ROMA – Nuovo record per internet: il 73,7% degli italiani sul web. La penetrazione di internet aumenta di 2,8 punti percentuali nell’ultimo anno e l’utenza della rete tocca un nuovo record, attestandosi al 73,7% degli italiani (e al 95,9%, cioè praticamente la totalità, dei giovani under 30).
La crescita complessiva dell’utenza del web nel periodo 2007-2016 è stata pari a +28,4%: nel corso degli ultimi dieci anni gli utenti di internet sono passati da meno della metà a quasi tre quarti degli italiani (erano il 45,3% solo nel 2007).
Questi sono i principali risultati del 13° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, promosso da Enel, Hp Enterprise, Mediaset, Rai e Tv2000, presentato oggi a Roma presso la Sala Zuccari del Senato da Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, e discusso da Vania De Luca, presidente dell’Ucsi, Andrea Falessi, responsabile Comunicazione di Enel, Antonio Menghini, direttore Settore pubblico di Hp Enterprise, Gina Nieri, direttore Affari istituzionali, legali e analisi strategiche di Mediaset, Giancarlo Leone, direttore Coordinamento editoriale palinsesti televisivi Rai, Lorenzo Serra, direttore generale di Tv2000, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
E mentre diminuiscono gli utenti dei telefoni cellulari basic, in grado solo di telefonare e inviare sms (-5,1% nell’ultimo anno), continua la crescita impetuosa degli smartphone, utilizzati dal 64,8% degli italiani (e dall’89,4% dei giovani di 14-29 anni): +12% di utenza complessiva in un anno, una crescita superiore a quella di qualsiasi altro mezzo.
Si registrano pure piccole oscillazioni al rialzo per la diffusione di e-reader (+0,7%) e tablet (+1,7%). Boom dei consumi tecnologici anche negli anni della crisi: +190%. L’andamento della spesa per consumi delle famiglie conferma il trend anticiclico dei consumi tecnologici in un decennio caratterizzato da una lunga e profonda recessione.
Tra il 2007 (l’anno prima dell’inizio della crisi) e il 2015, mentre i consumi generali flettevano complessivamente del 5,7% in termini reali, decollava la spesa per acquistare apparecchi telefonici (+191,6%, per un valore di 5,9 miliardi di euro nell’ultimo anno) e computer (+41,4%), seppure i servizi di telefonia si riassestavano verso il basso per effetto di un riequilibrio tariffario (-16,5% negli otto anni, per un valore però superiore a 16,6 miliardi di euro), e infine la spesa per libri e giornali si riduceva del 38,7%.
Gli italiani hanno evitato di spendere su tutto, ma non sui media connessi in rete, perché grazie ad essi hanno aumentato il loro potere individuale di disintermediazione. Usare internet per informarsi, prenotare viaggi e vacanze, acquistare beni e servizi, guardare film o seguire partite di calcio, entrare in contatto con le amministrazioni pubbliche o svolgere operazioni bancarie, ha significato spendere meno soldi o anche solo sprecare meno tempo: in ogni caso, guadagnare qualcosa. Social network e piattaforme online indispensabili nella nostra vita quotidiana.
Facebook è il social network più popolare: è usato dal 56,2% degli italiani (il 44,3% nel 2013), raggiunge l’89,4% di utenza tra i giovani under 30 e il 72,8% tra le persone più istruite, diplomate e laureate.
L’utenza di YouTube è passata dal 38,7% del 2013 al 46,8% del 2016 (fino al 73,9% tra i giovani). Instagram è salito dal 4,3% di utenti del 2013 al 16,8% del 2016 (e il 39,6% dei giovani). E WhatsApp ha conosciuto un vero e proprio boom: nel 2016 è usato dal 61,3% degli italiani (l’89,4% dei giovani). (Askanews)
Lo dice il 13° rapporto Censis-Ucsi: Facebook è il social più popolare