ROMA – L’estensione dell’aliquota Iva al 4% ai giornali online, prevista dalla Legge di Stabilità all’esame del Parlamento, al pari di quanto già previsto per gli e-book dalla Legge di Stabilità dello scorso anno, anticipa un orientamento dell’Unione Europea sulla materia, sulla base della considerazione che un giornale è un giornale, indipendentemente dal supporto sul quale sia possibile leggerlo. La Fieg in merito ai dubbi sollevati dalla Commissione Politiche europee del Senato sulla compatibilità della misura con l’ordinamento europeo, segnala come nello stesso parere sia indicata la possibilità di scelte differenti in materia da parte dell’Unione sulla base della recente dichiarazione congiunta dei ministri della cultura di Francia, Germania, Italia e Polonia, con la quale tali Paesi chiedono alla Commissione europea di modificare la direttiva Ue sull’Iva.
Alla presa di posizione dei quattro importanti Paesi della Ue hanno fatto seguito le dichiarazioni del Presidente e del Vicepresidente della Commissione europea: Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, ha annunciato che, entro il 2016, la Commissione presenterà una proposta che prevederà l’applicazione di aliquote Iva ridotte per la stampa digitale negli Stati membri e Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, ha riconosciuto la necessità di misure urgenti per allineare le aliquote Iva applicate alla stampa, concedendo agli Stati membri la possibilità di modificare la propria legislazione nazionale sulla stampa digitale.
In tale quadro, l’Iva al 4% a giornali, notiziari quotidiani, dispacci delle agenzie di stampa e periodici online – quanto mai auspicabile per dare una spinta significativa alla modernizzazione dell’intero sistema editoriale – costituisce unicamente una anticipazione, da parte del legislatore italiano, del legislatore europeo.
La Fieg ricorda che l‘estensione del’aliquota anticipa un orientamento della Ue