TEHERAN (Iran) – Le autorità iraniane hanno ordinato la chiusura di un altro giornale riformista, il terzo negli ultimi mesi. A finire nel mirino è stato il quotidiano Ebtekar, accusato di “diffondere menzogne” dopo la pubblicazione, giovedì scorso, della notizia della revoca dell’incarico al direttore dell’amministrazione penitenziaria del Paese, a seguito della denuncia di violenze inflitte ai prigionieri politici nel carcere di Evin, a Teheran.
“Ho ricevuto una comunicazione dalle autorità riguardo al divieto imposto al quotidiano per diffusione di menzogne’, ha detto all’agenzia di stampa Isna il direttore del quotidiano, Mohammad Ali Vakili.
Secondo l’Isna, “il titolo della notizia di Ebtekar riportava il licenziamento del capo delle prigioni, mentre è stato nominato a nuovo incarico e non licenziato”. Gholam Hossein Ismaili è stato, infatti, nominato capo del Dipartimento della giustizia della capitale iraniana, dopo aver respinto ogni accusa di violenze inflitte dalle guardie contro i prigionieri di Evin.
Secondo quanto denunciato dai siti dell’opposizione iraniana, diversi detenuti della sezione 350 di Evin sono stati picchiati il 17 aprile scorso, dopo uno tafferuglio scoppiato nel carcere; versione smentita dalle autorità, secondo cui i prigionieri avrebbero opposto resistenza a un’ispezione, scontrandosi con le guardie. Alcuni dei detenuti sarebbero stati trasferiti in ospedale.
A febbraio le autorità erano già intervenute contro Aseman, giornale riformista lanciato solo cinque giorni prima che venisse accusato di insultare la legge islamica. Lo scorso ottobre era stata, invece, la volta di Bahar, finito nel mirino per aver messo in dubbio i valori dell’Islam sciita. Lo scorso marzo, il presidente iraniano Hassan Rohani era intervenuto sulla questione, sostenendo che “la chiusura di un giornale dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima”. (TMnews/Afp)