PESCARA – “No al carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni”. Il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, lo ha detto intervenendo al convegno sul tema “Processo, diritto di cronaca e diritto all’onore”, organizzato a Pescara dall’Ordine degli Avvocati del capoluogo adriatico, dall’Ordine regionale dei giornalisti e dalla Fondazione “Forum Aterni”.
Tuttavia, ha sottolineato, “se è vero che non bisogna colpevolizzare la stampa, occorre stabilire il perimetro delle regole per consegnare regole definite sulle responsabilità”.
“La materia – ha poi spiegato Legnini – si può sistemare meglio: decidere se è lecito pubblicare le intercettazioni delle ordinanze o meno, ma poi è necessario contestualmente definire obblighi e sanzioni a carico dei soggetti che, a tutti i livelli, vengono meno alla loro responsabilità”. E “risistemare questa materia – ha osservato – non è così complicato, come è chiaro che «l’udienza filtro» non ha funzionato”.
Legnini non ha dubbi: “Nessuna limitazione alle intercettazioni, altrimenti si fanno più danni”. In conclusione per il vice presidente del Csm “bisogna, però, stabilire una volta per tutte cosa pubblicare e cosa no, e assumere poi le responsabilità di ognuno”. (Agi)
Il vice presidente del Csm, Legnini, con i cronisti che pubblicano intercettazioni