BARI – La Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano di riferimento di Puglia e Basilicata (nasce come Corriere delle Puglie nel 1887), avrà dal 15 maggio un nuovo direttore: Giuseppe De Tomaso lascia dopo 13 anni (raccolse il testimone da Lino Patruno, altro direttore “storico”), gli succederà Michele Partipilo, attuale redattore capo centrale.
Nel contempo, la Gazzetta lascia la sede di piazza Aldo Moro, nel cuore della città, dove si era trasferita pochi anni fa (una specie di “ritorno a casa”, visto che quando quella antistante la stazione ferroviaria si chiamava piazza Moro lì aveva sede il giornale, in un prestigioso palazzetto che poi fu demolito per consentire l’edificazione del palazzone moderno) per trasferirsi nella zona industriale, in un fabbricato di proprietà del gruppo imprenditoriale che ha assunto la gestione della testata dalla curatela fallimentare e che aspira a rilevarne la proprietà. Esigenze di risparmio, anche per il fitto onerosissimo che la vecchia gestione di Mediterranea-Edisud aveva assunto, ma l’isolamento extra-urbano per la redazione di un quotidiano non è mai una buona scelta. Anche le redazioni periferiche sopravissute ai tagli saranno chiuse (ci sono contenziosi sulla titolarità degli affitti), ma l’impegno del Gruppo Ladisa è di riaprirne alcune.
Riprende intanto la trattativa con il Comitato di Redazione (la rappresentanza sindacale aziendale dei giornalisti) per i prepensionamenti ex legge 416 (il CdR, rinnovato pochi giorni fa, è formato da Michele De Feudis, Fabrizio Nitti, Gaetano Perchiazzi, Cosimo Mazza, Fabio Casilli). Abbandonata l’idea (non percorribile) di 14 prepensionamenti di redattori professionisti a tempo pieno, per di più cassintegrandoli a zero ore molti mesi prima che al prepensionamento potessero accedere, l’azienda punta adesso ad ottenere, dall’autunno/inverno di quest’anno, una decina di prepensionamenti nell’arco dei quattro semestri consecutivi previsti come tempo limite dalla legge.
Fra i pensionandi rientrerebbe anche il direttore in carica, Giuseppe De Tommaso. Classe 1956, De Tomaso nasce professionalmente alla scuola di Mario Gismondi, nel quotidiano Puglia. Nel 1986 passa alla Gazzetta del Mezzogiorno: segue la politica locale, poi quella nazionale, come capo del settore, commentatore ed inviato per congressi ed eventi politici nazionali.
Redattore capo centrale nel 1991, con mansioni anche di editorialista, nel 1999 diventa vicedirettore. Il 15 maggio 2008 viene nominato direttore responsabile, affiancato per un certo periodo da un altro direttore con pari poteri (secondo l’azienda), una figura in contrasto con la legge sulla stampa e con il contratto nazionale di lavoro giornalistico. Anomalia che sarà risolta soltanto nel 2012. Si trova ad affrontare una drammatica crisi del giornale, fra la proprietà siciliana che da un lato se ne disinteressa, dall’altro lo grava di spese faraoniche, anche in improduttive consulenze, mentre ne depaupera la redazione con tagli, prepensionamenti, chiusura delle redazioni provinciali. Poi arriva il sequestro delle azioni dell’editore Ciancio: periodo terribile, con commissari giudiziari che si affidano proprio agli uomini di fiducia di Ciancio, quelli che avevano portato il giornale ad accumulare debiti ed a perdere copie.
Per mesi, giornalisti, poligrafici ed amministrativi lavorano senza stipendio o con minuscoli anticipi. Poi il dissequestro: ma Ciancio, con un colpo di scena, chiede il fallimento. Si insedia una curatela fallimentare, che affida in gestione per un anno (fino a luglio 2021) la testata alla società Ladisa, che aspira a rilevarne la proprietà.
Michele Partipilo, classe 1961, è entrato come praticante nella Gazzetta nel 1986. Professionista dal 1987, è stato impegnato nella redazione Esteri ed ha poi coordinato la pubblicazione dell’edizione in albanese del giornale, Gazeta Shquipetare. In seguito vice-redattore capo ed attualmente redattore capo centrale. È stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia dal 1995 al 2007; quindi consigliere nazionale dell’Ordine e presidente della commissione ricorsi. Ha pubblicato saggi e volumi su privacy e deontologia professionale dei giornalisti (fra questi “I ferri del mestiere. Le regole della professione giornalistica”, “La deontologia del giornalista ai tempi dell’informazione digitale”, “L’oblio della notizia. Tra nuove leggi e ultime sentenze quale destino per il diritto di cronaca?” e ”Le notizie e la persona, dalla diffamazione alla tutela della privacy”).
Al nuovo direttore, a tutta la redazione (inclusi i corrispondenti ed i collaboratori, preziosa risorsa), come al personale poligrafico ed amministrativo, nonché – va da sé – alla società editrice, l’augurio di buon lavoro di Giornalisti Italia: perché la Gazzetta del Mezzogiorno deve vivere. Deve rappresentare esigenze, interessi ed istanze delle due Regioni e deve dar voce ai territori ed alle comunità. Informare e rappresentare. Una missione storica alla quale non può venire meno. (giornalistitalia.it)
Giuseppe Mazzarino