilterra, nel 1700. Nel tempo, il progresso della normativa ha preso due direzioni: quella dell’Europa occidentale, basata sui diritti morali e patrimoniali dell’autore, e quella dei Paesi anglosassoni, fondata principalmente sui diritti economici e sul deposito dell’opera (il copyright)».
«Il 12 settembre 2018, – ha sottolineato la De Marco – il Parlamento Europeo ha adottato la Direttiva UE sul “Diritto d’autore nel mercato unico digitale”, che include norme specifiche per proteggere le piccole imprese e la libertà di espressione».
«Il problema della tutela dell’autore dell’opera – ha sottolineato il Direttore – si è rafforzato con lo sviluppo di internet che ha consentito un accesso più facile alle opere dell’ingegno, ma ha reso più difficile la loro remunerazione. Ciò ha comportato sempre meno introiti ai vari settori creativi (esempio: il settore musicale), con grandi guadagni dei Social network.
La nuova direttiva mira a garantire una quota equa dello sfruttamento economico agli autori professionali, mentre ha ricevuto forti critiche da una parte dell’opinione pubblica e della politica che denuncia un rischio per la libertà di espressione e di neutralità della Rete».
Carlo Parisi: “La trasformazione del giornalismo sui nuovi media”
Il segretario generale aggiunto della Fnsi ha richiamato l’attenzione non solo sulla trasformazione della professione giornalistica con l’evolversi del nuovi media, ma anche sugli strumenti da mettere in campo per la sostenibilità del settore digitale e la tutela della professione, come il nuovo Contratto di lavoro giornalistico Uspi-Fnsi.
«In pochi anni – ha affermato Carlo Parisi – siamo passati da un’informazione unidirezionale ad un’informazione polifunzionale, spesso gestita dai grandi potentati della Rete (in particolare, Facebook e Google)».
«Al contempo – si è rammaricato il segretario generale aggiunto della Fnsi – si è verificato un crollo del “consumo” dei contenuti professionali di qualità. La lettura dei giornali cartacei è crollata da 6 ad 1,9 milioni e questa differenza in negativo non è stata in alcun modo compensata da maggiori accessi ai quotidiani online».
«Venti anni fa, negli Usa, – ha rammentato Parisi – si sono resi conto del fallimento dei giornali generalisti nazionali e regionali, mentre a tenere era l’informazione locale con un territorio di riferimento. Questo si è verificato anche in Italia. L’unica strada praticabile è, dunque, quella dell’informazione di qualità, che va sostenuta garantendo l’indipendenza economica dei giornalisti. Con il portafogli vuoto, è difficile che un giornalista possa dirsi davvero libero e svolgere al meglio la sua professione, che è anche un dovere sociale».
«In quest’ottica abbiamo siglato – ha concluso Parisi – il nuovo Contratto di lavoro giornalistico Uspi-Fnsi che, rivolto al mondo dei giornali online (con la previsione di figure giornalistiche nuove, specifiche del settore digitale), contempera l’esigenza di sostenibilità dei costi per gli editori con la tutela e la dignità, lavorativa e personale, dei giornalisti».
Sara Cipriani: “L’editoria online nell’informazione locale”
Il vice segretario generale Uspi ha illustrato agli studenti la natura e le peculiarità dei giornali nativi digitali, in massima parte locali o di nicchia (“verticali”).
«Ci sono affinità e differenze – ha spiegato Sara Cipriani – tra un giornale cartaceo ed uno online. Ambedue hanno un editore riconosciuto, l’iscrizione al Registro stampa del tribunale, un direttore responsabile (garanzia contro le fake news), una struttura redazionale e l’apporto di giornalisti contrattualizzati, la qualità dei contenuti, la verifica dei fatti e il rispetto delle norme deontologiche. Cambia, quindi, il mezzo, non la qualità dei contenuti».
«Le specificità delle testate digitali – ha aggiunto il vice segretario generale Uspi – consistono, invece, nel continuo divenire della pubblicazione (non c’è un momento nel quale si va in tipografia); le notizie sono sempre in aggiornamento (possono essere implementate, e ciò va segnalato ai lettori); nessun limite di spazio e di tempo (come, al contrario, hanno la carta e la radioTV); sono multimedia (possono contenere testi, video, audio, commenti).Particolare dei giornali online è la permanenza nelle ricerche (le notizie restano su internet) – e questo può anche provocare problemi con il diritto all’oblio – e la possibilità di fruizione su supporti diversi (pc, tablet, smartphone), cosa che modifica pure le abitudini ed i momenti di lettura».
«Importante – ha precisato Cipriani – è l’elemento umano. La redazione è di tipo “orizzontale” (non “verticale” come i cartacei) e il giornalista è anche fotografo, cineoperatore, titolista… La comunicazione, infine, è di doppia via: il giornale telematico contiene commenti, UGC (contenuti generati dagli utenti) e condivisioni. I motori di ricerca e i social network sono l’edicola dei giornali online».
Domenico Susca: “Analisi e misurazione del traffico dei giornali”. L’accordo Uspi– Comscore
Con una serie di slide, il rappresentante di ComScore Italia ha illustrato l’attività svolta dalla sua società.
ComScore (Azienda americana di misurazione e analisi dei media), è leader mondiale nella fornitura di misurazioni cross-platform per le audience digitali.
Busca ha descritto l’Accordo di collaborazione, sottoscritto con l’Uspi il 14 giugno scorso, per la rilevazione dei dati sulla misurazione digitale unificata del traffico riferito ai giornali online iscritti all’Uspi.
«Il progetto comune – ha sottolineato Domenico Susca – è stato quello di creare un network di associati Uspi, realizzando una “Custom entity USPI ” e includendo gli stessi associati nel network. In Italia, si stimano circa 40 milioni di utenti, 27 da desktop e 13 da mobile».
«Da una prima e parziale analisi su dati sperimentali, – ha precisato il rappresentante di ComScore – il network Uspi supera la soglia dei 25 milioni di visitatori unici mensili (il 63% della platea totale): 5 milioni da desktop e 20 da mobile (rispettivamente 20% e 80%) in controtendenza al dato generale. Secondo l’analisi demografica: l’età più interessata è tra i 45/54 anni; maggioranza di donne e in prevalenza nel Nord Italia. I dati definitivi, ha terminato Susca, potranno essere presentati ai Centri media per valutare la possibilità di investimenti pubblicitari».
Francesco Saverio Vetere: “I fondamenti del settore editoriale. Tutela del patrimonio culturale, sociale e storico dei giornali”
A trarre le conclusioni della giornata di studio è stato il Segretario generale dell’Uspi.
«Nel 2000 – ha ricordato Francesco Saverio Vetere – con lo sviluppo del web, in Italia c’era una massa di informazioni senza alcun criterio selettivo. Nel 2001 è intervenuta la prima legge (la L. 62/2001) che ha incluso, tra i prodotti editoriali, anche quelli “su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico”. La legge, però, conteneva un errore: richiamava la “regolare periodicità”, caratteristica tipica del giornale cartaceo, ma non di quello online».
«È stata la giurisprudenza – ha precisato il segretario generale Uspi – che, nel corso di varie sentenze, ha qualificato il giornale online: iscrizione al tribunale, direttore responsabile e redazione. Storica, a tal fine, la Sentenza della Cassazione n. 31022 del 2015 che, nel caso di specie, si è espressa sul sequestro preventivo mediante oscuramento della pagina telematica di un quotidiano on line recante un articolo ritenuto diffamatorio nei confronti di un magistrato. La Cassazione ha sentenziato che “il giornale on line, al pari di quello cartaceo, non può essere oggetto di sequestro preventivo, eccettuati i casi tassativamente previsti dalla legge, tra i quali non è compreso il reato di diffamazione a mezzo stampa”. Pertanto – ha sostenuto Vetere – la forma del giornale online si fa preferire a qualsiasi altra forma di espressione sul web (sito, blog, ecc.) per la tutela della libertà d’informazione».
«Riscontriamo, quindi, – ha concluso il Segretari generale Uspi – un’introduzione graduale di regole, anche nella contrattualistica, fino alla definizione di “quotidiano online” della legge 198/2016».
Riguardo alla privacy e al nuovo Regolamento europeo, il Segretario generale, ha, infine, richiamato l’attenzione degli studenti sull’articolo 17 (Diritto alla cancellazione – diritto all’oblio) del GDPR: «Il fatto che una notizia pubblicata permanga nella memoria collettiva è una casualità nel settore cartaceo, mentre è la normalità sul web. L’articolo di legge citato si applica ai motori di ricerca e non ai giornali online, appunto perché allo stesso tempo è tutelata la libertà d’informazione».
Vedere ha, poi, chiuso il suo intervento con un’esortazione agli studenti: «Dobbiamo andare verso i nuovo mezzi di comunicazione con la nostra storia e la nostra cultura. Nel rispetto dei principi e delle regole». (giornalistitalia.it)