CITTÀ DEL VATICANO – Come presentare a Papa Francesco la Figec, il nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dell’arte e della cultura federato alla Cisal?
«Semplice. Anzi, più semplice di quanto nessuno di noi potesse immaginare», risponde Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, che per farlo ha scelto un’occasione molto speciale: l’udienza che Papa Francesco ha dedicato ai direttori dei giornali cattolici e ai vertici della Fisc, dell’Uspi e delle associazioni Corallo e Aiart-Cittadini Mediali.
Incontro nel quale il Pontefice ha esortato le realtà del settore a promuovere una “ecologia della comunicazione” per «far crescere una cittadinanza mediale tutelata, sostenere presidi di libertà informativa e promuovere la coscienza civica, perché siano riconosciuti diritti e doveri anche in questo campo. È – ha sottolineato – una questione di democrazia comunicativa». «Quale migliore occasione – spiega Carlo Parisi – per ringraziare Papa Francesco della particolare attenzione che rivolge ai temi del “lavoro dignitoso” e del sindacato “voce di chi non ha voce”? Temi che Papa Francesco affronta da sempre con forza ispirato dal libro più rivoluzionario: il Vangelo».
Papa Francesco, infatti, non smette mai di ricordare che «quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa, puoi prenderlo alla Caritas, ma guadagnarlo. Tutti devono avere la possibilità di guadagnare il pane e tutti dobbiamo stare al fianco di quanti si sentono giustamente feriti nella loro dignità perché il lavoro non lo trovano o lottano per difenderlo».
«Una lotta, quella per l’affermazione della dignità del lavoro – evidenzia il segretario generale della Figec Cisal – che Francesco incarna nello spirito biblico condannando ogni forma di sfruttamento e di ingiustizia: “No al lavoro nero e usurante, no all’abuso del lavoro precario, all’ingiustizia sociale, sì al lavoro dignitoso e adeguatamente remunerato e alle tutele che garantiscano una pensione tranquilla”. In parole povere, l’appello del Papa a “umanizzare il lavoro, che costruisce la società, puntando alla qualità e stando vicino a chi fa più fatica”»
Come non ricordare, poi, il monito del Papa a «non cedere agli inganni di chi vuol far credere che il lavoro, l’impegno quotidiano, il dono di se stessi e lo studio non abbiano valore e che è urgente educare a percorrere la strada, luminosa e impegnativa, dell’onestà, fuggendo le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni». E ancora l’importanza di considerare il lavoro «non solo una vocazione dei singoli, ma l’opportunità di entrare in relazione con gli altri, unendole, non allontanandole e rendendole chiuse e distanti». Insomma, la responsabilità di chiedersi «come riscattare il lavoro dalla logica del mero profitto per essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona».
«Ad un Papa “sindacalista” – afferma sorridendo Carlo Parisi – non potevamo, dunque, non regalare la maglietta della Figec, un sindacato “per” e non “contro”, un sindacato nel quale la diversità rappresenta un’occasione di riflessione e di crescita, non un problema da eliminare annientando chi non si adegua al pensiero unico.
“Eccoci” per dare voce ai senza voce e per ringraziarla, a nome di tutti gli iscritti alla Figec Cisal, del calore che quotidianamente ci trasmette». Papa Francesco sorride e ringrazia Carlo Parisi per il regalo incoraggiandolo ad andare avanti.
Per Figec Cisal e per la storia di questo nuovo sindacato questa rimarrà una giornata storica, se non altro perché non si poteva scegliere occasione migliore «per raccontare al Santo Padre l’avventura di questo sindacato nato – spiega lo stesso segretario generale – per credere ancora nell’informazione professionale di qualità possibile solo attraverso le pari opportunità, la valorizzazione del merito, la difesa dei diritti e la garanzia delle tutele di chi lavora e chiede solo di poterlo fare con dignità». (giornalistitalia.it)
Pino Nano