MILANO – È morta a 66 anni Franca Sozzani, una delle più note personalità del mondo della moda. Si era ammalata non molto tempo fa di cancro ed è stata la Fondazione Istituto Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino, di cui Sozzani era presidente, a rendere nota la notizia della scomparsa della giornalista, direttrice di Vogue Italia e di tutti i periodici in lingua italiana con il marchio Vogue.
Lo stile? «Oggi non ce n’è uno. Secondo me le persone dovrebbero comprare più specchi che abiti per vedersi prima di uscire: per inseguire la moda c’è gente disposta a tutto ma io penso che bisogna corrispondere con gli abiti alla propria personalità, questo è lo stile. Se devo diventare la testimonial di firme, una specie di prototipo di qualcun altro, allora che mi paghino». Già questa frase racconta molto della personalità di Franca Sozzani.
Franca: Chaos and Creation era il film-testamento che il figlio Francesco Carrozzini, superstar della fotografia di moda, aveva presentato con successo a Venezia73, svelando molti aspetti poco noti della madre. Già alla Mostra del cinema la Sozzani era malata ma aveva fatto giurare a tutte le persone coinvolte per il documentario di non far uscire la notizia in alcun modo.
Nel giornalismo di moda era cresciuta, sin da Vogue Bambini a fine anni ‘70 fino a diventare direttore di una delle testate cult del settore, Vogue Italia. Sulla sua personalità decisa, la fama di poter decidere le sorti di stilisti, brand e modelle, lei ovviamente negava: «È una leggenda, se hai talento vai avanti e la stampa non conta. Io dico – aveva detto in una intervista all’Ansa a settembre – non si semina sul cemento e se sei in gamba la strada la trovi indipendentemente da tutti».
Angelo guerriero, creatura botticelliana (per i lunghi capelli biondi ondulati che porta da sempre), figura stendhaliana o pantera? Franca Sozzani non aveva esitazioni a definirsi.
«Pantera di sicuro, ho lottato tutta la vita per quello che ho fatto, me lo sono guadagnato con la lotta tutto, la determinazione è la mia guida. Prendiamo Vogue, sulla carta doveva essere solo “gloss”, un giornale con bei cappotti e belle gonne, invece l’ho usato per lanciare messaggi, appoggiare campagne».
Non si definiva una donna di potere, come pure era: «Sono una donna che lavora e lavora parecchio e si è battuta per cose che ha voluto, anche rischiando, per tre volte mi stavano licenziando, ma se fai un lavoro in cui credi e hai la fortuna che ti riconoscono le cose che hai fatto si forse a quel punto hai potere, che vuol dire che hai vinto tu nell’esporre le tue idee».
È sempre stata considerata della stessa pasta di Anna Wintour, la direttrice di Vogue. «Abbiamo cominciato insieme, stesso mese e stesso anno, 28 anni fa. Siamo diverse, lei sì che è una donna di potere. Anche nel carattere. Io sono leggera, non drammatizzo mai, penso che le difficoltà vadano superate, non voglio farmi prendere dal panico», diceva a settembre a Venezia, aggiungendo «ho tanti sogni, non ho mai smesso di sognare e creare progetti. Voglio fare altre cose non solo essere seduta in una prima fila a vedere vestiti».
«Nessuno come Franca Sozzani ha saputo immaginare una realtà diversa e raccontarla attraverso un esercizio quotidiano di gusto e fantasia. Ha dato al suo destino la forma che ha voluto e che non lasciava nessuno indifferente. Mi mancherà non cercare più la sua presenza nel buio della sala. Con vero affetto sono vicino a Carla e a Francesco in questo momento di dolore». Così Giorgio Armani sulla scomparsa di Franca Sozzani. (ansa)
Storico direttore di Vogue Italia, icona di stile, si è spenta a 66 anni