ROMA – “La tutela della privacy non può essere confusa con il dovere dei giornalisti di pubblicare notizie che siano di rilevante interesse pubblico”. Lo afferma il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, riunito all’Hotel Massimo D’Azeglio di Roma, che ha approvato un ordine del giorno scaturito dalla considerazione che “ad ogni indagine della magistratura, che coinvolge il mondo della politica, tornano a levarsi voci e proposte che mirano a limitare l’esercizio del dovere di cronaca e, dunque, il diritto dei cittadini ad essere informati”.
Per il Cnog, “il confine tra vicende private e notizia può essere labile e discutibile in alcuni casi, soprattutto quando si tratta di politici e personaggi pubblici. Ma esistono norme e regolamenti molto chiari in materia, la cui applicazione viene garantita dall’Ordine e dai Consigli di disciplina e, se necessario, dalla magistratura”.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ritiene, dunque, “inutili nuovi provvedimenti che avrebbero il solo scopo di impedire la pubblicazione di notizie di interesse generale, cosa che non può essere accettata” sottolineando che “i giornalisti non debbono essere i custodi dei segreti delle indagini”.
Ritenendo che “comportamenti anche di non diretta rilevanza penale rivestano in alcuni casi importanza ai fini della conoscenza dei fatti e, dunque, siano di interesse pubblico”, il Cnog ribadisce “la disponibilità a collaborare con le altre istituzioni, come sempre hanno fatto, per tutelare la privacy e il diritto all’informazione”.
Con 110 voti a favore e 4 astensioni, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha, inoltre, deciso di costituirsi parte civile nel processo contro i signori Magnoni, in relazione alle vicende Sopaf.
“I magistrati – ricorda il Cnog – ipotizzano un danno di 7.600.000 euro per l’Inpgi che ha preferito non costituirsi parte civile. L’Odg ha valutato necessario procedere in tal senso per meglio tutelare gli interessi e i diritti dei colleghi”.
Cnog sul dovere dei giornalisti di pubblicare notizie. Caso Inpgi-Sopaf: Odg parte civile