ROMA – La delega al governo sulle intercettazioni rappresenta una minaccia per il diritto di cronaca. Nel prendere atto della volontà di non limitare la libertà di stampa e il diritto di cronaca, annunciata dall’onorevole Walter Verini, è auspicabile che vengano adottati atti consequenziali.
Non si tratta di invocare l’impunità e neanche di giustificare eventuali abusi, ma di prendere atto che la rilevanza pubblica di una notizia prescinde dalla rilevanza penale della stessa.
Il dibattito in corso fra le forze politiche conferma che i tentativi di limitare il diritto di cronaca non hanno niente a che vedere con la tutela della riservatezza dei cittadini estranei ai procedimenti penali.
Infatti, puntano unicamente a evitare che vengano resi pubblici comportamenti di esponenti della classe politica che, per quanto non penalmente rilevanti, meriterebbero comunque di essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica.
La condivisibile esigenza di tutelare la riservatezza delle persone non può giustificare alcuna forma di bavaglio, ma deve tenere conto del fatto che chi riveste una carica pubblica deve accettarne onori e oneri, a cominciare da una privacy attenuata rispetto a quella dei cittadini comuni.
Per questa ragione è auspicabile che il confronto sia ampio e che venga abbandonata la scorciatoia della legge delega.
Raffaele Lorusso
Segretario Fnsi