GAZA CITY (Palestina) – La giornalista palestinese Safina Allouh è stata ferita alla testa e alla mano, lungo la recinzione di confine tra Gaza e Israele, da proiettili di acciaio rivestiti in gomma esplosi dalle forze israeliane. Safina Allouh stava effettuando un servizio sulla Grande Marcia di ritorno organizzata da Hamas. Nell’attacco sono state uccise tre persone, tra cui un manifestante di 19 anni.
A est di Khan Younis, invece, un adolescente è stato colpito all’addome e in seguito è morto per le ferite riportate. Altri due palestinesi sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco in un impianto militare di Hamas nella centrale striscia di Gaza. I palestinesi hanno marciato per oltre un anno a sostegno del diritto di tornare alle case da cui erano stati cacciati durante la creazione dello Stato di Israele nel 1948.
L’iniziativa è iniziata nel marzo 2018 dopo che un appello della società civile locale ha esortato i palestinesi locali a impegnarsi in una marcia di massa verso la recinzione di Gaza in opposizione all’assedio in corso a Gaza da parte di Israele. Da quando sono iniziate le proteste sono almeno 272 i palestinesi uccisi dalle forze israeliane a Gaza.
Nel marzo scorzo un’inchiesta dell’Onu ha concluso che i soldati israeliani hanno intenzionalmente mutilato i palestinesi che protestavano a Gaza lo scorso anno, creando una generazione di giovani disabili. Il rapporto delle Nazioni Unite, infatti, rilevato che oltre l’80% dei 6.106 manifestanti feriti nei primi nove mesi della Grande Marcia di Ritorno sono stati colpiti agli arti inferiori. I medici hanno, infatti, riferito al Middle East Eye che le ferite dimostrano che i soldati israeliani stanno sparando intenzionalmente per intimidire i manifestanti, la maggior parte dei quali ha circa vent’anni e ora richiede cure mediche a lungo termine. (giornalistitalia.it)
Dagli israeliani che puntano a mutilare intenzionalmente i giovani palestinesi