TEHERAN (Iran) – Il giornalista Rouhollah Zam, 47 anni, è stato impiccato stamane a Teheran in esecuzione della condanna a morte confermata, nei giorni scorsi, dalla Corte Suprema iraniana «a causa della gravità dei crimini commessi contro la Repubblica islamica dell’Iran». La notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Irna e dalla Tv di Stato iraniana è stata confermata dal Ministero della Giustizia.
Figlio di un religioso sciita, Rouhollah Zam era fuggito dall’Iran in Francia dove gli era stato concesso l’asilo politico. Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno annunciato nel 2019 di averlo catturato dopo un’operazione di intelligence senza specificare dove fosse avvenuta. Secondo Le Point, è caduto in un’imboscata in Iraq nell’ottobre 2019 e riportato nella Repubblica islamica.
Il 20 ottobre scorso Reporter Senza Frontiere aveva lanciato un appello ai difensori dei diritti umani affinché intervenissero a favore di Rouhollah Zam.
Seguito da oltre un milione di follower sui canali social del suo giornale d’informazione AmadNews, secondo il regime di Teheran aveva incitato le proteste antigovernative avvenute tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Gli erano stati contestati 13 capi di accusa per istigazione alla violenza e reati contro la sicurezza interna ed estera del paese, spionaggio a favore dei servizi segreti di Israele, Francia e Stati Uniti e cooperazione con il governo americano. (giornalistitalia.it)
Accusato di aver incitato le proteste antigovernative con il suo giornale on line AmadNews