LONDRA (Gran Bretagna) – Chissà se invece di essere inglese fosse stata etiope. O siriana. E chissà se si fosse trovata su uno dei tanti barconi su cui altrettanti disgraziati cercano la salvezza. Non deve averci pensato su la bionda giornalista del Sun Katie Hopkins mentre venerdì scorso scriveva sulla sua consueta rubrica, a chiare lettere e senza giri di parole, quel che pensa dell’immigrazione: “Non fatevi illusioni: gli immigrati sono come scarafaggi. Potrebbero sembrare un po’ Bob Geldof in Etiopia, ma sono fatti per sopravvivere a una bomba nucleare. Sono dei sopravvissuti. (…) Dobbiamo fare come gli australiani: tiriamo fuori le navi militari, puntiamo i cannoni, li facciamo tornare a riva e poi bruciamo i barconi”.
Parole dure, manco a dirlo, e non è tutto: “No, non me ne frega niente. Mostratemi le foto delle bare, i corpi che galleggiano in mare, suonate i violini e fate vedere gente denutrita con la faccia triste – scrive la Hopkins –. Ancora non me fregherebbe nulla. Perché nel minuto successivo vedrei foto di giovani uomini aggressivi che si diffondono come un virus sulle navi di Calais, mentre provano a salire sui camion inglesi per entrare illegalmente nel Regno Unito. Provo pietà? Solo per gli autotrasportatori, che si beccano una multa ogni volta che la piaga di questi esseri umani bestiali finisce nel loro camion”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, anche perché ad alimentare l’indignazione generale ha contribuito, purtroppo, l’ultima tragedia nel canale di Sicilia in cui hanno perso la vita 800 persone: in 200mila hanno già firmato una petizione sul sito “Change.org” per chiederne l’allontanamento della nota giornalista dal tabloid britannico.
E’ bufera dopo l’articolo di Katie Hopkins. In 200mila ne chiedono le dimissioni