ROMA – Presa di posizione del dg e della presidente della Rai Antonio Campo Dall’Orto e Monica Maggioni dopo le polemiche per l’intervista di Bruno Vespa. “Da noi nessun negazionismo”, ha detto la Maggioni che ha però evidenziato che Riina jr ha dato in sostanza un’intervista da mafioso. Intanto il direttore ha fatto sapere che dal primo settembre ci sarà una supervisione giornalistica.
“Questa è una fase di transizione – ha detto Campo Dall’Orto – prima abbiamo deciso di occuparci della informazione giornalistica in senso stretto, cioè delle testate, e poi dal primo settembre bisognerà riuscire ad avere una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano. Da quel momento si dovrà decidere insieme”. Lo dice il dg Rai Antonio Campo Dall’Orto in Commissione Antimafia, rispondendo a domande sull’intervista di Riina jr ieri sera a Porta a Porta.
Un punto sul quale arriva la secca replica del sindacato: “La chiusura della vicenda ‘Porta a Porta’ non può consistere nell’invenzione della figura di un supervisore a priori dei contenuti giornalistici, in chiara violazione della legge e del contratto collettivo di lavoro”. Lo affermano in una nota il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani.
“Nella storia della Rai – ha puntualizzato la Maggioni – non c’è nessun negazionismo, da giornalista capisco l’attrazione per questa storia ma c’è il contenuto e ci sono anche le responsabilità. Nel Paese la ferita della mafia non è una ferita del passato, ma di oggi. E per questo serve attenzione al contesto. Intervenire a priori rimanda all’idea di censura ed è difficile accettare l’idea di censura, nei confronti di un collega con una lunga storia professionale. Su certi temi vale la pena dilatare il confronto sul come si dicono le cose che resta fondamentale”.
“Nel risentire il racconto di Riina jr – ha detto ancora la Maggioni – molte cose sono insopportabili. Non rinnegare la storia del padre, ad esempio. In sostanza Riina dà una intervista da mafioso. La Rai non è però appiattibile su un’intervista, perché racconta giorno per giorno le storie delle vittime della mafia”.
“Non sono stati fatti pagamenti. Le domande sono state fatte in libertà e la liberatoria è arrivata alla fine”, ha detto Campo Dall’Orto in Commissione Antimafia, rispondendo ai parlamentari che gli chiedevano se Riina jr avesse ricevuto un compenso e quali erano state le modalità della liberatoria.
La Commissione parlamentare Antimafia, dunque, ha convocato i vertici Rai, ovvero la presidente della Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, per una audizione urgente sulla vicenda dell’intervista al figlio di Riina nella trasmissione “Porta a Porta” su Raiuno.
“Abbiamo chiesto spiegazioni – replica la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi – perché se il presidente del Senato deve dare prima la liberatoria e Riina la dà dopo qualche spiegazione ci deve essere data. Io firmo sempre prima quando vado in tv, mai dopo. Le liberatorie si danno sempre prima perché altrimenti si lascia il pallino in mano a chi la deve firmare dopo”.
“Come editore principale del paese – ha detto anche il dg Rai –, supportiamo la lotta alla mafia con grande passione. L’azienda non ha nessun dubbio sul significato del servizio pubblico. Per questo abbiamo consegnato alla Commissione una cartella con tutto il lavoro fatto a sostegno della lotta alla mafia negli ultimi otto mesi”.
Il presidente del Senato Pietro Grasso, intervenendo alla Luiss, ha detto: “Io penso che il servizio pubblico non debba avere limiti all’informazione, ma deve imporre un diverso grado di responsabilità e di serietà. Non si può banalizzare la mafia, non si ci si deve prestare a operazioni commerciali e culturali di questo tipo, e una puntata riparatoria non giustifica, anzi sembra mettere sullo stesso piano il punto di vista della mafia e quello dello Stato”. (Ansa)
SUL WEB VOLA LA PETIZIONE PER CHIUDERE “PORTA A PORTA”
Una marea di firme, quasi 35mila, raccolte in sole 12 ore per chiedere la chiusura di “Porta a Porta” dopo che il figlio del super boss Totò Riina, Salvo, è stato ospite l’altra sera nel programma di Rai Uno condotto da Bruno Vespa. Lanciato sulla popolare piattaforma di petizioni online Change.org, l’appello a firma di Salvatore Lo Presti e indirizzato tra gli altri a Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto, ha anche raccolto l’adesione di Sabina Guzzanti, convinta firmataria.
“È inaccettabile – si legge nel testo della petizione – che la Rai mandi in onda la puntata di ‘Porta a Porta’ sulla presentazione del libro del figlio del Boss mafioso Totò Riina, Salvo. Rosy Bindi, commissione Antimafia, ha detto: “Si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia”.
Mentre il presidente del Senato Pietro Grasso twitta: “Non mi interessa se le mani di Riina accarezzavano i figli, sono le stesse macchiate di sangue innocente”. Pier Luigi Bersani invece ha deciso di rinunciare ad essere ospite di “Porta a Porta”.
Spiega ancora Lo Presti: “La Rai è pubblica, pagata con i nostri soldi! Non possiamo più sopportare questo tipo di trasmissioni, questa finta informazione giornalistica. Non è la prima volta (vedi Casamonica). Speriamo che qualcosa cambi, ma sul serio!” (Adnkronos)