ROMA – L’occasione dello sciopero della fame attuato da un collega iscritto all’Ordine dei giornalisti della Basilicata è utile ai consiglieri nazionali di opposizione del gruppo “Per il giornalismo” per rilanciare la questione all’origine dell’iniziativa in corso. La chiusura del suo canale Youtube induce a sollecitare un dibattito pubblico sul diritto di accesso a tali piattaforme che, pur essendo di proprietà privata, svolgono ormai una funzione pubblica.
“Per il giornalismo” ritiene, infatti, che «l’oscuramento totale del canale YouTube e la cancellazione di oltre 2000 video senza possibilità di appello e senza una distinzione tra i diversi video, sono una forma di bavaglio inaccettabile. Non si possono così calpestare le norme in vigore in Italia, in Europa e nel resto del mondo che tutelano ad ogni individuo la libertà di manifestazione del pensiero “con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, previste dagli articoli 2, 3 e 21 della Costituzione italiana, dall’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, dall’art. 10 della Cedu – Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dall’art. 19 del Patto Onu sui diritti civili e politici, firmato a New York il 16 e il 19 dicembre 1966 e ratificato con legge 25 ottobre 1977 n. 881».
I consiglieri nazionali del Gruppo “Per il giornalismo” ritengono che «la vicenda del collega sia emblematica e induca a una riflessione più generale sui rischi di una deriva antidemocratica delle grandi piattaforme web che di fatto sono in grado, senza alcuna possibilità di contraddittorio o confronto, di limitare in maniera pesante la libertà di pensiero e di espressione, oscurando punti di vista e voci “sgradite”. È necessario un dibattito pubblico sui criteri e le policy di accesso e/o esclusione adottate dai gestori delle piattaforme Web, criteri che devono essere trasparenti e che non possono prescindere dalla tutela dell’informazione professionale di qualità nel rispetto delle leggi sulla stampa e istitutiva dell’Ordine dei giornalisti».
A tal proposito, i consiglieri nazionali “Per il giornalismo” fanno proprie le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «La autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi».
«Auspichiamo – concludono i consiglieri nazionali dell’Ordine – che la presa in carico della questione da parte di “Per il giornalismo” che la porterà nel prossimo Consiglio Nazionale possa portare alla sospensione dello sciopero della fame di Maurizio Bolognetti». (giornalistitalia.it)