Minniti: “Grazie alle segnalazioni degli utenti potremo intervenire sul provider”

La polizia vara il pulsante rosso anti-bufale

Polizia PostaleROMA – Un “pulsante rosso” a disposizione degli utenti del web per segnalare fake news. È il nuovo servizio messo a disposizione dalla Polizia postale e delle comunicazioni, presentato oggi nella sede del Polo Tuscolano dal ministro dell’Interno Marco Minniti, dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, e dal direttore del servizio di Polizia postale, Nunzia Ciardi.
Ricevute le segnalazioni, un team dedicato del Cnaipic le verificherà attentamente e, in caso di accertata infondatezza, pubblicherà una smentita.
Al dibattito sulle fake news, sempre più serrato in tutti i Paesi, si abbina «la necessità di arginare, in periodo di campagna elettorale, l’operato di quanti, al solo scopo di condizionare l’opinione pubblica e orientarne le scelte, elaborano e rendono virali notizie destituite di ogni fondamento».

Come funziona il servizio anti fake news

L’utente, grazie ad un’interfaccia web semplice e immediata, senza particolari procedure di registrazione, potrà segnalare l’esistenza in rete di contenuti ascrivibili a fake news: il sistema prevede anche la possibilità di arricchire la segnalazione attraverso l’indicazione precisa delle Url e la compilazione di campi in cui indicare la piattaforma social di diffusione.
Gli operatori, attraverso l’impiego di tecniche e software specifici, individueranno l’eventuale presenza di indicatori – smentite ufficiali, falsità del contenuto comprovata da fonti obiettive, provenienza da fonti non certificate – in grado di qualificare la notizia come fake, con la massima certezza possibile: allora, e solo in quel caso, sul sito del commissariato on line e sui canali social della Polizia (Facebook e Twitter) apparirà una smentita puntuale.
«Non è un problema di forma ma di sostanza – ha sottolineato Ciardi –, la forza dei nuovi strumenti di comunicazione, social in testa, è tale che una notizia in pochissimo tempo raggiunge un grandissimo numero di persone diventando virale: noi vogliamo soltanto continuare a fare quello che già facciamo tutti giorni, aiutare i cittadini ad orientarsi, in questo caso a capire se quella determinata informazione è attendibile o meno. Senza dare “timbri” di autenticità, non è quello il nostro ruolo, e fornendo una risposta solo quando è oggettivamente possibile».
«Un servizio pubblico, non deve preoccupare», ha detto Minniti.
«Si tratta di un servizio in realtà già esistente, che mira a tutelare i cittadini di fronte a notizie false ma senza alcuna idea di entrare nel dibattito politico. Ritengo che sia un servizio pubblico e il fatto che lo svolga la polizia costituisce elemento di garanzia e non di preoccupazione», ha sottolineato Minniti.
«Di fronte alle segnalazioni degli utenti della Rete, attivate attraverso un “pulsante rosso” virtuale, – ha spiegato il ministro – la polizia postale potrà intervenire direttamente presso il provider per vedere se una determinata notizia, palesemente infondata, possa essere rimossa, cercherà di dare ancora maggiore diffusione ad eventuali smentite; ed in caso di notizie di rilevanza penale, provvederà a trasferire gli atti all’autorità giudiziaria».
«È importante – ha ribadito Minniti – che sia la polizia postale a svolgere questo lavoro, rapportandosi direttamente con quella comunità di utenti del commissariato online che conta su 800 mila persone: la credibilità, la capacità di intervento e la terzietà del servizio lo mette al riparo da qualsiasi elemento di parzialità».

«Non vogliamo un Grande Fratello»

«Non vogliamo creare un “Grande fratello”, utilizzeremo gli strumenti che abbiamo e continueremo a fare quello che già facevamo prima in totale trasparenza: sappiamo che la campagna elettorale è un momento delicato e importante, ma noi intendiamo verificare solo le notizie palesemente infondate, non diremo mai se le opinioni di questo o di quel politico non sono vere», ha affermato il capo della polizia, Franco Gabrielli.
«La polizia postale ha una credibilità maturata in anni di servizio – ha sottolineato Gabrielli – anche nella protezione delle infrastrutture critiche. Un ulteriore elemento di garanzia deriva dal fatto che nel momento in cui individueremo eventuali fake, ci sarà la possibilità per gli utenti di farci le pulci». (agi)

Odg e Fnsi: «Non spetta alla Polizia dire se una notizia è fondata»

ROMA – «L’inquinamento da fake news che inquieta e preoccupa i giornalisti è fenomeno che, salvo errori o omissioni di controllo, non riguarda la categoria. Da questo punto di vista, l’iniziativa del ministero dell’Interno di un pool per contrastarne la diffusione rende chiaro che il giornalismo professionale è ai margini di questa serissima questione, sulla quale, soprattutto se collegata a moltiplicazione attraverso bot basati su algoritmi, abbiamo anzi più volte suonato un campanello d’allarme». Lo affermano l’Ordine nazionale dei Giornalisti e la Federazione nazionale della Stampa italiana.
A giudizio di Odg ed Fnsi «la lotta alle fake news, che potenzialmente possono essere finanche strumento di disegni eversivi, è assolutamente propria dei compiti dello Stato. Vigileremo naturalmente perché non ci siano invasioni di campo sulla deontologia, il cui controllo spetta, invece, alla categoria stessa attraverso l’Ordine professionale. Tuttavia, già interloquendo con l’Agcom, nei giorni scorsi, abbiamo prospettato la possibilità e la necessità di un’alleanza di saperi e di poteri. Ci chiediamo se non ne abbia bisogno anche il ministero dell’Interno, visto che la Polizia postale è certo in grado di indagare sulla provenienza della notizie diffuse, ma non titolata a valutarne il fondamento». (giornalistitalia.it)

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