Casagit, l’opposizione denuncia: “Non è stato rispettato il voto dell’assemblea nazionale”

“La Fnsi deve vivere di tessere, non di contributi”

Luciano Azzolini, Paola D’Amico, Chiara Roverotto e Carlo Gariboldi

ROMA – «Un mese fa l’assemblea dei delegati Casagit ha chiesto la riduzione di un terzo del contributo annuo a favore della Fnsi (da 600 a 400 mila euro), ma il 28 gennaio la maggioranza del Consiglio di amministrazione (Cerrato, Giuliani, Summo, Spirito, Artizzu, Napoli, Costante) ha approvato una proposta che stabilisce la somma di 600 mila euro come “contributo minimo garantito” per 3 anni (l’assemblea proponeva per un solo anno) al Sindacato».
Lo affermano i consiglieri di amministrazione Luciano Azzolini, Paola D’Amico, Carlo Gariboldi e Chiara Roverotto, che si sono espressi «contro questa decisione che sancisce la totale mancanza di rispetto per il voto dell’assemblea dei delegati. Si è, invece, astenuta Marisa La Penna.
«La regia della decisione – affermano i consiglieri di opposizione – è, ancora una volta, degli attuali vertici della Fnsi che hanno altresì imposto di recuperare un’accordo stipulato 27 anni fa per destinare una parte del contributo delle buste paghe dei giornalisti al fondo di solidarietà, sempre gestito dalla Federazione della stampa. In pratica una parte della trattenuta contrattuale per i servizi sanitari (in totale il 3,6%) finisce subito alla Fnsi (lo 0,1%), mentre a Casagit fa il restante 3,5%. Poi la cassa pagherà altri 600 mila euro alla Fnsi e 1 milione e 146mila euro alle Associazioni regionali di stampa per i servizi svolti».

L’ingresso della Casagit, al numero 61 di via Marocco a Roma (Foto Giornalisti Italia)

Luciano Azzolini, Paola D’Amico, Carlo Gariboldi e Chiara Roverotto sottolineano che «serviva un gesto di buona volontà per cercare di raccogliere, almeno in parte e per un arco di tempo limitato, l’indicazione espressa dall’assemblea dei delegati. Assemblea che, di fronte a esigenze economiche giustificate e motivate della Fnsi, non avrebbe certo negato il proprio sostegno. In fondo l’Assemblea dei delegati non ha fatto altro che chiedere di fare sacrifici tutti».
«Noi – spiegano i quattro consiglieri di amministrazione di Casagit Salute – non siamo contro la Federazione della Stampa e neppure contro i contributi economici a suo favore, dato che buona parte delle risorse di Casagit sono garantite dai contratti giornalistici. Abbiamo chiesto alla Fnsi di fare gli stessi i sacrifici come hanno fatto e stanno facendo tutti i giornalisti italiani. Redazioni semideserte per Covid, cassa integrazione, prepensionamenti e licenziamenti come quelli incredibili di questi giorni al Sole 24 Ore.
È successo di tutto in questi anni. Pretendere di vivere con i contributi di Casagit e Inpgi, invece che con le tessere dei giornalisti, è una strategia che non porterà lontano». (giornalistitalia.it)

IL CONTRIBUTO CONTRATTUALE DEL 4,60%

Il contratto Fieg-Fnsi scaduto il 31 marzo 2016

Il Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi prevede un contributo contrattuale del 4,60%, di cui il 3,60% a carico del giornalista e l’1% a carico del datore di lavoro.
Art. 21: «… Il contributo contrattuale è fissato nell’aliquota del 3,60% della retribuzione. Il contributo contrattuale di cui sopra è destinato dalla FNSI ad assicurare l’erogazione di prestazioni sanitarie integrative del Servizio Sanitario Nazionale; a tale fine, il relativo importo è versato – con le modalità di cui all’art. 4 delle norme transitorie e di attuazione del presente contratto – dalle aziende alla Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani (CASAGIT), costituita nel 1974 ad iniziativa della FNSI.
Analogo versamento sarà effettuato dall’INPGI per il contributo trattenuto sui trattamenti corrisposti ai pensionati».
Art. 4 Norme transitorie e di attuazione: «… 2) Le aziende provvedono a versare alla CASAGIT un contributo pari all’1% della retribuzione imponibile per ogni giornalista professionista dipendente ex artt. 1, 2 e 12 nonché per ogni praticante».

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