A Firenze spiegata la riforma dai vertici dell‘Inpgi con il fiduciario e l’Assostampa

Inpgi, sacrifici e tutele puntando all’inclusione

Da sinistra: Franco Picchiotti, Sandro Bennucci, Marina Macelloni e Mimma Iorio

Da sinistra: Franco Picchiotti, Sandro Bennucci, Marina Macelloni e Mimma Iorio

FIRENZE – “Un’occasione importante, per capire meglio la riforma dell’Inpgi” è stata offerta dall’Associazione Stampa Toscana, ieri nella sede Rai di Firenze, in occasione dell’incontro tra i vertici dell’Istituto di previdenza e tanti giornalisti attivi e pensionati. Per l’Inpgi erano presenti la presidente Marina Macelloni, il direttore generale Mimma Iorio e il funzionario Tommaso Daquanno. Con loro al tavolo il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, che ha voluto l’incontro, e il fiduciario toscano dell’Inpgi Franco Picchiotti.
Marina Macelloni ha ripercorso i punti fondamentali della riforma ricordando, tra l’altro, che dal 1° gennaio 2017 non si andrà più in pensione a 62 anni e 35 anni di contributi, ma il passaggio sarà graduale e soprattutto sono state inserite nella riforma una serie di clausole di salvaguardia per le donne, per i dipendenti di aziende in crisi, per chi è disoccupato.
Numerosi gli interventi, con risposte puntuali dei dirigenti nazionali dell’Inpgi che hanno chiarito anche un tema molto caro ai pensionati: quello del contributo di solidarietà. Alla fine chi prende una pensione fino ai 38 mila euro annui non pagherà nessun contributo di solidarietà, mentre gli altri, secondo gli scagioni di reddito pagheranno dall’1% al 20%, ma aggirandosi la media delle pensioni intorno ai 65 mila euro lordi annui la maggior parte dei pensionati pagherà un contributo di solidarietà intorno a 15 euro al mese.
Il presidente dell’Assostampa Toscana, nel garantire l’appoggio del sindacato, ha assicurato che “l’obiettivo di tutti dev’essere l’allargamento della base contributiva, ossia l’inclusione di tutti coloro che esercitano la professione del giornalista e che sono fuori dal contratto. I sacrifici richiesti ai giornalisti – ha detto Bennucci –  saranno vani se dal confronto Fieg-Fnsi non nascerà la possibilità di dare uno stipendio sicuro e copertura contributiva adeguata a chi oggi lavora per pochi euro a pezzo e non è adeguatamente coperto dal punto di vista previdenziale”. (giornalistitalia.it)

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