ANKARA (Turchia) – Resti del corpo del giornalista saudita Jamal Khashoggi sono stati trovati a Istanbul: lo riferisce Sky News dopo le dichiarazioni a Haberler di Dogu Perincek, leader del partito di opposizione turco Rodina. Fonti hanno detto a Sky News che il corpo dell’editorialista del Washington Post è stato “fatto a pezzi” e che il suo volto è “sfigurato”.
Una fonte citata dall’emittente ha indicato che parti del corpo di Khashoggi sono state trovate nel giardino della residenza del console saudita nella città sul Bosforo. (adnkronos)
ERDOGAN: «VOGLIAMO I RESPONSABILI PER PROCESSARLI A ISTANBUL»
Ora Erdogan, che ha criticato la negligenza del console saudita a Istanbul, assicura che «la Turchia non rimarrà in silenzio ed è in attesa delle conclusioni investigative».
Oltre alle risposte (poche) date, il presidente ha fatto diverse domande: «Pretendiamo di sapere chi ha dato ordini ai 15 arrivati in Turchia, perché si sono radunati a Istanbul nel giorno dell’omicidio, chi li ha mandati qui? Perché ancora non si trova il corpo della persona che hanno ammesso di aver ucciso? Per quale motivo ci hanno fatto aspettare così tanto prima di autorizzare l’ispezione del consolato?».
Erdogan vuole anche il nome del “collaboratore locale” che potrebbe avere nascosto il cadavere: «Vogliamo il
suo nome perché tutti i responsabili di questo omicidio dovranno essere puniti». E infine la richiesta di «processare i
18 identificati come responsabili a Istanbul, perché il reato è stato commesso qui, anche se l’edificio del consolato è da considerarsi territorio saudita».
Il capo di Stato turco confida nelle leggi internazionali e nelle regole dell’Islam come elemento di persuasione per i sauditi. «Non metto in dubbio la sincerità del re Salman, ma se dovesse esserci la conferma che ci troviamo dinanzi a un omicidio politico allora anche in patria dovrà essere svolta un’indagine con un processo imparziale, e anche gli altri Paesi dovranno aprire indagini per trovare i complici», ha detto.
Il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, ha assicurato che saranno messe in atto misure per garantire che un omicidio come quello del giornalista critico verso il regime, “non si ripeta più” e ha promesso un’indagine “approfondita e completa”.
Il ministro saudita per l’Energia, Khaled al-Faleh, ha affermato che Riad attraversa una “crisi” dovuto all’omicidio “abominevole” di Khashoggi.
Intanto, si è aperto a Riad il summit internazionale Future Investment Initiative, noto anche come la “Davos del deserto”, caratterizzato da un’ondata di rinunce di partecipanti e media internazionali.
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman non era presente all’apertura del forum di investimento, che si terrà fino a giovedì. (agi)