ROMA – «I colleghi non sono soli». Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha voluto ribadirlo ancora una volta nel corso della conferenza stampa in cui è stata presentata la costituzione di parte civile della Federazione nazionale della stampa italiana al fianco della giornalista Federica Angeli, minacciata e costretta a vivere sotto scorta per via del suo lavoro di denuncia del malaffare a Ostia.
«La Federazione della stampa, insieme con le Associazioni regionali di stampa, l’Ordine dei giornalisti e le altre associazioni che si battono per la libertà di informazione – ha spiegato il presidente Giulietti – sono vicine a Federica e a tutte le giornaliste e i giornalisti “sotto tiro”. Il nostro obiettivo è creare una squadra che assicuri ai colleghi una sorta di “scorta mediatica” che li protegga da chi vorrebbe imbavagliarli con minacce e intimidazioni.
Un atto di solidarietà nei confronti dei cronisti, dunque, ma anche nei confronti dei cittadini che senza il lavoro coraggioso di chi prova ad illuminare corruzione e mafie sarebbero meno informati, «a danno della stessa democrazia», ha rilevato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.
Alla conferenza stampa erano presenti anche i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, i colleghi di Articolo21, Pressing NoBavaglio, Usigrai, Unione cronisti, Cronisti romani e una delegazione del sindacato dei giornalisti della Somalia.
«Federica non è isolata – ha incalzato Lorusso – come non lo sono Paolo Borrometi, al fianco del quale la Fnsi si è già schierata anche in tribunale, a Ragusa, o Michele Albanese o Amalia De Simone, da poco premiati dal presidente della Repubblica per il loro meritorio lavoro.
«Lanciamo da qui un messaggio ai colleghi, ma anche all’opinione pubblica, – hanno concluso i vertici della Fnsi – perché anche i cittadini sappiano che a nessuno è consentito di molestare la libertà di espressione tramite minacce ai giornalisti. E questo a tutela di quella libertà di informazione che è alla base di ogni ordinamento democratico».
E mercoledì 25 gennaio i rappresentanti del sindacato dei giornalisti saranno anche fisicamente in aula con Federica Angeli e con gli avvocati.
«Per un cronista è importante sapere che in tribunale avrà al fianco le istituzioni della categoria», ha osservato Federica Angeli dopo aver ripercorso le tappe della vicenda, iniziata il 23 maggio 2013, che approderà a breve dinanzi al giudice.
«La nostra – ha spiegato – è una battaglia contro quella sicurezza che i criminali hanno di restare impuniti. Cercano di isolarci, di intimidirci prendendo di mira gli affetti, di screditare il nostro lavoro agli occhi dell’opinione pubblica. Per questo è fondamentale il messaggio della Fnsi che si è schierata al fianco dei cronisti minacciati: per sconfiggere la criminalità dobbiamo essere uniti e creare solidarietà».
Di una battaglia di legalità e libertà che riguarda il giornalismo e i giornalisti ha parlato Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Fnsi: «Dobbiamo lottare insieme con quei colleghi che ogni giorno ci mettono la faccia e rischiano di rimetterci la vita per svolgere con correttezza il proprio lavoro».
Parisi e Lorusso hanno anche salutato i colleghi del sindacato somalo presenti alla conferenza stampa, Omar Faruk Osman, Farah Mohammed Yusuf e Mohammad Musse Mohammud, ricordando la battaglia per la democrazia che i colleghi combattono in Somalia, dove in nome della libertà di espressione i giornalisti muoiono.
Presenti alla conferenza stampa anche i legali che accompagneranno Federica Angeli e la Federazione della stampa nel processo che inizierà la prossima settimana. L’avvocato Maurizio Calò ha citato l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, «che tutela la liberà di opinione – ha osservato – anche da ogni molestia che possa affievolirla», e ha ricordato il motto “conoscere per deliberare” che «sta alla base di ogni diritto dei cittadini e proprio per questo ogni regime dispotico vuole mettere il bavaglio alla libera informazione.
Mentre l’avvocato Giulio Vasaturo ha ricordato Santo Della Volpe e Roberto Morrione e il loro lavoro a sostegno dei giornalisti minacciati e contro le querele temerarie.
«Grazie all’impegno della Fnsi per i giornalisti “sotto tiro” – ha rilevato Vasaturo – si sta creando una rete tra giornalisti, associazioni e avvocati che lottano tutti per gli stessi valori. Ora è importante mobilitarci anche contro l’odio che dilaga in rete contro i cronisti che con il loro lavoro tentano di dare luce e voce a quello che accade ai margini della legalità e che troppo spesso sono fatti oggetto di attacchi su blog e social network».
Appello subito accolto dal presidente Giulietti e dal segretario Lorusso che hanno ribadito l’impegno del sindacato contro i discorsi d’odio e concluso la conferenza stampa dedicando le iniziative a difesa dei cronisti minacciati proprio a Santo Della Volpe e Roberto Morrione.
Solidarietà a Federica Angeli è stata espressa anche dal segretario del sindacato dei giornalisti somali, Omar Faruk Osman, che ha dedicato un pensiero ai 3 giornalisti uccisi nel suo Paese nel solo 2016 (37 i cronisti uccisi in Somalia negli ultimi 4 anni) e ai 47 colleghi arrestati dal regime per il solo fatto di aver voluto raccontare quello che accade ogni giorno nello Stato africano.
Così Giulietti, Lorusso e Parisi costituendosi parte civile al fianco di Federica Angeli