COPENAGHEN (Danimarca) – Un fitto mistero avvolge la scomparsa della giornalista svedese Kim Wall, 30 anni, che secondo la polizia danese sarebbe stata uccisa dall’inventore Peter Madsen, 46 anni, proprietario del sottomarino affondato venerdì scorso nelle acque di Copenaghen.
La giovane freelance, che ha lavorato per New York Times, The Guardian e Vice, si trovava nella capitale danese per realizzare un reportage sul più grande sommergibile realizzato da un privato in crowdfunding, il Nautilus UC3: 18 metri di lunghezza e 40 tonnellate di peso, varato nel 2008 e intitolato al celebre Giulio Verne autore di “Ventimila leghe sotto i mari”.
Il corpo della donna non è stato ritrovato, ma per gli investigatori danesi il responsabile della sua morte sarebbe proprio Madsen, accusato di aver volutamente affondato il sommergibile, magari per coprire l’omicidio. Quando la Guardia Costiera ha tratto in salvo Madsen, mentre il sommergibile colava a picco, l’uomo ha escluso la presenza della giornalista a bordo, affermando di averla fatta scendere prima dell’incidente nei pressi del ristorante Halvandet alle 22.30. Il proprietario del locale è stato sentito dalla polizia, ha consegnato i video registrati dalle telecamere, ma il tutto è coperto da segreto istruttorio.
In ogni caso, se il successivo recupero del Nautilus ha confermato l’assenza del corpo della donna, alcune fotografie e, soprattutto, diverse contraddizioni di Madsen, proverebbero il contrario, tanto da aver indotto la magistratura danese a spiccare un ordine di arresto per omicidio in luogo e modo ignoti. Accuse contestate da Peter Madsen, assistito dall’avvocato Betina Hald Engmark.
La scomparsa di Kim Wall era stata denunciata, alle 2.30 di venerdì, dal fidanzato che, non vedendola rientrare in albergo, ha fatto scattare l’allarme. Gli investigatori hanno, però, accertato che Wall e Madsen si sono incontrati alle 19 di giovedì a Refshaleoen, una zona portuale di Copenaghen.
La donna è, infatti, salita a bordo del Nautilus, come dimostra la foto scattata, alle 20.30, da un uomo che si trovava su una nave di crociera ed ha immortalato la coppia nella torre di comando.
Ad incastrare l’inventore danese sarebbe anche la perizia tecnica degli investigatori, che avrebbe escluso il guasto tecnico rivelando, invece, l’affondamento doloso del sommergibile.
Le ricerche di Kim Wall, comunque, proseguono senza sosta e se in molti sperano nel miracolo, la polizia danese non nasconde il timore del probabile ritrovamento della donna in fondo al mare.
Al momento, Peter Madsen è in galera con l’accusa di omicidio colposo, che consente agli investigatori di tenerlo in custodia cautelare fino all’inizio di settembre, il tempo necessario per fare luce sul caso ed eventualmente modificare il capo di imputazione. (giornalistitalia.it)