ROMA – Nell’era digitale qualunque attività avrà a che fare con la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale, la robotica, i big data. Questo vuol dire che, per lavorare, bisogna saper utilizzare questi linguaggi.
In Italia, intanto, abbiamo da recuperare un deficit di istruzione: solo il 4,5% ha un alto livello di competenza matematica e il 3,3% linguistica contro una media europea dell’11,8%. Sul fronte digitale, il 31% non usa internet, quindi ignora i social network, non utilizza l’online per leggere le notizie, per i servizi bancari, per prenotazioni, acquisti, vendite. E questo significa una ricaduta sul fronte del lavoro.
Ci vuole, dunque, un vero e proprio piano nazionale per l’alfabetizzazione digitale, a cominciare dalla scuola. Altrimenti è una congiura contro il futuro.
Milena Gabanelli
“Data room”, Corriere della sera
Possibile che non si riesce a capire che bisogna tornare a fare scuola anziché pontificare? I nostri ragazzi sanno smanettare perché appena nascono hanno in mano il telefonino dei genitori. Quello che manca è la scuola.
Nella scuola non esiste la meritocrazia “todos caballeros” tutti promossi. Così anche i giovani che potrebbero fare si adagiano in questa palude di mediocrità.