NOVARA – «Nell’immaginario collettivo l’Intelligenza Artificiale è quella conosciuta nel film “Blade Runner” con la scienza in grado di costruire un universo parallelo con robot così umani da confondere gli stessi che li hanno creati». Concludendo i lavori del convegno su “Intelligenza Artificiale: quali sfide? Quale deontologia?”, nel Salone Maddalena della Curia Vescovile di Novara, il presidente del nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione, Lorenzo Del Boca, ha ricordato che «in realtà i programmi dei computer dei ragazzini che giocano a tennis con uno schermo televisivo o che sfidano la App agli scacchi hanno già aperto le porte a un diverso modo di vivere».
A coordinare i lavori del convegno, organizzato nell’ambito degli eventi di alta formazione professionale della Figec Cisal con l’ente terzo InformaGiovani ETS, è stato Gianfranco Quaglia, presidente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e presidente della società editrice “Stampa Diocesana Novarese”, sottolineando che «le questioni che riguardano il mondo della cosiddetta Intelligenza Artificiale sono urgenti e non si possono rifiutare i risultati che la tecnologia propone. Anzi: serve accogliere gli elementi positivi che migliorano la vita e il lavoro. Tuttavia, non tutto è buono e, per questo, non tutto è utile. Occorre comprendere le potenzialità delle proposte ed essere in grado di gestirle come protagonisti attivi e non come oggetti che subiscono».
Ricordando che «un chirurgo è in grado di intervenire su un paziente che, magari, sta in un letto in un altro continente», Del Boca ha evidenziato che «la tecnologia consente di operare con precisione milli-millimetrica indipendentemente dai luoghi e dagli spazi. Come già avvenuto con la clonazione della pecora Dolly, sarà possibile immaginare analoga operazione con l’uomo. Perché no? Non sarà difficile riuscire a trapiantare un cervello. O sostituire pensieri prendendoli da una virtuale biblioteca di memorie. È accettabile? La scienza sarà in condizione di assicurare il concepimento di un bambino biondo piuttosto bruno, destinato a primeggiare nel calcio o nei calcoli infinitesimali, con un algoritmo incorporato che lo mette nelle condizioni di parlare tre o quattro lingue oppure progettato per nuotare come un pesce. Secondo i desideri dei genitori. Possibile? Perciò – ha detto ancora il presidente della Figec Cisal – il problema dell’Intelligenza Artificiale è prima di tutto etico. Cosa si può accogliere (persino con entusiasmo) e cosa va rifiutato (senza se e senza ma). Deve intervenire la legge che, purtroppo, arriva sempre dopo-domani quando serviva per l’altro-ieri. Dicono che i Parlamenti (europeo e nazionale) potranno definire un disegno entro il 2030 che equivale a un tempo siderale. Per questo, è utile parlarne in modo da conoscere i fenomeni tempestivamente in modo da far sentire una pressione morale su quanti devono decidere e che si stanno già prendendo in troppe chiacchiere».
A soffermarsi sull’attenzione che la Figec Cisal dedica all’alta formazione professionale è stato il segretario generale Carlo Parisi, direttore di Giornalisti Italia, ricordando che «la frammentazione del settore editoriale, nel quale i giornalisti non sono più gli unici titolari del canale informativo, impone un ragionamento complessivo sulle nuove figure professionali legate al mondo del web e le nuove tecnologie che in parte aiutano e in parte sostituiscono il lavoro umano, come appunto l’Intelligenza Artificiale».
«È chiaro – ha sottolineato Parisi – che l’Intelligenza Artificiale ha aperto orizzonti fondamentali per lo sviluppo tecnologico e produttivo, con enormi vantaggi soprattutto in tema ambientale, energetico e sanitario, ma ha un rovescio della medaglia non trascurabile in tema di economia e impatto sociale. Fermare il progresso è impossibile, oltre che sbagliato perché non farebbe altro che favorire la ricerca illegale, ma è dovere di tutti prendere atto che l’evoluzione digitale coinvolge ogni ambito della nostra quotidianità ed è, pertanto, di fondamentale importanza porre attenzione al cambiamento e contribuire a definirlo».
Il segretario generale della Figec Cisal ha, quindi, sottolineato che «occorrono regole certe che tutelino le opere d’ingegno e il diritto d’autore e impediscano la creazione e proliferazione di fake news. Senza contare che attualmente la rete è dominata delle cinque grandi multinazionali dell’IT indicate dall’acronimo Gafam (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) che potrebbero ridursi o allearsi con il concreto rischio di annientare il pluralismo, favorire il pensiero unico e, di conseguenza, diffondere un’informazione piegata agli interessi dominanti».
Stefano Biolchini (giornalista del Sole 24 Ore e componente della Giunta esecutiva Figec Cisal) ha focalizzato il suo intervento su “Luci e ombre dell’Intelligenza Artificiale anche a seguito del lancio, poche settimane fa, di Open AI 01”. In particolare, l’incontro novarese è stato l’occasione per fare il punto sulle novità del nuovo modello più adatto ad approfondire e assolvere compiti di ragionamento ben più complessi rispetto a quelli fin qui risolti dai precedenti Neural Network, grazie – ha spiegato Biolchini – a un «processo graduale di ragionamento di tipo logico».
Tra gli ambiti culturali di applicazione della AI, Biolchini ha affrontato le casistiche dei settori editoria, narrativa, restauro, archivistica, museale, d’expertise storico-artistico. Quanto ai rischi correlati all’output di ri-elaborazione, ha trattato le problematiche in tema di «manipolazione delle fonti; manipolazione delle coscienze e polarizzazione dell’opinione pubblica; diffusione di fake (news, foto, video etc.); minacce al processo decisionale e democratico; manipolazione dell’agenda setting; impossibilità di ricostruire i percorsi e l’origine di dati e informazioni essenzialmente assemblate; mancato rispetto del copyright e diritto d’autore; enormità degli investimenti con player quasi unici Usa e Cina; mancata diffusione tra il grande pubblico; uso prettamente professionale e con connotazione fortemente elitaria ed elitistica; enorme consumo energetico; messa a rischio di numerosi posti di lavoro (4 milioni solo in Italia nei prossimi 10 anni, come da previsione del Nobel prize Robert Shiller)».
Andrea Bulgarelli (componente della Giunta esecutiva Figec Cisal e coordinatore della Carta di Trieste sull’Intelligenza Artificiale), dal canto suo ha ricordato che «l’Intelligenza artificiale (Ia) deve essere un coadiuvante e non un sostituto del lavoro dell’uomo. È impensabile poter assistere a un algoritmo che si sostituisce ai giornalisti, creando articoli frutto del copia/incolla di testi in cui è stato calpestato il diritto d’autore».
«L’entrata in vigore a inizio agosto dell’Ai Act dell’Unione Europea – ha spiegato Bulgarelli – presuppone due anni di tempo prima della sua effettiva operatività. A livello nazionale nelle ultime settimane i leader del centrodestra italiano hanno posto la necessità di una riforma parlamentare del settore dell’editoria che auspichiamo coinvolga tutte le forze politiche. È da oltre sessant’anni che manca un aggiornamento delle norme che sovrintendono al comparto dell’informazione. Nella giungla dei social, infatti, assistiamo a timidi passi indietro in tema di minori, dopo più di un lustro di indigestione di dati che ha consentito di violentare la nostra privacy senza chiedere il permesso».
«La scienza e la ricerca – ha detto ancora Bulgarelli – sono fondamentali per la crescita della nostra società, ma in passato abbiamo visto i limiti dell’etica di alcuni scienziati. Faccio il semplice esempio della bomba atomica: ancora oggi siamo ostaggio di quest’arma micidiale in mano alla super potenze. Non vorremmo che l’Intelligenza artificiale andasse, se non normata, a mettere nuovamente sul piedistallo solo alcune nazioni – e in questo caso ci sono sempre gli Stati Uniti, la Cina e la Russia in vetta per voracità algoritmica – già con in mano le redini del web e delle sue diramazioni».
Bulgarelli ha, quindi, ricordato che «a Trieste, assieme ad esperti di vari settori, abbiamo elaborato all’interno dell’Associazione culturale Studium Fidei, la “Carta di Trieste per l’Intelligenza artificiale nella società” prendendo in esame varie aree del vissuto odierno, dall’educazione alla comunicazione, dall’economia alla medicina, dalla vita sociale alla relazione tra i popoli, per sottolineare il primato dell’umano sull’artificiale, senza con ciò voler stigmatizzare tale opportunità.
Dai colloqui dello Studium Fidei è scaturito un utile strumento di regolamentazione etica e giuridica per il retto uso di questa opportunità, al fine di salvaguardare l’umanesimo etico degli algoritmi che sono i propulsori dell’Intelligenza artificiale».
Preziosi contributi al dibattito sono stati offerti anche da Alessandro Galimberti, giornalista del Sole 24 Ore e consigliere nazionale della Figec Cisal, che si è soffermato sugli aspetti legislativi e legali di una materia per molti aspetti ancora da normare. A coordinare la macchina organizzativa è stato Paolo Usellini, fiduciario della Figec Cisal di Novara, soddisfatto dal vivo interesse suscitato dall’evento su temi – è stato il commento di molti – concreti e complessi, ma soprattutto trattati con la semplicità che dovrebbe caratterizzare chi è deputato a far comprendere al grande pubblico che, per tanti aspetti, il futuro ha già superato anche la più fervida immaginazione. (giornalistitalia.it)