In vigore tra 6 mesi, tra un anno la norma per l’accesso dei giornalisti alle ordinanze

Intercettazioni: via libera al decreto di riforma

intercettazioniROMA – Via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che riforma il sistema delle intercettazioni. I punti centrali del provvedimento, che pone un freno agli abusi e prevede la creazione di un archivio riservato custodito dal pm, entreranno in vigore 180 giorni dopo la sua pubblicazione. La norma che legittima l’accesso dei giornalisti alle ordinanze del gip, invece, entrerà in vigore tra un anno.

INTERCETTAZIONI: NUOVE REGOLE E MAGGIOR TUTELA DELLA PRIVACY

Mai più trascrizioni di intercettazioni irrilevanti per le indagini; regole per l’utilizzo dei virus-spia come il Trojan; solo “brani essenziali” e quando “è necessario” nelle ordinanze di custodia cautelare; un nuovo reato nel codice penale: la “diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente”, punita con la reclusione fino a 4 anni, l’accesso legittimo dei giornalisti alle ordinanze del gip, una volta che le parti ne abbiano avuto copia.
Questi i punti essenziali della nuova legge sulle intercettazioni, prevista dalla delega contenuta nella riforma del processo penale varata la scorsa estate. Ecco, nel dettaglio, cosa prevedono i 9 articoli del provvedimento, un decreto legislativo approvato in via preliminare il 2 novembre scorso in Consiglio dei ministri e oggi giunto al via libera definitivo, dopo alcune modifiche introdotte a seguito dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti.

DIFFUSIONE FRAUDOLENTA DI REGISTRAZIONI O CONVERSAZIONI, PENA FINO A 4 ANNI

Reclusione fino a 4 anni per “chiunque, al fine di recare danno all’altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte riservatamente in sua presenza o alle quali comunque partecipa”.
Non c’è punibilità se la diffusione delle riprese o delle registrazioni è conseguente alla loro utilizzazione in un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

DIVIETO TRASCRIZIONE ASCOLTI IRRILEVANTI

Il testo prevede il divieto di trascrizione “anche sommaria” delle “comunicazioni o conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini, sia per l’oggetto che per i soggetti coinvolti”. Nel verbale delle operazioni va indicato solo data, ora e dispositivo su cui la registrazione è intervenuta.

ARCHIVIO IN MANO AL PM

A conservare verbali e registrazioni sarà il pubblico ministero in un archivio e sarà sempre il pm entro 5 giorni dalla conclusione delle operazioni a occuparsi del deposito di tutti gli atti, formando un elenco delle conversazioni rilevanti ai fini di prova. Nel caso in cui vi sia un rischio di “grave pregiudizio per le indagini”, il giudice può autorizzare il pm a ritardare il deposito, ma non oltre la chiusura dell’inchiesta.
I verbali e le registrazioni delle intercettazioni acquisite nel fascicolo di notizie di reato non sono coperti da segreto: il resto – le registrazioni non acquisite – sarà conservato nell’archivio del pm e sarà possibile chiederne la distruzione.

TUTELATO IL DIRITTO DI DIFESA

Gli avvocati avranno diritto ad avere copia degli atti ritenuti utili al procedimento, ma dopo il vaglio del gip. Ampliato il tempo (dai 5 giorni previsti in origine, ai 10 giorni, con possibile proroga nei casi più complessi, di cui parla il provvedimento approvato oggi) a disposizione per i difensori per consultare – senza estrarne copia – i verbali di intercettazione. Le conversazioni tra il legale e il suo cliente, nel caso di eventuale intercettazione, non devono essere inserite neanche nei brogliacci di ascolto.

ACCESSO LEGITTIMO DEI GIORNALISTI ALLE ORDINANZE

I giornalisti potranno chiedere ed ottenere copia delle ordinanze del gip, una volta che queste siano state rese note alle parti. Questa norma, prevede la riforma, entrerà in vigore tra un anno.

REGOLE DEFINITE PER L’USO DEI “VIRUS-SPIA”

Il testo disciplina l’uso del captatore informatico: il “virus-spia” nei dispositivi elettronici portatili (quali smartphone e tablet) è consentito ai fini di intercettazione tra presenti in ambito domiciliare solo se si procede per i delitti di criminalità organizzata o terrorismo. Altrimenti, l’uso del Trojan in “casa” è limitato ai casi in cui vi sia un’attività criminosa in atto.

UDIENZA STRALCIO SOLO COME EXTREMA RATIO

Quanto alla cosiddetta “udienza-stralcio”, sarà il giudice, in camera di consiglio senza l’intervento del pm e dei difensori, a decidere sull’acquisizione delle intercettazioni indicate dalle parti, e potrà ordinare anche lo stralcio delle registrazioni e dei verbali di cui è vietata l’utilizzazione. Quando sarà invece “necessario”, la decisione del giudice verrà presa dopo un’udienza a cui pm e avvocati dovranno partecipare.

IN ATTI SOLO BRANI ESSENZIALI

Per tutelare la riservatezza, pm e giudici, nelle richieste e nelle ordinanze di misure cautelari, riporteranno “ove necessario” solo i “brani essenziali” delle intercettazioni: una regola, questa, a cui devono ispirarsi anche le “informative di polizia giudiziaria”.

SEMPLIFICAZIONE INTERCETTAZIONI PER REATI CONTRO LA P.A.

Vengono semplificate le procedure per l’ascolto di conversazioni nel caso di gravi reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Ci devono essere gravi indizi di reato e le intercettazioni devono essere necessarie per procedere nelle indagini. (AGI)

Il ministro Andrea Orlando

Il ministro Andrea Orlando

ORLANDO: «VIA DAI FASCICOLI LE CONVERSAZIONI IRRILEVANTI, VANNO DISTRUTTE»

«Abbiamo, credo, un Paese che utilizza le intercettazioni per contrastare la criminalità e non per alimentare pettegolezzi o distruggere la reputazione di persone che non sono sottoposte a procedimenti penali». Lo ha detto il ministro della Giustzia, Andrea Orlando, al termine del Consiglio dei ministri che ha varato definitivamente il decreto legislativo che riforma lo strumento delle intercettazioni.
«Abbiamo un quadro più chiaro delle procedure mediante le quali vanno tolte dai fascicoli le conversazioni» che «non hanno rilevanza penale: devono essere distrutte. C’è un procedimento di contraddittorio per definire che cosa deve andare nei fascicoli e che cosa no. E ci sono una serie di responsabilita’ in riferimento ai capi degli uffici in ordine alla custodia e alla distruzione di ciò che non è rilevante», ha aggiunto.
«Senza restringere, anzi autorizzando ad intercettare in modo relativamente più agevole nei confronti dei reati contro la P.A.».
«Ci sono una serie di vincoli e divieti che impediscono di utilizzarli come strumento di diffusione di notizie improprie che ledono la personalità di soggetti che talvolta non sono neppure coinvolti nelle indagini», ha spiegato ancora il ministro della Giustizia.
«Noi abbiamo recepito indicazioni che venivano dalle commissioni parlamentari», ha sottolineato Orlando parlando della riforma delle intercettazioni.
«C’è una interlocuzione fra pm e polizia giudiziaria – ha aggiunto il Guardasigilli – per cui alla fine è sempre il pm il dominus dell’attività di indagine. Mi pare una preoccupazione infondata, anche perché il testo è cambiato nel senso auspicato dall’Anm, anche se non esattamente come richiesto da Anm». (Agi)

I commenti sono chiusi.