NEW DELHI (India) – Prosegue la guerra dichiarata dalla polizia indiana contro il giornalismo indipendente: un avviso di garanzia è stato notificato a Barkha Dutt, una delle più seguite giornaliste indiane d’inchiesta, per avere diffuso notizie false in relazione alla vicenda, tuttora non chiarita, di due ragazze trovate morte la settima scorsa a Unnao, nello stato dell’Uttar Pradesh.
Oltre alla giornalista, che lavora per varie piattaforme indipendenti da lei fondate e che ha più di 360mila iscritti al suo canale Youtube Mojo Story, sono state incriminate altre sette persone per le notizie diffuse sui loro account Twitter: tra loro Suraj Kumar Boudh, portavoce del partito Aazad Samaj Party.
«Abbiamo seguito i principi del giornalismo – ha detto la giornalista – riportando tutti gli aspetti di una vicenda in divenire. L’incriminazione ai sensi di una norma del codice che prevede il carcere è pura intimidazione. Sono pronta a combattere e ad affrontare il processo».
Tre ragazze, di 16, 15 e 14 anni erano uscite dal loro villaggio mercoledì scorso per andare a far pascolare il bestiame: tutte e tre sono state trovate a notte fonda in un campo, prive di conoscenza. Portate in ospedale, due sono state dichiarate morte, la terza è tuttora in terapia intensiva.
La Dutt e altri giornalisti sono stati incriminati per avere riportato notizie che gli inquirenti negano: secondo gli abitanti del villaggio e un esponente locale del partito del Congresso, le ragazze sarebbero state vittime di violenza sessuale e cremate in fretta, senza il consenso delle famiglie, come già accaduto qualche mese fa nel caso di una ragazza stuprata, e trovata morta in un campo nella stessa zona. (ansa)