ROMA – “Più tutele per chi fa informazione ed è guardiano della democrazia. Vogliamo che dal primo gennaio 2020, anche i comunicatori professionali, sia in ambito privato che pubblico, siano iscritti all’Inpgi, così come quelli che operano presso le pubbliche amministrazioni”. Massimiliano Capitanio, deputato della Lega, spiega così l’emendamento al Decretone (di cui è primo firmatario) all’esame delle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera.
“Stesso discorso – sottolinea Capitanio – anche per chi svolge attività, anche di natura tecnico informatica, inerenti la produzione, il confezionamento o la fruibilità di contenuti a carattere informativo diffusi sul web o su altro canale multimediale. La politica ha il dovere di difendere i giornalisti, baluardo della libera informazione”.
“Per questo – spiega il parlamentare leghista – la Lega ha presentato un emendamento al Decretone – che recupera una proposta avanzata nella Manovra – per sostenere la categoria anche con la tutela dell’Inpgi”.
Nella stessa direzione va l’emendamento che chiede il giusto riconoscimento di chi svolge la professione nella pubblica amministrazione. Allo stesso tempo è doveroso garantire anche un equo sostegno all’editoria cartacea e radiotelevisiva, con un’attenzione particolare all’editoria locale, fondamentali ai fini di un’informazione completa e pluralista”.
Con il provvedimento, dal 2020 i comunicatori dipendenti sarebbero iscritti alla gestione principale dell’Inpgi ed i lavoratori autonomi alla gestione separata. La norma prevede specifiche tutele di adeguatezza delle prestazioni, senza modifiche nella struttura della contribuzione e dei requisiti rispetto alla forma previdenziale di provenienza.
Una proposta che il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, aveva anticipato annunciando che “sull’Inpgi dobbiamo mettere in campo una soluzione come Governo. Stiamo attenzionando e vogliamo trovare una soluzione fin da oggi”.
“Come Lega – ha aggiunto – stiamo portando avanti un emendamento che possa dare respiro a questa cassa previdenziale che oggi è in netta crisi. Vediamo di trovare una soluzione adeguata. Speriamo, nel tavolo di governo, di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, spero anche in questo Decretone per la famosa cassa dell’Inpgi”.
Ampliare, dunque, la platea degli iscritti all’Inpgi includendovi dal 2020 anche i comunicatori professionali, sia in ambito pubblico che privato, nonché coloro che svolgono attività, anche di natura tecnico-informatica, inerente la produzione, il confezionamento o la fruibilità di contenuti a carattere informativo diffusi sul web o su altro canale multimediale.
Nel caso di lavoro autonomo l’iscrizione prevista sarebbe alla gestione separata dell’Inpgi, come già avviene per i giornalisti. In caso di lavoro subordinato, l’iscrizione avverrebbe limitatamente alle assicurazioni per invalidità, vecchiaia e superstiti e, se dovute, a quelle per disoccupazione e assegno nucleo familiare. (giornalistitalia.it)
Macelloni (giornalisti): “Comprese perfettamente le difficoltà dell’Istituto”
“Apprezziamo molto il lavoro del sottosegretario Claudio Durigon, che ha perfettamente capito qual è la realtà della situazione dell’Inpgi, che è in crisi per le difficoltà del settore dell’editoria. Speriamo si possa ottenere a breve la soluzione prospettata”, ossia il varo di una norma per “l’ampliamento della platea degli iscritti alle figure professionali che ruotano intorno al mondo allargato della comunicazione e dell’informazione, che oggi l’Istituto non riesce ad intercettare, e che non rientrano nel lavoro giornalistico vero e proprio”.
Così Marina Macelloni, presidente dell’Inpgi, commenta all’Ansa le parole del sottosegretario al Lavoro, che ha confermato l’intenzione di voler “studiare una soluzione” per l’Istituto pensionistico dei giornalisti, con un “emendamento della Lega al Decretone” contenente le norme sul reddito di cittadinanza, all’esame della Camera.
Macelloni ricorda, poi, l’attuale “grave” situazione della Gestione principale dell’Istituto che riunisce i lavoratori dipendenti (l’Inpgi 1, ndr): “Gli iscritti sono attualmente 35.000, però i contratti di lavoro attivi, quelli, cioè, che comportano il versamento dei contributi, sono 15.000. Nel frattempo ci sono circa 7.000 colleghi tutelati da ammortizzatori sociali pagati dall’Inpgi. Ecco perché auspichiamo venga trovata presto una soluzione”.
Anedda (commercialisti): “Si esalta l’autonomia della previdenza privata”
“Plaudo alla presa di posizione assunta dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, volta ad appoggiare l’iniziativa dell’Inpgi di ampliare la platea dei propri iscritti, mostrando grande attenzione alla responsabilità dell’Ente di individuare soluzioni che permettano di superare le proprie difficoltà finanziarie derivanti dalla crisi del sistema editoriale”.
Lo afferma il presidente della Cassa previdenziale professionale dei dottori commercialisti (Cnpadc), Walter Anedda, convinto che tale “soluzione” possa “esaltare la autonoma capacità del sistema previdenziale privato di garantire la sostenibilità di lungo termine senza dover pesare sui conti dello Stato, diversamente da quanto è accaduto per molti fondi previdenziali del settore pubblico”.
Luciano (avvocati): “Operazione intelligente per il bene del sistema-Paese”
“L’operazione che vuol realizzare il sottosegretario Claudio Durigon”, fissando con una norma l’allargamento della platea degli associati all’Inpgi ad altre figure professionali che lavorano nel mondo della comunicazione e dell’informazione, “è molto intelligente. Lo esortiamo a portarla avanti, per il bene non soltanto della previdenza privata, ma del sistema-Paese”. A dirlo il presidente di Cassa forense (l’Ente degli avvocati), Nunzio Luciano.
Stallone (biologi): “L’ampliamento della platea è utile anche ad altri Enti”
Un atto di “sensibilità”, ma “soprattutto di conoscenza approfondita delle regole che governano il sistema delle Casse di previdenza, arriva dal sottosegretario Claudio Durigon, che appoggia la misura volta ad ampliare il numero dei professionisti iscritti all’Inpgi”, perché attraverso “l’affidamento alla responsabilità per una gestione professionale, il riconoscimento indiscusso dell’autonomia delle Casse e la congruità del sistema di gestione previdenziale passa anche il compito di ampliare quantitativamente le platee degli iscritti”.
È quanto esprime Tiziana Stallone, presidente dell’Enpab (Ente previdenziale dei biologi), sostenendo che, “grazie all’impegno del presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, gli Enti potranno beneficiare della possibilità di attuare misure similari per i propri iscritti, collaborando insieme per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani, individuando quelle sacche di professionisti che sfuggono alla tutela dei propri Enti previdenziali per le regole indotte dal mercato del lavoro, che affianca sempre più alla figura ‘classica’ del professionista identificato per l’attività svolta, la figura ‘nuova’ del professionista impegnato in attività più moderne, adeguate ai tempi, ma strettamente collegate alla sua primaria professionalità”.
L’impegno comune delle Casse, incalza Stallone, che è anche vicepresidente dell’Adepp (l’Associazione che ne riunisce 20), “dovrà ora concentrarsi sul binomio professione-previdenza per renderli sempre più sostenibili: la sfida futura sarà di promuovere misure a tutela del lavoro, contro gli effetti negativi sulle contribuzioni derivanti dalle interruzioni dei redditi”.
Poeta (agronomi): “Per superare i problemi legati al mercato del lavoro”
“Sosteniamo la posizione del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon nell’appoggiare l’iniziativa dell’Inpgi per ampliare la platea dei propri iscritti con l’obiettivo di favorire l’individuazione di soluzioni che permettano di superare le difficoltà finanziarie dettate dalla crisi del mercato del lavoro”.
Ad affermarlo il presidente dell’Epap (Ente previdenziale pluricategoriale, che comprende dottori agronomi e forestali, chimici, fisici, attuari e geologi) Stefano Poeta, che loda l’impegno del presidente dell’Inpgi, Maria Macelloni.
Secondo il vertice della Cassa, l’idea proposta dal rappresentante del Governo “non crea oneri sul bilancio dello Stato ed evidenzia come gli Enti di previdenza, con la loro autonomia amministrativa, possano trovare soluzioni che non gravano sui cittadini italiani”.
“Il nostro impegno – conclude Poeta – dovrà esser quello di lavorare, affinché lo stereotipo delle Casse di previdenza come impositori di inutili oneri economici venga rimpiazzato da misure che pongano rimedi agli effetti negativi della crisi dei settori lavorativi e delle frequenti interruzioni di reddito, che colpiscono soprattutto i professionisti più giovani”. (giornalistitalia.it)