REGGIO CALABRIA – Con 100 elettori in più rispetto alle elezioni del 2012, la Calabria è l’unica regione d’Italia ad aver conquistato il diritto ad eleggere un rappresentante in più nel prossimo Consiglio Generale dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.
Lo ricorda Carlo Parisi, consigliere generale uscente e segretario generale aggiunto della Fnsi, che sottolinea l’importanza dell’azione sinergica tra l’Ufficio di Corrispondenza Inpgi ed il Sindacato Giornalisti della Calabria, supportato dall’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria e dal Servizio ispettivo dell’Inpgi con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti e la Consulta Casagit della Calabria.
“Un fondamentale gioco di squadra – fa notare Carlo Parisi – che, al 31 dicembre 2014, ha fatto registrare in Calabria ben 415 rapporti di lavoro dipendente, oltre a 188 co.co.co. stipulati da 46 aziende diverse, per un totale di 603 rapporti di lavoro”.
Alle imminenti elezioni (si vota il 22, 23 e 24 febbraio solo on line dalle 8 alle 22 ed il 27 e 28 febbraio solo al seggio di Reggio Calabria), in Calabria gli elettori attivi aventi diritto al voto (con più di 12 contributi mensili accreditati) della gestione principale sono 489 (rispetto ai 389 del 2012); 55, invece, i pensionati (39 nel 2012); quelli della gestione separata 742.
In totale, su 2647 iscritti all’Ordine dei giornalisti della Calabria, 1502 sono infatti iscritti all’Inpgi (quasi quanti gli iscritti alla Fnsi-Sindacato Giornalisti della Calabria), di cui 641 alla gestione principale (Inpgi 1) e 1167 (comprese le doppie iscrizioni) alla gestione separata (Inpgi 2). I pensionati della gestione principale sono 85. Pertanto, le posizioni previdenziali sono pari al 56,74% degli iscritti all’Ordine.
Dunque, “sono 1502 gli iscritti all’Inpgi in Calabria – conferma Parisi – rispetto ai 1200 del 2012 ed ai 743 del 2008, a testimonianza del serio e paziente lavoro svolto nella regione dagli istituti di categoria nei giornalisti”.
Dati importanti per la Calabria quelli che snocciola il consigliere Inpgi: “Le 21 visite ispettive nel quinquennio 2007-2011, che hanno comportato l’addebito dell’importo di 843mila euro a titolo di contributi dovuti in favore dell’Inpgi 1, azione, questa, che ha dato dignità a tanti giornalisti costretti a lavorare in nero senza alcun riconoscimento previdenziale e assistenziale, in quello successivo (2011-2015) sono salite a 24 (10 ancora in corso) – con un addebito di 390mila 193 euro a favore dell’Inpgi 1 e 34mila 707,14 di quella separata – in aziende editrici di quotidiani, service editoriali, emittenti televisive, aziende on line, agenzie di stampa e pubbliche amministrazioni”.
“I più recenti accertamenti ispettivi – prosegue Parisi – hanno rilevato 30 rapporti di lavoro, formalmente qualificati a vario titolo come collaborazioni da lavoro autonomo, per i quali è stata invece accertata la natura di lavoro dipendente a tutti gli effetti. Sono stati, inoltre, accertati 4 rapporti di collaborazione coordinata e continuativa mascherati da collaborazioni libero professionali.
Le ispezioni hanno, inoltre, rilevato 15 rapporti di lavoro in cui il giornalista, benchè regolarmente assunto e adibito a mansioni giornalistiche, era stato formalmente inquadrato con qualifiche diverse (impiegato, addetto alla programmazione di trasmissioni radio-tv, speaker, grafico editoriale, operatore di ripresa tv, autore testi per programmi radio-tv, ecc.) con pagamento della contribuzione all’Inps o all’Enpals”.
Occorre rilevare che, vista la ripartizione geografica delle ispezioni, che tiene sempre conto della diversa concentrazione delle attività editoriali sul territorio nazionale, il dato riferito alle attività ispettive poste in essere in Calabria continua ad essere superiore al valore risultante dalla media ponderata delle ispezioni che si sarebbero dovute effettuare in questo ambito territoriale in funzione del “peso specifico” delle aziende contribuenti site nella regione.
Se, in materia di tutela e riconoscimento dei diritti dei giornalisti, la Calabria, nonostante la devastante crisi del settore, è tutt’altro che la Cenerentola d’Italia, è anche grazie ad una fondamentale presa di coscienza sindacale dei colleghi che, in una terra di soprusi e di minacce, ha finalmente alzato la testa dicendo basta al lavoro nero e allo sfruttamento sistematico dei giornalisti. Quello “scatto di dignità” più volte invocato da Carlo Parisi si sta traducendo in realtà.
Certo, vista la crisi, “è necessario – incalza il segretario generale aggiunto della Fnsi – l’intervento degli enti pubblici, che devono chiudere i rubinetti alle aziende pirata destinando invece contributi e inserzioni pubblicitarie alle aziende che hanno in organico giornalisti dipendenti, ma soprattutto che pagano i contributi e gli stipendi anche ai collaboratori esterni. Un problema ineludibile, considerata l’esponenziale crescita delle testate on line. Incisiva e senza sconti deve essere l’azione finalizzata a smascherare le imprese fuorilegge e quanti, a vario titolo, ne favoriscono l’azione e la proliferazione distruggendo il mercato con la concorrenza sleale”.
Sul tappeto l’annosa questione dei giornalisti che, sconosciuti all’Inpgi, di fatto costituiscono una presenza abusiva nella categoria, in spregio persino alla legge istitutiva dell’Ordine che ne prevede la cancellazione per inattività professionale.
È sulla qualità dell’informazione che si giocano, insomma, il futuro e la credibilità dell’intero Paese – anche quelli della carta stampata che è tutt’altro che moribonda, ma che va assolutamente ripensata, attraverso una seria riflessione comune – : “Bisogna impedire agli editori senza scrupoli – tira dritto Carlo Parisi – di distruggere definitivamente un settore messo in ginocchio dal crollo del mercato pubblicitario che, tra crisi generale e spending review, ha imposto, tra l’altro, alla pubblica amministrazione di tagliare le risorse destinate alla cosiddetta ‘pubblicità istituzionale’. E sul terreno degli uffici stampa, soprattutto pubblici, si giocano anche fondamentali partite occupazionali e la messa in sicurezza dell’Inpgi”, che – non dimentichiamolo – essendo sostitutivo dell’Inps paga direttamente le pensioni, i trattamenti di disoccupazione e, soprattutto, gli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione). (giornalistitalia.it)
Aventi diritto al voto Inpgi 1
Consiglio Generale Attivi
+100 Calabria 489 (389 nel 2012) consiglieri 2
+ 99 Emilia Romagna 1448 (1349) 2
+73 Campania 1596 (1422) 2
+ 62 Piemonte 1134 (1072) 2
+49 Toscana 1134 (1085) 2
+45 Sicilia 1055 (1010) 2
+37 Puglia 766 (729) 2
+33 Umbria 358 (325) 1
+27 Abruzzo 354 (327) 1
+ 25 Veneto 963 (938) 2
+ 21 Molise 120 (99) 1
+17 Basilicata 175 (158) 1
+ 14 Trentino Alto Adige 598 (584) 2
+ 2 Valle d’Aosta 83 (81) 1
0 Sardegna 457 (457) 1
– 6 Friuli Venezia Giulia 408 (414) 1
-11 Liguria 457 (468) 1
-20 Marche 365 (385) 1
-51 Lazio 5843 (5922) 11
– 106 Lombardia 6687 (6739) 12