BRATISLAVA (Slovacchia) – La polizia slovacca ha aperto un’indagine per omicidio dopo il ritrovamento del cadavere di Jan Kuciak e quello della fidanzata Martina Kusnirova nell’abitazione a Velka Maca, a 65 chilometri da Bratislava. Ad avvertire la polizia erano stati i genitori del giovane giornalista perché non riuscivano a mettersi in contatto con la coppia. Gli investigatori ritengono che la morte sia avvenuta tra giovedì e domenica.
Secondo quanto riferito dal comandante della polizia, Tibor Gaspar, Kuciak è morto per un colpo d’arma da fuoco al petto mentre alla sua fidanzata hanno sparato in testa. Il motivo, hanno affermato le autorità, è “molto probabilmente riconducibile al lavoro investigativo del giornalista”.
La pista della truffa sui fondi strutturali UE
Secondo fonti di stampa Kuciak stava lavorando su una truffa riguardante i fondi strutturali dell’Ue; il suo ultimo articolo riguardava l’imprenditore Marian Kocner, accusato di frode ed evasione fiscale, ma il cui caso era stato archiviato l’anno scorso dalla magistratura. (Leggi anche: https://www.giornalistitalia.it/slovacchia-ucciso-il-giornalista-jan-kuciak/)
L’Ong Reporter Senza Frontiere (Rsf) ha condannato l’omicidio (al pari delle Federazioni europea ed internazionale dei giornalisti, Efj ed Ifj, ndr), confermando che Kuciak era stato di recente oggetto di minacce. Si tratta del quinto giornalista ucciso nell’Ue nell’arco degli ultimi dieci anni.
La pista della ’ndrangheta
Ma c’è anche un’altra pista. Kuciak potrebbe essere stato ucciso per volere della ’ndrangheta calabrese. A scriverlo su “Politico” è Tom Nicholson, che di Jan era stato collega e oggi racconta le inchieste su cui stava lavorando il reporter ventisettenne.
Jan, scrive Nicholson, “aveva fatto progressi importanti su un’altra storia che aveva impegnato entrambi: il trasferimento illegale di fondi strutturali europei a italiani residenti in Slovacchia, i cui legami con la ’ndrangheta erano provati”.
Jan “aveva messo in piedi una collaborazione con giornalisti investigativi italiani, che potrebbero confermare le identità e i legami criminali degli italiani attivi in Slovacchia”, in particolare “nell’est della Slovacchia, dove io viaggiai nel 2015 e nel 2016 sulle loro tracce…ho ancora gli screenshot delle pagine Facebook in cui il loro capo esortava al voto per il partito Smer (il partito al governo, ndr).
“Ma – spiega Nicholson – la criminalità organizzata slovacca non ha mai ucciso giornalisti, laddove le bande mafiose italiane non si sono mai fatte scrupoli in questo senso”. (rainews)