PARMA – La figlia del boss Riina minaccia denuncia nei confronti dei cronisti. È successo oggi a Parma quando Maria Concetta Riina, prima di quattro figli del capo di Cosa nostra Totò, si è recata all’ospedale per andare dal padre defunto insieme all’avvocato Luca Cianferoni. Il corpo di Totò Riina, morto ieri all’età di 87 anni dopo essere finito in coma al termine dell’ultimo intervento chirurgico subìto pochi giorni fa, è stato trasferito nella sezione di Medicina legale dell’ospedale di Parma dove è stato sottoposto ad autopsia.
La primogenita del boss di Corleone si stava recando proprio qui quando è stata intercettata dai giornalisti, seguiti da fotografi e cameraman, che le hanno chiesto spiegazioni per quel suo post di Facebook pubblicato poco dopo la morte del padre. Post in cui una donna, con un dito davanti alle labbra, invita al silenzio. Come foto profilo, invece, una rosa nera simbolo di lutto.
«Ho dei figli minori, non ho niente da dire. Vi denuncio – ha detto ai cronisti Maria Concetta Riina – . Non posso parlare, ho dei figli minori, tre bambini piccoli che vedono la foto della madre sui giornali. Forse voi non avete capito. Ho dei figli da tutelare, per cortesia smettetela».
Alla reazione della figlia del boss, che ha anche chiesto ai giornalisti «rispetto per il dolore di una famiglia», è seguita quella della madre Ninetta Bagarella, arrivata a Parma con il figlio Salvo. «Fatemi camminare, non vi voglio neanche vedere», le parole della signora Riina ai giornalisti.
Ad osservare gli operatori dell’informazione fuori dall’ospedale di Parma anche alcune “inquietanti” figure fermate dalle forze dell’ordine. Fra loro due siciliani, che hanno spiegato di essere lì per «semplice curiosità».
Uno di loro ha scambiato due chiacchiere con i giornalisti. «Da siciliano cosa penso di Riina? – ha raccontato – Tutto quello che si dice sulla stagione della mafia, io non l’ho mai sentito. Ci sono state delle stragi, c’è stata quella di Falcone e poco prima ci sono passato per quella strada, potevo incapparci pure io. Qui c’è una persona che è morta, è stata condannata: basta. Per me è morto un papà, che ha quattro figli». E che Totò Riina fosse stato condannato a ben 26 ergastoli, per l’uomo intervistato, poco importa… (giornalistitalia.it)
Francesco Cangemi
Caro Direttore,
La seguo da anni con stima, affetto e rispetto, leggo sempre le sue meticolose e scrupolose riflessioni.
Complimenti per il bellissimo articolo pubblicato.