ROMA – La Camera dei deputati ha approvato, in via definitiva, il ddl Editoria, ovvero il testo unificato delle proposte di legge: “Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”. Nell’Aula di Montecitorio i sì sono stati 275 contro 80 no e 32 astenuti, con una maggioranza a 178.
L’Aula ha detto sì anche a un ordine del giorno presentato dal deputato sardo Emanuele Cani (Pd) che impegna il Governo a intervenire rapidamente a sostegno della piccola editoria e dell’informazione locale, in particolare delle emittenti radiotelevisive.
Il provvedimento introduce diverse novità nel settore, a partire dal tetto agli stipendi Rai, fissato a 240mila euro annui. Inoltre, viene istituito il Fondo per il pluralismo e l’innovazione presso il ministero dell’Economia e viene attribuita al Governo la delega per ridefinire la disciplina sui contributi pubblici, e le norme sui prepensionamenti dei giornalisti e sul Consiglio dell’Ordine.
“Dopo 376 giorni di lavoro parlamentare – commenta il relatore Roberto Rampi (Pd) – finalmente è stata approvata la legge sull’editoria e sul pluralismo, che si occupa di tutta la filiera dell’informazione. Grazie a questo testo, non saranno spente tante piccole voci che garantiscono nei territori la possibilità di informarsi e sarà favorita l’apertura di nuove iniziative editoriali, in particolare per i giovani. Inoltre, il provvedimento interviene sulla qualità del lavoro del giornalista e sulla sua tutela professionale”.
“Si tratta – conclude Rampi – di un passaggio storico per il mondo dell’informazione e dell’editoria, che da tempo attendeva una regolamentazione seria per un settore fondamentale per la nostra democrazia”.
dal canto suo, il presidente dei deputati Pd, Ettore Rosato, ricorda che “una democrazia è più solida se i cittadini possono disporre di una informazione di qualità”.
“La legge sull’editoria approvata oggi – aggiunge Rosato – interviene in modo concreto su un sistema in rapido cambiamento, istituendo un fondo per l’innovazione dell’informazione. Si va dal sostegno alla stampa locale, alle cooperative e agli enti no profit, ai fondi per il passaggio al digitale, dagli aiuti alle start up che presentano progetti d’avanguardia, agli interventi per la crisi delle edicole permettendo loro di diversificare i prodotti in vendita. Vogliamo favorire i giovani con particolare attenzione all’informazione multimediale e digitale”.
Il presidente dei deputati Pd spiega che “la legge evita finanziamenti generici, per premiare invece le attività imprenditoriali più virtuose, rispetto al numero di copie vendute, personale assunto e propensione ad aumentarlo. È una legge molto attesa da giornalisti e editori, che interviene sulle ristrutturazioni aziendali, riconosce l’importanza delle Tv locali e la qualità del servizio pubblico. Grazie ad essa si potrà riorganizzare l’Ordine professionale dei giornalisti, mentre vengono finalmente fissati i limiti precisi per i compensi di amministratori e personale della Rai, e comunque della società concessionaria pubblica”.
Insomma, conclude Rosato “è un primo passo importante per rilanciare un settore in continua evoluzione di sistemi e linguaggi e «garantire un reale pluralismo dell’informazione, tema fondante per la democrazia», come ha giustamente detto il relatore Roberto Rampi. Un grazie a lui, ai deputati Pd in commissione cultura guidati da Maria Coscia e alla presidente Flavia Piccoli Nardelli”.
“Soddisfazione” è stata, infine, espressa dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, secondo il quale “il Parlamento ha recepito lo spirito con cui il sottosegretario Luca Lotti ha promosso, sostenuto, voluto, questa iniziativa, che è quella di misure urgenti per il sostegno dell’editoria, declinata nei tempi innovativi che viviamo”.
“Il modo in cui le opposizioni si sono rapportate al testo – ha detto ancora Giacomelli – è stato, tutto sommato, collaborativo. A dimostrazione che esiste un terreno comune per continuare a lavorare in questo settore”.
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