ROMA – Inpgi, i conti tornano solo grazie alle plusvalenze immobiliari. La relazione al Parlamento della Corte dei Conti sulla gestione dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” conferma come la profonda crisi del settore editoriale, «che stando ai dati disponibili non accenna ad attenuarsi, stia avendo gravi e preoccupanti riflessi sull’andamento della gestione previdenziale dell’Inpgi».
Nel 2014, infatti, il saldo tra contributi e prestazioni mostra un disavanzo superiore ai 118 milioni (erano 92 nel 2013). La gestione ha chiuso con un avanzo positivo di 17 milioni (41 nel 2013), grazie a proventi straordinari per oltre 110 milioni da ricondurre alle plusvalenze dovute alla cessione del patrimonio immobiliare al fondo immobiliare chiuso “Inpgi Giovanni Amendola”. Al «deteriorarsi della situazione» contribuisce l’articolato sistema di ammortizzatori sociali, come i trattamenti di disoccupazione, i contratti di solidarietà e la cassa integrazione straordinaria.
Nonostante «la consapevolezza della governance dell’Inpgi circa la gravità del quadro venutosi a delineare», di cui sono testimonianza diversi interventi adottati, occorre interrogarsi, secondo la Corte dei Conti «sulla stessa sostenibilità nell’avvenire degli strumenti posti a tutela dei giornalisti, in assenza di più severi interventi intesi ad incrementare le entrate ed a contenere le spese della gestione caratteristica». Tra il 2010 e il 2014, ad esempio, il saldo tra entrate ed uscite per ammortizzatori sociali, positivo nel 2010 per 8,8 milioni è negativo per 16,7 milioni nel 2014.
La Corte sottolinea come il vertice dell’Inpgi abbia elaborato proposte di riforma «che prevedono interventi sulle entrate contributive e misure finalizzate al contenimento della spesa per prestazioni», senza entrate nel merito di queste ultime. Per la gestione principale, in particolare, il rapporto tra iscritti attivi e numero delle pensioni è in calo, passando da 2,11 nel 2013 a 1,91 nel 2014 (era di 2,88 nel 2009).
Gli iscritti in attività sono 15.734 nel 2014, oltre mille unità in meno, di cui 959 professionisti, rispetto all’anno precedente. Il 2014 consolida un’inversione di tendenza registrata dal 2010. I trattamenti pensionistici obbligatori sono aumentati di oltre 2mila unità tra il 2008 e il 2014 (+270 nell’ultimo anno). L’importo medio delle pensioni erogate passa, in un anno, da 56.927 a 57.209 euro.
Quanto al valore di mercato del patrimonio immobiliare di proprietà dell’Inpgi, una stima interna lo fissa in 740,3 milioni a fine 2014. Tra i costi, le spese per il personale sono pari a 16,4 milioni (15,9 nel 2013) mentre diminuisce quella per gli organi (1,3 milioni). (Il Sole 24 Ore)
Marco Mele