BOLOGNA – Insultato e minacciato dal titolare di un pub: è accaduto, a Bologna, al giornalista di Repubblica, Valerio Lo Muzio. Oggetto degli attacchi di Mattia Florulli, proprietario dell’Halloween, anche il pm Antonello Gustapane, che lunedì scorso ha archiviato la querela per diffamazione a mezzo stampa, violenza privata, molestia e disturbo alle persone e diffusione di riprese e registrazioni fraudolente presentata dal ristoratore negazionista contro il cronista.
Tutto era nato dopo un servizio del giornalista che raccontava, sulle pagine del quotidiano targato Gedi, quanto accaduto all’interno del locale di Florulli che aveva aderito all’iniziativa “Io apro” con diversi avventori che, all’interno del pub, violavano palesemente le norme anti-Covid.
«Avevamo denunciato il giornalista Valerio Lo Muzio per essere entrato in modo illegittimo nel pub in una delle nostre serate di disobbedienza – afferma Florulli attraverso Facebook –. Questo pm Gustapane ha deciso di archiviare la querela: c’è una copertura politica. Il pm Gustapane non è in grado di fare il suo lavoro, c’è qualcosa sotto, c’è volontà di proteggere questo giornalista. Faremo opposizione. Non ci fermiamo, non ce ne frega un c…. Ora andiamo a vedere chi c… o è questo pm Antonello Gustapane, a chi è legato, iniziamo spulciare bene le sue carte, iniziamo a sputtanarli un pochino».
«Questo pm – prosegue Florulli – non è proprio in grado, ne troveremo un altro. Vedremo se riusciremo a portare alla sbarra questo bastardo, questo che non è un giornalista ma un grandissimo pezzo di m…a che lucra sulle disgrazie altrui, provocando volontariamente le persone e sperando in una reazione: che non è avvenuta sennò non sarebbe tornato a casa sulle sue gambine il caro Lo Muzio».
«Il pm Gustapane – continua Florulli – evidentemente sarà lo zio di Lo Muzio o Lo Muzio gli avrà chiesto copertura per il suo lavoro politico. Quindi fanculo Gustapane. Se lo beccate in giro per Bologna questo Gustapane due insulti li merita perché questo è un pezzo di m… e così anche Lo Muzio se lo beccate merita gli schiaffi. Era anche ubriaco, e dopo tre birre medie non puoi fare il giornalista. Lo Muzio dovrà probabilmente cambiare città, dovrà iniziare ad avere paura a girare a Bologna. Perché uno così che sputtaniamo a destra e manca quando lo vediamo per strada, e io lo riconosco bene, deve aver paura: non perché lo tocchiamo ma perché saranno gli altri a insultarlo e denigrarlo. Fa una figura meschina da cane, un povero cane, anzi peggio, il mio cane è meglio».
«Questi omuncoli prima o poi dovranno pagare – conclude il titolare del pub nel video pubblicato sul social –: Merola, il questore, l’apparato, la prefettura… Ci dovranno cedere qualche proprietà, la villa di Merola sui colli me la prendo io volentieri…».
«Ancora una volta – interviene l’Associazione della stampa dell’Emilia-Romagna, esprimendo solidarietà a Lo Muzio – un giornalista è stato insultato e minacciato solo perché ha fatto il proprio lavoro di cronista. È ora di dire basta. Ed è ora che la politica, a Bologna, dove continuano ad avvenire questi episodi, prenda una posizione chiara e decisa contro chi cerca di imbavagliare la libertà di stampa: da chi governa la città a chi si candida a farlo, fino ai parlamentari».
Insomma «la decisione del pm è stata l’innesco per altri insulti e minacce – incalza l’Aser – che non sono tollerabili in nessun Paese civile. Chiediamo quindi al sindaco Virginio Merola, ai candidati alle primarie e a tutti i parlamentari bolognesi di esprimersi pubblicamente una volta per tutte contro chi minaccia i giornalisti e la libertà di stampa. Troppo facile chiamare i cronisti solo quando si sente l’esigenza di finire con le proprie dichiarazioni su giornali, siti internet, televisioni o radio. Adesso la categoria ha bisogno di un segnale da parte della politica. Speriamo che arrivi». (giornalistitalia.it)
Il ristoratore negazionista di Bologna attacca sui social anche il pm Antonello Gustapane