ROMA – “L’apocalisse ha un colore azzurro tenebra”, scrive La Repubblica . “Disastro Italia. Un fallimento mondiale” è la scelta de La Stampa. Una “figuraccia storica. Lo sfacelo è negli occhi vuoti di Gian Piero Ventura” secondo il Corriere della Sera.
Apocalisse, disastro, figuraccia. La sconfitta ieri della nazionale italiana contro la Svezia ha moltissime sfumature ma un solo, e terribile, esito: dopo sessant’anni siamo fuori dalla fase finale di un mondiale di calcio. In Russia, la prossima estate, ci andranno gli scandinavi, più bravi di noi a gestire 180 minuti di ansia e incredulità. Quella di ieri è stata anche l’ultima partita per Gianluigi Buffon, in lacrime al fischio finale, che passa il testimone e abbandona la maglia che ha vestito per cinque lunghi mondiali. Ed “è una tristezza – dice il Messaggero – che ci contagia tutti”.
La reazione di De Rossi e le scelte di Ventura
La scena è di quelle destinate a rimanere nella storia del calcio italiano. A metà del secondo tempo lo staff azzurro chiede a Daniele De Rossi, giocatore della Roma, di scaldarsi. In campo c’è Jorginho che sta facendo benissimo e il centrocampista, come racconta SkySport, reagisce male: “Io che entro a fare? Dobbiamo vincere, non pareggiare”. Il dito indica Insigne, il funambolo napoletano che tutti, allo stadio e a casa, vorrebbero in campo. Serve il suo talento, serve una sua giocata per scardinare il muro che gli svedesi hanno eretto davanti alla porta. Insigne rimarrà in panchina per tutti e 90 i minuti. De Rossi, invece, ha detto addio alla nazionale, come Buffon.
Nella ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, al triplice fischio dell’arbitro, Ventura svicolerà dai microfoni della Rai per ricomparire solo molti minuti dopo e confermare che non si dimetterà. Il suo contratto, rinnovato qualche mese fa, scade nel 2020.
“Apocalisse”, “Sfacelo”, “Disastro”. Le parole con cui i giornali raccontano la sconfitta degli Azzurri.
L’ultimo saluto, in lacrime, di Buffon
“Dispiace non per me, ma per il movimento. Abbiamo fallito qualcosa che poteva essere importante a livello sociale. Questo è l’unico rammarico che ho perché il tempo passa ed e tiranno ed è giusto che sia così”. Le parole del portiere della Juve vanno oltre la sconfitta di ieri. È un dramma vero che ritroveremo il prossimo agosto quando vedremo gli altri correre per i campi russi.
Il calcio, per gli italiani, è più di un gioco. I mondiali hanno la grande capacità di unire un Paese, come il nostro, che vive di pallone. Poi, passando il testimone ai giovani colleghi, Donnarumma e Perin, Buffon conclude: “Noi siamo testardi e caparbi, dopo le brutte cadute troviamo sempre il modo per rialzarci e lo faremo anche stavolta”. Un campione vero, anche di stile, che aveva iniziato al serata applaudendo forte l’inno svedese mentre San Siro, che ha spinto gli azzurri fino all’ultimo, fischiava impaurito.
Le reazioni all’estero
L’Equipe, il giornale sportivo più importante del mondo, scrive un semplice: “Ciao Italia” mentre As, quotidiano di Madrid, commenta semplicemene con “Dramma Italia, non va ai mondiali”.
In Portogallo, A Bola ci saluta con un “Arrivederci, l’Italia fuori dai mondiali dopo 60 anni”. Globo esporte, infine, dal lontano sudamerica è più poetico: “La caduta dei giganti”. Un titolo che evoca ancora il 2006, il momento più alto della nostra nazionale. Il trionfo in Germania.
Ora, dopo aver toccato il fondo, ci aspetta molto lavoro per poterci ripresentare, nel 2022, in Qatar, con un’altra generazione di giocatori. Speriamo di campioni. (agi)