ROMA – Il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato gli assestamenti al bilancio dell’esercizio 2018 e quelli di previsione all’esercizio 2019 delle gestioni Principale e Separata dell’Istituto Nazionale di Previdenza deiGiornalisti Italiani. “Un ente – ha osservato il presidente del Collegio Sindacale, Vito Branca – amministrato bene, con criteri di efficienza, prudenza ed economicità, che ha la necessità di uscire da questo blocco”.
Per questi motivi, oggi più che mai, sono necessari unità di intenti e massima collaborazione da parte di quanti credono fermamente nella professione giornalistica. Al cospetto di una crisi editoriale devastante e di una trasformazione del settore che, per molti aspetti – soprattutto nel settore dei nuovi media – non è ancora regolamentata, è infatti indispensabile una seria interlocuzione con il Governo per garantire sostenibilità alle imprese e tutele ai giornalisti.
Una battaglia che, naturalmente, non può ammettere sconti di sorta, ma tolleranza zero nei confronti dei pirati dell’editoria e di tutte le forme di abusivismo ed elusione contributiva e fiscale. Un percorso che ha già visto la Fnsi varare un nuovo contratto di lavoro giornalistico, l’Uspi-Fnsi per la stampa periodica e on line, ed è attivamente impegnata sul fronte degli uffici stampa, i due settori che in prospettiva offrono le maggiori potenzialità di crescita. Percorso che non può più trascurare l’indifferibile necessità di unificare le due gestioni previdenziali dell’ente, potenziare il servizio ispettivo, varare agevolazioni che garantiscano l’emersione del lavoro nero o non correttamente contrattualizzato.
I dati contabili confermano, infatti, le criticità connesse all’andamento della gestione previdenziale, che presenta uno squilibrio di oltre 167 milioni di euro, di poco superiore (circa 2,7 milioni di euro) a quanto stimato in sede previsionale.
Dall’analisi dei fattori che determinano tale squilibrio, tuttavia, si evidenzia che mentre la spesa per prestazioni è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quanto previsto, nel corso dell’anno vi è stata una ulteriore flessione sul fronte delle entrate contributive.
I dati confermano, di fatto, la natura delle tensioni presenti, in particolare, sul fronte dell’occupazione nel settore giornalistico, attraversato ormai in via strutturale da un processo di costante erosione che continua a far registrare un calo dei rapporti di lavoro dipendente (-327 rispetto al 2017), mentre si iniziano ad osservare, sul fronte della spesa per prestazioni, segnali di raffreddamento derivanti dai primi effetti delle misure di contenimento poste in essere nel biennio 2015-2016 nell’ambito del processo di riforma del regime previdenziale dell’Istituto.
Per quanto riguarda l’andamento della gestione patrimoniale, presenta un saldo positivo di oltre 21 milioni di euro e, raffrontata con i valori stimati nel preventivo, conferma la riduzione dei proventi, già attesa nell’anno, in funzione del completamento del processo di conferimento degli immobili al Fondo “Giovanni Amendola”; a questo fattore si aggiunge la contrazione dei proventi del portafoglio mobiliare, a causa, principalmente, della volatilità dei mercati e della riduzione del portafoglio gestito per effetto del reperimento delle risorse necessarie a fare fronte alle esigenze di liquidità dell’ente.
Per quanto riguarda, infine, la componente dei costi di struttura, si registra una sensibile contrazione delle spese in sede di assestamento rispetto a quanto preventivato (-1,8 milioni di euro in valore assoluto, che corrisponde ad una percentuale di riduzione pari circa al 7%) che testimonia – anche attraverso il riscontro contabile – l’efficacia delle scelte adottate dall’ente sia in termini di razionalizzazione dei costi di funzionamento riferiti alle forniture di beni e servizi che della oculata gestione degli assetti organizzativi.
La risultante delle dinamiche determina quindi, in sede di assestamento di esercizio, una stima complessiva che si attesta su un saldo negativo pari a – 175 milioni di euro.
Questa rappresentazione riproduce fedelmente la complessità e la criticità della combinazione dei fattori che compongono l’attuale scenario sostanziale nell’ambito del quale insiste il sistema previdenziale gestito dall’Inpgi, contraddistinto essenzialmente da una traiettoria involutiva dei livelli occupazionali del settore giornalistico, le cui cause risiedono nella crisi ormai strutturale del sistema imprenditoriale dell’informazione e nella fluidità delle trasformazioni in atto nel mondo della professione giornalistica.
È del tutto pacifico, in proposito, anche per gli osservatori meno attenti, come si stia attraversando, negli ultimi anni, una fase di transizione – la cui intensità è senza precedenti, complici i ritmi serrati dei processi di innovazione tecnologica – dei modelli di informazione e comunicazione che permeano il tessuto sociale. Modelli il cui scenario evolutivo presenta, ovviamente, caratteristiche ancora tutte da decifrare, ma in funzione del quale tutti gli operatori dovranno riposizionarsi strategicamente in attuazione di quel principio di “resilienza” che contraddistingue l’attuale periodo storico.
Sulla scorta delle argomentazioni illustrate assume ancora maggiore rilevanza, per l’Istituto, il tema dell’allargamento della platea degli iscritti in quanto fattore decisivo per contribuire al superamento delle criticità rappresentate e garantire l’equilibrio finanziario e la sostenibilità della gestione nel medio-lungo periodo.
Stamane, il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato con 42 voti a favore e 15 contrari il “bilancio di assestamento dell’esercizio 2018 della Gestione Principale”, la “rideterminazione del piano di impiego dei fondi 2018 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione e ripartizione del rischio della Gestione Principale”, il “Bilancio di previsione dell’esercizio 2019 della Gestione Principale” e la “determinazione del piano di impiego dei fondi 2019 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione e ripartizione del rischio della Gestione Principale”. Approvati, inoltre, con 45 voti a favore, 1 contrario e 3 astenuti il “Bilancio di assestamento dell’esercizio 2018 della Gestione Separata”, con 45 voti a favore, 1 contrario e 5 astenuti la “rideterminazione del piano di impiego dei fondi 2018 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione e la destinazione delle somme disponibili con i criteri di individuazione e ripartizione del rischio della Gestione Separata”, con 46 voti a favore, 1 contrario e 5 astenuti il “Bilancio di previsione dell’esercizio 2019 della Gestione Separata” e con 47 voti a favore, 1 contrario e 4 astenuti la “determinazione del piano di impiego dei fondi 2019 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione e ripartizione del rischio della Gestione Separata”. (giornalistitalia.it)
LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE MARINA MACELLONI
Le dinamiche del nostro bilancio sono molto simili a quelle degli anni precedenti. Anzi, dobbiamo registrare un ulteriore peggioramento della gestione previdenziale dovuto a un calo dei ricavi da contributi (-5,19% rispetto al consuntivo 2017) e a un incremento della spesa per pensioni (+3,67%). Nei primi sei mesi del 2018 abbiamo perso oltre 300 rapporti di lavoro attivi che si aggiungono ai circa 3mila persi negli ultimi cinque anni. Si riduce la spesa per ammortizzatori sociali (-23%) ma non possiamo ancora parlare di inversione di tendenza: nessuno oggi può escludere un nuovo ricorso agli stati di crisi se pure calmierato grazie alle novità introdotte con la riforma della legge 416.
Il trend di decrescita dell’industria editoriale non si ferma, non solo in Italia ma in tutto il mondo: siamo di fronte a un settore fortemente permeato dalla digitalizzazione ma che finora non ha avuto nessun beneficio dall’economia digitale, anzi ne è stato travolto con effetti recessivi importanti scaricati in gran parte sul costo del lavoro e quindi sulla tenuta dei conti previdenziali. Alcune novità importanti avranno sicuramente effetti positivi nei prossimi anni. L’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva sul copyright consentirà alle aziende di recuperare almeno in parte ricavi che sono stati dirottati verso gli over the top. In un ambito più domestico il contratto Uspi consentirà l’emersione di nuovo lavoro sia pure a costi più sostenibili. E la riforma dell’Ordine ci restituisce una visione del giornalismo più moderna e aderente alla realtà in grado di intercettare meglio le nuove forme che la nostra professione sta assumendo. Al contrario il taglio delle provvidenze all’editoria potrebbe avere conseguenze negative anche sui nostri bilanci futuri. Tutti i protagonisti del sistema stanno chiedendo a gran voce un tavolo istituzionale serio per discutere una legge di sistema che governi i cambiamenti e li renda meno distruttivi.
In questo contesto il Consiglio di amministrazione, che ringrazio in tutte le sue componenti, ha lavorato con grande serietà e unità al progetto di allargamento della platea contributiva che è al momento la nostra vera sfida. Una sfida che possiamo intraprendere a testa alta visto che abbiamo portato a termine tutto quello che era in nostro potere con le leve di cui disponiamo in autonomia, dalla riforma delle prestazioni al riordino del patrimonio alla revisione completa del regolamento della Gestione separata. Abbiamo contribuito a porre al centro del dibattito di tutti i professionisti europei il tema del lavoro che cambia e di un sistema previdenziale che rischia di non rappresentare più le proprie platee di riferimento.
In questo nostro incessante lavoro abbiamo trovato interlocutori attenti nei Ministeri vigilanti che hanno fin da subito condiviso l’obiettivo di mantenere l’autonomia dell’Istituto. E abbiamo potuto contare sull’appoggio delle parti sociali, Fnsi e Fieg, che hanno fatto della salvaguardia dell’Inpgi una priorità. Continuo a pensare che l’autonomia dell’istituto sia un valore per tutta la categoria e mi auguro che, aldilà delle divisioni su singoli provvedimenti, possa essere l’obiettivo di tutti.
Specchio della crisi del sistema editoriale
Passando all’esame analitico dei dati contabili, si registra l’ennesima conferma della crisi del sistema editoriale nazionale. Le difficoltà delle dinamiche occupazionali sono confermate dall’ulteriore calo dei lavoratori attivi che, già nel primo semestre del 2018, fanno registrare una perdita di poco più di 300 posti di lavoro.
L’andamento della contribuzione obbligatoria – che costituisce la componente che maggiormente risente degli effetti depressivi della crisi economica del settore – registra nell’assestamento 2018 entrate contributive pari a circa 366,6 milioni di euro, in calo di 4,7 milioni pari all’1,26% di quanto preventivato. Per quanto riguarda la contribuzione corrente Ivs, questa sarà nel 2018 pari a 332 milioni di euro, in diminuzione dell’1,19% (-4 milioni). Il ricavo totale assestato – comprensivo di tutte le voci del conto economico – per il 2018, della gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso, ammonta a 390,6 milioni di euro, rispetto a 393 milioni del preventivo.
Rispetto agli importi inizialmente preventivati, l’assestamento quindi continua a registrare una flessione della contribuzione obbligatoria per il continuo calo occupazionale.
Contrazione a cui si aggiunge l’aumento della spesa pensionistica. I titolari di nuovi trattamenti di pensione, a settembre 2018 ammontano a 383 unità (249 diretti – 134 superstiti); il numero dei trattamenti pensionistici diretti è pari a 7.239 (+1,76%), mentre i trattamenti ai superstiti sono pari a 2.332.
La spesa per pensioni Ivs è pari, quindi, a 529,9 milioni di euro, con un incremento dello 0,32% rispetto al preventivo (+ 1,7 milioni). Il costo totale assestato – comprensivo di tutti i costi – per il 2018, della gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso è pari a 557,8 milioni di euro, in lieve aumento (+0,07%) rispetto a quanto indicato nel preventivo.
I dati appena esposti portano nel 2018 l’indice di misurazione del rapporto tra il totale della spesa per prestazioni e le entrate contributive complessive a quota 142,8% rispetto a 132,5% del bilancio consuntivo 2017. Il rapporto, invece, tra le uscite per prestazioni Ivs correnti e le entrate contributive Ivs correnti, nel 2018 è pari a 159,6% rispetto al 150,2% del 2017.
2019: entrate contributive in aumento
Cosa aspettarsi per il 2019. Si preventivano entrate contributive correnti per 363,2 milioni di euro, in crescita (+ 0,88%) per 3,2 milioni rispetto al dato assestato per il 2018. Per quanto riguarda, invece, le entrate contributive correnti a titolo di sola Ivs, si prevede che le stesse saranno pari a 332 milioni di euro; si conferma, così, il dato dell’assestamento. Pertanto, le entrate della gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso per il 2019 ammontano a 392,6 milioni di euro, in aumento dello 0,51% (+ 2 milioni) rispetto all’assestamento 2018.
Le variabili che hanno determinato le stime contributive di cui sopra, derivano dalla dinamica salariale, dall’aumento dei minimi di legge applicabili alle figure di collaboratore e corrispondente previste nel CCNLG Fnsi-Fieg e dall’eventuale rinnovo del CCNL giornalistico. Tuttavia, anche nel 2019 detti effetti saranno neutralizzati dalla riduzione dei rapporti di lavoro in essere e dalla contrazione della massa retributiva imponibile.
Per quanto riguarda la contribuzione relativa agli anni precedenti – derivante principalmente dall’attività ispettiva e dal recupero amministrativo – si stima un volume di accertato pari a 6,450 milioni di euro, di poco inferiore al dato assestato per il 2018.
Ma aumentano anche le pensioni
Sul fronte della spesa pensionistica per Ivs, per il 2019 la previsione è stimata in 545,1 milioni di euro, con un incremento, rispetto all’assestamento 2018 del 2,88% (+ 15,2 milioni).
Tale incremento è stato determinato considerando: la perequazione delle pensioni a regime, l’incremento numerico previsto dai nuovi trattamenti ed infine il rientro a carico dell’Inpgi degli oneri dei prepensionamenti ex articolo 37 della Legge 416/81.
Ammortizzatori sociali in diminuizione
L’analisi della voce di spesa per ammortizzatori sociali – opportuna in un periodo fortemente interessato da questi fenomeni – ci consegna uno scenario in cui la stima dei costi sostenuti per l’assestamento 2018 è pari a 17 milioni, in diminuzione (- 2 milioni) rispetto al preventivo. Questo il dettaglio:
- la spesa per i trattamenti di disoccupazione è pari a 11 milioni, rispetto ai 12 milioni preventivati;
- la spesa per i contratti di solidarietà è pari a 3,5 milioni, rispetto ai 4 milioni preventivati;
- la spesa per la cigs è pari a 2,5 milioni, rispetto ai 3 milioni preventivati.
Nel bilancio di assestamento 2018 si registra pertanto un risultato della gestione previdenziale e assistenziale in negativo per circa 167,1 milioni di euro (derivante dai 390,7 milioni di ricavi a fronte dei 557,8 milioni di uscite) che sale a circa 178,6 milioni nel bilancio di previsione 2019 (dove troviamo circa 392,6 milioni di ricavi e 571,3 milioni di costi).
Gestione patrimoniale: proventi in aumento del 14,96%
Il risultato contabile della gestione patrimoniale previsto per il 2019 è pari a 24,3 milioni, in aumento di 3,2 milioni (+14,96%) rispetto all’assestato, prevalentemente per effetto della stima delle plusvalenze che saranno realizzate a seguito del completamento del conferimento degli immobili al Fondo Immobiliare “Inpgi – Giovanni Amendola”, oltre che per la riduzione della stima del risultato della gestione mobiliare.
Nel dettaglio infatti – per la gestione mobiliare – i proventi stimati per il 2019 sono pari a 22 milioni; dato sostanzialmente in linea con quello dell’assestamento 2018.
I proventi immobiliari registrano un aumento di stima di 4,4 milioni per effetto delle plusvalenze stimate relative al completamento dell’apporto degli immobili di proprietà dell’Istituto al Fondo immobiliare “Inpgi – Giovanni Amendola”.2019: previsto un disavanzo di 181,5 milioni di euro
Per il 2018 si rileva un assestamento del costo per il personale pari a circa 16,7 milioni di euro, in diminuzione del 2,87% rispetto a quanto preventivato. Costi che, tuttavia, scendono a 11,3 milioni grazie ai recuperi da attività gestite dall’Inpgi per conto terzi, pari a 5,4 milioni di euro. Somme che provengono, in gran parte, dai riaccrediti in favore della Gestione principale quale quota dei costi del personale indiretto impiegato in favore della Gestione separata, nonché dai rimborsi per le attività dei servizi amministrativi e di portierato gestiti per conto del Fondo immobiliare “Inpgi – Giovanni Amendola”.
Per quanto riguarda il 2019, è prevedibile un costo del personale pari a 17,2 milioni di euro, con un aumento del 2,72%, per effetto del probabile rinnovo del CCNL in scadenza il 31 dicembre 2018 e per effetto degli eventuali interventi di incentivazione all’esodo.
Per quanto riguarda, pertanto, la gestione del suo complesso, i saldi finali registrano un disavanzo di circa 175,4 milioni di euro nell’assestamento 2018 che sale a circa 181,5 milioni nel preventivo 2019.Marina Macelloni
Presidente dell’Inpgi