COMO – «Il direttore Minonzio ha inviato ai responsabili dei settori un “ordine di servizio non derogabile” che il Cdr, fin dalla premessa, dichiara essere del tutto irricevibile per i motivi che andremo a illustrare».
È quanto denuncia il Comitato di redazione de La Provincia di Como, che prosegue: «Prima i fatti. Nell’ordine di servizio il direttore scrive che “considerate le difficoltà strutturali causate dal nuovo organico” (sic!) il piano ferie estivo dovrà prevedere l’assenza per ferie di UN SOLO redattore di ogni settore per volta. Quando un redattore è assente, secondo il direttore Minonzio, nessun altro può prendere ferie contemporaneamente».
«Lo stesso direttore, – incalza il Cdr – che dal canto suo non si è mai fatto mancare un giorno d’assenza durante tutte le feste comandate, ha anche precisato nel suo “ordine di servizio non derogabile” come sia “vietato l’accumulo di ferie a luglio ed agosto così come a Pasqua e Natale”. Infine ha sottolineato come “le esigenze personali e familiari sono secondarie e del tutto irrilevanti”».
«Come premesso, – continuano i giornalisti della Provincia di Como – il presente ordine di servizio è “irricevibile”. E il Cdr chiede sin d’ora un incontro URGENTE con l’azienda, al fine di chiedere il formale ritiro dell’ordine di servizio e chiarire una volta per tutte le regole di convivenza elementari con i dipendenti di questo giornale, già pesantemente spremuti dalle scelte della direzione e dell’azienda stessa».
«Le motivazioni per cui non intendiamo in alcun modo accettare un simile ordine di servizio – rimarca il Cdr – dovrebbero essere del tutto evidenti, ma a fronte di una simile imposizione, ci corre l’obbligo ribadirle:
– Non è affatto vero che “le difficoltà strutturali” siano causate dal nuovo organico. Le difficoltà strutturali di cui fa cenno il direttore hanno dei responsabili e questi sono il direttore Diego Minonzio stesso, i consigli di amministrazione di Sesaab e La Provincia spa e i vertici aziendali. Sono loro ad aver “venduto” l’attuale organizzazione redazionale come l’unico modo per affrontare da un lato la crisi, da un lato i problemi di organico. Ora i nodi vengono al pettine e, come sempre, ancora una volta si chiede che sia la redazione a sacrificarsi. Questo è un atteggiamento insultante, irrispettoso, scorretto e – lo ripetiamo – del tutto “irricevibile”.
– Giova ricordare, tra l’altro, che la redazione chiamata a pagare le conseguenze di scelte non sue, ha bocciato a maggioranza assoluta il piano editoriale e di riorganizzazione del lavoro del direttore.
– Molti settori, già in affanno anche in passato, sono sempre riusciti a garantire ai colleghi di usufruire contemporaneamente di periodi di ferie nei mesi “caldi” di luglio e di agosto e questo lo si è potuto fare grazie al consolidato e ampiamente dimostrato senso di responsabilità dei redattori di questo giornale. Non si comprende dunque il senso di un siffatto “ordine di servizio”.
– Nella sua mail, il direttore scrive testualmente: “le esigenze personali e familiari sono secondarie e del tutto irrilevanti rispetto alle priorità aziendali”. Duole dover constatare come il direttore non conosca non solo le più elementari regole di convivenza civile all’interno di un posto di lavoro – peraltro già fortemente “stressato” anche (se non soprattutto) per causa sua – ma soprattutto il codice civile (si suggerisce il ripasso dell’articolo 2109, dal quale si evince che nella scelta del periodo di ferie bisogna tener conto “degli interessi del prestatore di lavoro”)».
Il Cdr, dunque, «prende atto della volontà del direttore di innalzare una volta di più il livello dello scontro nei confronti di una redazione esausta, martirizzata da tagli, sacrifici e sistematiche forme di vessazioni che si aggiungono alla frustrazione di aver visto il proprio giornale perdere negli ultimi nove anni il 39% della sua diffusione.
Alla luce di tutto ciò, ribadiamo la richiesta di un confronto urgente con l’azienda e inoltriamo la presente all’Associazione Lombarda Giornalisti per chieder fin d’ora assistenza qualora ci fosse bisogno di impugnare formalmente l’ordine di servizio».
Il testo dell’ordine di servizio del direttore
“Cari colleghi, considerate le difficoltà strutturali causate dal nuovo organico, è necessaria una rigida organizzazione dei piani ferie, sopratutto di quelli estivi.
Visto che l’unica priorità è la sostenibilità del lavoro redazionale, ogni settore dovrà distribuire i giorni di ferie in maniera assolutamente omogenea lungo l’anno e in particolar modo nel periodo maggio-ottobre.
I settori sono composti da 6 redattori (6.5 Lecco e Sondrio): la logica e il buonsenso dicono che quando 1 di questi è in ferie, gli altri 5 devono essere presenti, smaltendo naturalmente i riposi maturati.
I responsabili di settore devono garantire che ci cia sempre qualcuno in ferie lungo tutto maggio, giugno, settembre e ottobre e devono vietare l’accumulo di ferie a luglio ed agosto (così come a Pasqua e Natale).
Ripeto: le esigenze personali e familiari (salvo gravi problemi di salute, ovviamente) sono secondarie e del tutto irrilevanti rispetto alle priorità aziendali, soprattutto in un momento complesso come questo.
Questo è un ordine di servizio non derogabile: i responsabili di settore presentino piani ferie coerenti al direttore, al caporedattore centrale e alla segreteria. I piani difformi verranno respinti e dovranno essere rifatti”.
ASSOSTAMPA LOMBARDA: «ATTACCO FRONTALE AI DIRITTI DEI LAVORATORI»
«A parte il fatto che il Contratto nazionale di lavoro giornalistico prevede ferie concordate e non ordini da caserma, – interviene l’Assostampa Lombarda – a parte il trascurabile particolare che le ferie servono, per legge, al ristoro del lavoratore e non a stressarlo ulteriormente (e che esistono 5 giorni di permesso retribuito da prendersi a totale discrezione del lavoratore), ci chiediamo come possa un direttore che scrive “le esigenze personali e familiari … sono secondarie e del tutto irrilevanti rispetto alle priorità aziendali” avere la fiducia di un editore cattolico (la Diocesi di Bergamo) i cui valori dovrebbero – si suppone -–porre la priorità sulla persona e non sulle esigenze aziendali e produttive».
L’Associazione Lombarda dei Giornalisti, «di fronte a un attacco frontale ai diritti dei lavoratori, è pronta a sostenere in ogni sede le ragioni dei giornalisti de La Provincia e si schiera fin d’ora al loro fianco». (giornalistitalia.it)