MILANO – “Nella serata di venerdì la Guardia di finanza, su disposizione della procura di Roma, ha proceduto all’acquisizione dell’hard disk del computer redazionale del nostro collega, Nicola Borzi”.
È quanto denuncia il Comitato di redazione de Il Sole 24 Ore, che “ritiene grave quanto avvenuto: in questo modo la pubblica accusa ancora una volta pensa di aggirare, in contrasto con la giurisprudenza della Cassazione e della Corte europea dei diritti dell’uomo, il vincolo del segreto professionale, posto a tutela della riservatezza delle fonti, un cardine del lavoro giornalistico”.
A sostegno del Cdr del Sole, si schierano Federazione nazionale della stampa e Assostampa lombarda, che “condividono in pieno il comunicato del Comitato di Redazione del Sole 24 Ore dopo che la Guardia di finanza, su disposizione della procura di Roma, ha acquisito l’hard disk del computer di redazione del giornalista Nicola Borzi. Non è, infatti, ammissibile che venga violato in questo modo, e in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo, il vincolo del segreto professionale che tutela la riservatezza delle fonti, cardine del lavoro giornalistico. La tutela delle fonti e dei diritti dei giornalisti coincidono – è bene non dimenticarlo – con il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati”.
Il sindacato dei giornalisti esprime la medesima “grave preoccupazione” per quanto accaduto anche a Francesco Bonazzi, cronista de La Verità, al quale, al pari di Borzi, la Gdf ha sequestrato l’hard disk, sempre nell’ambito dell’inchiesta sul finanziamento dei servizi segreti attraverso conti correnti accesi nella Banca Popolare di Vicenza. (giornalistitalia.it)
Il sindacato giornalisti sui casi Borzi e Bonazzi: “Violato il segreto professionale”