BARI – I tagli vanno di moda. Ventisette giornalisti tagliati alla Gazzetta del Mezzogiorno (quindici redattori a tempo pieno su 53, dieci redattori part time su 26 e quel che resta dei corrispondenti contrattualizzati e dei collaboratori fissi contrattualizzati), lo storico quotidiano di Puglia e Basilicata, l’unico che copra per intero il territorio delle due Regioni meridionali.
Questa la “ricetta” ideata dagli amministratori giudiziari, insieme con un consistente taglio di poligrafici ed amministrativi, come unico progetto di “rilancio” di quello che fu uno dei più importanti quotidiani italiani.
Di fronte a questa irricevibile ed oscena proposta si è già registrato una astensione dal lavoro dei poligrafici, ed ora arriva, a disposizione del Comitato di Redazione (l’organismo sindacale di base ei giornalisti) un pacchetto di dieci giornate di sciopero.
I giornalisti, nel darne l’annuncio, ricordano di aver lavorato per mesi senza essere pagati, proprio per assicurare il diritto all’informazione ai cittadini pugliesi e lucani, e chiedono solidarietà ai lettori ed alle istituzioni.
Ciò che dobbiamo chiederci, tutti, come cittadini italiani, e non solo pugliesi e lucani, è: può un ordine dello Stato (tale è la Magistratura nel nostro impianto costituzionale) distruggere un bene che la legge le ha affidato? Può massacrare, insieme con decine di lavoratori e di famiglie dei lavoratori, il diritto-dovere dei giornalisti di informare ed il diritto dei cittadini pugliesi e lucani di essere informati?
Complimenti al Tribunale di Catania e agli amministratori ai quali il Tribunale ha affidato l’Edisud e La Gazzetta del Mezzogiorno, e che stanno facendo di tutto (in continuità con gli amministratori privati precedenti, che han mantenuto a lungo al loro posto) per distruggere il giornale e per macellare i giornalisti (ed anche, in prospettiva, i poligrafici e gli amministrativi).
Ma quello che dobbiamo anche chiederci, come giornalisti e come cittadini pugliesi e lucani, in primo luogo, è: che cosa faranno, nel breve periodo, e concretamente, i poteri locali (a partire dalle Regioni) e le forze economiche, sociali e culturali delle due Regioni per salvare un patrimonio che è delle popolazioni e delle comunità di Puglia e Basilicata?
Intendono assistere passivamente, o emettendo flebili vagiti, alla distruzione del quotidiano storico di riferimento delle due aree, l’unico quotidiano, peraltro, che copra completamente, Comune per Comune, il territorio di ambedue le Regioni? Intendono avallare il disegno perverso di svuotare la testata dai giornalisti e dagli altri lavoratori per regalarla ad affaristi che ne utilizzerebbero solo il “marchio”, che come si è visto nelle giornate di diffusione straordinaria ha ancora un fortissimo appeal, per “confezionare” un prodotto fatto senza giornalisti, senza agganci reali col territorio, senza approfondimenti di notizie? Un giornale che costituirebbe un doppio danno ed una doppia beffa per i pugliesi e per i lucani?
Presidenti di Regione, sindaci, associazioni datoriali e singoli imprenditori, Camere di Commercio, Autorità portuali, banche locali, Università, se esistete ancora, battete un colpo. Fatevi sentire. Ora, o mai più. (giornalistitalia.it)
27 giornalisti tagliati, pronti 10 giorni di sciopero. Regioni & co fatevi sentire!