CAMPOBASSO – L’approvazione delle nuova legge regionale sull’editoria in Molise, già oggetto della richiesta di “norme inclusive e non distorsive” da parte dell’Assostampa, ha finito per spaccare l’Ordine dei giornalisti molisani. I consiglieri regionali professionisti Giovanni Di Tota e Pina Petta contestano, infatti, la dichiarazione diffusa dal presidente dell’Odg, Antonio Lupo, dissociandosi “totalmente dal giudizio espresso nel comunicato diramato il 22 maggio”.
Lupo, infatti, ha diramato un comunicato stampa nel quale afferma che “dopo l’approvazione della legge regionale sull’Editoria, l’Ordine dei giornalisti del Molise pone l’attenzione sul Regolamento in via di definizione, che determinerà i criteri per l’assegnazione dei fondi previsti dal Bilancio regionale” aggiungendo che “solo dopo l’approvazione del Regolamento l’Ordine dei giornalisti potrà esprimere un giudizio definitivamente positivo sull’intera manovra economica a sostegno dell’editoria”.
“È innegabile – scrive il presidente dell’Ordine del Molise – che la legge ha coperto un vulnus gravissimo che negli ultimi anni non ha permesso lo sviluppo delle iniziative editoriali, portando alla crescita della disoccupazione nel nostro settore e alla chiusura di diverse testate giornalistiche. Abbiamo collaborato fattivamente con la Regione Molise affinché questa legge ponesse dei paletti chiari nei confronti del nostro settore e determinasse con certezza la misura economica degli aiuti”.
“Il punto sul quale l’Ordine non è mai sceso a compromessi – sostiene Lupo – è stato il valore del lavoro giornalistico nelle redazioni. Fattore che è rientrato a pieno titolo nella legge regionale. Questa legge, infatti, pone le basi per chiudere una parentesi molto dolorosa per la nostra categoria, rappresentata da precari e alcune volte da giornalisti costretti a lavorare in nero. Indirettamente non permette quel vergognoso strumento dell’equo compenso, che con il benestare del sindacato, aveva riconosciuto in 300 euro mensili una cifra «dignitosa» per poter vivere da giornalista. La legge assegna fondi in base al numero dei giornalisti impiegati in redazione (solo assunti a tempo indeterminato) e al salario percepito. Meno viene pagato un giornalista meno fondi sono a disposizione della testata giornalistica richiedente”.
“Per l’Ordine dei Giornalisti, inoltre, non è da trascurare – scrive ancora Lupo – il fatto che la misura economica regionale si va ad aggiungere ai fondi nazionali messi a disposizione in misura consistente per le televisioni private attraverso la legge 448 del Corecom, a cui tutte le tv regionali partecipano, usufruendo già dei benefici. Di fatto tv, giornali e on-line molisani avranno circa 2 milioni di euro di aiuti all’anno che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti europei. Un risultato che si può definire positivo, anche alla luce dei fondi già assegnati in misura notevole in questi anni alle tv molisane proprio grazie alla legge nazionale”.
Infine il presidente dell’Ordine dei giornalisti si sofferma sulla “battaglia” sui nuovi strumenti di informazione rappresentati dalla rete:“ il requisito dell’anzianità di iscrizione al Roc è stato portato a 3 anni o almeno dal 2012, ampliando in maniera imparziale e completa la rosa degli aspiranti cosi come da noi richiesto. Dopo la proficua collaborazione tra la Regione e tutti i soggetti interessati che ha visto più volte riunire tavoli appositi per la discussione comune, auspichiamo che in sede di stesura del Regolamento ci sia un incontro tra i due Enti pubblici, Ordine e Regione, considerando il tecnicismo dei criteri da definire inerenti il personale giornalistico che è rappresentato esclusivamente dall’Ordine”.
Considerazioni e giudizi che il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise ha attributo al Consiglio scatenando la protesta dei consiglieri Di Tota e Petta. “Ancora una volta – tagliano corto i due consiglieri dell’Odg – per l’ennesima volta, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise prende posizione a nome dell’intera categoria su una questione delicata, dibattuta e controversa qual è la legge regionale a sostegno dell’Editoria. Antonio Lupo non è nuovo a questo atteggiamento, diciamo così, da leader di partito. È vero che il presidente dell’Ordine dei giornalisti ha una carica che gli consente un ruolo di rappresentanza, anche nelle dichiarazioni su argomenti di interesse generale. Ma è altrettanto evidente che esprimere un parere positivo, o negativo che sia, su una legge così controversa, criticata e contestata da più parti, appare un esercizio quanto mai difficile se svolto a nome di tutta una categoria”.
“Peraltro, è opportuno sottolineare – affermano Giovanni Di Tota e Pina Petta – che l’Associazione della Stampa del Molise, nel prendere posizione sulla stessa legge, di recente votata e approvata dal Consiglio regionale, lo ha fatto solo dopo aver riunito il consiglio direttivo. Tanto che il comunicato emesso dal sindacato dei giornalisti è firmato, all’unanimità, dai componenti di questo organismo e non dal sindacato a nome di tutti gli iscritti”.
“Fatta questa doverosa precisazione – concludono Di Tota e Petta – in qualità di consiglieri regionali dell’Ordine dei giornalisti del Molise, ci dissociamo totalmente dal giudizio espresso nel comunicato diramato il 22 maggio, considerato che nessun organismo dell’Ordine ha discusso il testo finale arrivato nell’aula del Consiglio regionale e, dunque, la valutazione che ne consegue va attribuita alla sola figura del presidente”.
I consiglieri Di Tota e Petta: “Lupo parla a nome del Consiglio che non ha riunito”