ROMA – Io personalmente sono molto solidale con le donne, questo non vuol dire che non abbia incontrato moltissime donne che non valgono nulla. Però, per esempio sul lavoro, non ho avuto altro che ottimi rapporti: se anche ho incontrato qualcuna che avrebbe iniziato una di quelle orrende guerre di redazione, in me ha trovato un muro, finché ha desistito, per sfinimento. Questo perché credo non tanto nella sorellanza, ma nella fratellanza: se io sono una lavoratrice, il mio antagonista è il padrone, non l’altra lavoratrice o il lavoratore.
Io sono all’antica. Certo ai miei tempi era più facile essere generose: c’erano trenta posti per una persona, adesso c’è un posto per trenta che cercano lavoro».
Natalia Aspesi
giornalista e scrittrice (Milano, 24 giugno 1929)