ROMA – Il concorso per addetto stampa al Policlinico di Messina vinto dalla giornalista Valeria Arena nel 2011 è stato regolare, così come pienamente corretto è stato l’operato della commissione esaminatrice. A stabilirlo la Corte di Cassazione che ieri, lunedì 1 febbraio, ha messo la parola fine ad una vicenda durata 10 anni. Le assoluzioni sono definitive.
Arena si classificò prima in graduatoria, prevalendo legittimamente su Gianluca Rossellini arrivato secondo. Quest’ultimo – autore della denuncia – aveva proposto ricorso per Cassazione, dichiarato inammissibile dalla VI sezione penale che lo ha condannato a pagare 3mila euro alla cassa delle ammende.
Si era concluso con quattro assoluzioni anche il processo d’appello, a maggio del 2019. La prima sezione penale Corte d’Appello di Messina, presieduta dal giudice Sicuro e composta dalle colleghe Grimaldi e Arena, aveva assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» le giornaliste Valeria Arena, candidata al concorso, Laura Oddo e Alessandra Ziniti, componenti la commissione di valutazione, così come la dirigente del Policlinico, Giuseppa Sturniolo, direttore Risorse umane dell’azienda.
I giudici avevano anche disposto la revoca delle statuizioni civili che erano state stabilite in primo grado: una provvisionale di 6.000 euro.
In primo grado il pubblico ministero aveva concluso chiedendo l’assoluzione per tutti, ma il Tribunale li aveva condannati a pene tra un anno (Sturniolo, Ziniti e Oddo) e un anno e 4 mesi (Arena).
Valeria Arena è stata difesa dall’avvocato Nunzio Rosso, Laura Oddo dall’avvocato Roberto Avellone, Alessandra Ziniti e Giuseppa Sturniolo dall’avvocato Marcello Montalbano. (giornalistitalia.it)