ROMA – “E’ difficile dire che sono stata licenziata? No. L’ho detto, almeno venti volte, e non lo è”: così l’ex direttore del New York Times, Jill Abramson, si racconta in un’intervista a tutto campo al magazine Cosmopolitan.
“Ho insistito che tutto fosse detto chiaramente in pubblico, perché non me ne vergognavo”, afferma Abramson. “Sapevo in anticipo di essere stata licenziata – rivela – Ma quando la notizia è diventata di dominio pubblico, i miei figli sono rimasti sconvolti”.
L’ex direttore della “Signora in Grigio” racconta al magazine di essersi recata dal suo personal trainer, che le ha fatto indossare dei guantoni da boxe dicendole: “Ne hai bisogno”.
Così si è fatta scattare una foto da mandare ai figli, per dimostrare loro che “non era a casa a piangere in un angolo”. Abramson, che in autunno inizierà ad insegnare ad Harvard, si rivolge poi alle giovani donne, sottolineando che, anche se è difficile, “non dovrebbero sentirsi stigmatizzate se vengono licenziate”.
“Specialmente in questa economia – prosegue – dove le persone vengono cacciate per ragioni arbitrarie, e dove a volte ci sono forze che sfuggono al vostro controllo”.
La prima donna direttrice del Nyt sostiene che “può essere pericoloso definire se stessi in base al proprio lavoro”. Infine, ammette: “Mi mancano i miei colleghi e la sostanza del mio incarico, ma non mi manca dire, «Jill Abramson, direttore esecutivo del New York Times»”. (Ansa)
L’ex direttore del New York Times a tutto campo in un’intervista a Cosmopolitan