ISTANBUL (Turchia) – Non accetta l’ipotesi del suicidio e accusa il governo turco, il fratello di Zaki Mubarek, uno dei due uomini arrestati lo scorso 19 aprile, con l’accusa di essere agenti dei servizi segreti degli Emirati Arabi coinvolti nella morte del giornalista Jamal Khashoggi e trovato morto lo scorso 28 aprile in carcere.
Il cadavere della sospetta spia è stato rinvenuto impiccato nel bagno della cella del carcere di Silivri, alla periferia di Istanbul. Una ricostruzione che non convince il fratello Zeynel, che ha parlato ai microfoni di al Arabiya, accusando il governo turco per la morte di Zaki.
“Mio fratello è stato ucciso. Il governo turco ha le mani sporche del sangue di mio fratello. Noi ci opporremo in tutti i modi alla possibilità che la Turchia possa trarre vantaggi dalla sua morte. L’avvocato mi ha mandato un sonoro con la voce di Zaki che respingeva tutte le accuse”, ha dichiarato il fratello della presunta spia. Il figlio di Zaki Mubarek ha, invece, dichiarato che suo padre si era recato in Turchia in cerca di un lavoro e che la notizia dell’arresto era stata accolta dalla famiglia “con sorpresa e sgomento”.
I due emiratini furono arrestati 10 giorni fa con l’accusa di “spionaggio internazionale a fine militare e politico” nell’ambito di un’indagine mirata a svelare il legame e l’eventuale ruolo dei due arrestati nell’omicidio di Jamal Khashoggi, giornalista saudita ucciso lo scorso 2 ottobre dopo essersi recato nel consolato dell’Arabia Saudita.
Riad, dopo 2 settimane dalla sparizione del giornalista ne confermò la morte di Khashoggi, senza però rivelare il luogo in cui si trova il cadavere, la cui sparizione rimane tuttora un mistero e chi avesse offerto supporto a Istanbul allo squadrone della morte giunto da Riyad per uccidere il giornalista. Ankara ha chiesto il mese scorso l’inclusione nella lista rossa dell’Interpol di 20 persone, tutte sospettate di aver ucciso il giornalista. (agi)
Il fratello di Zaki Mubarek accusa la Turchia di omicidio per fare un piacere agli Emirati