BOLZANO – “Non è vero che i giornalisti sono dei privilegiati: pagano da soli le loro pensioni ed il loro sistema di ammortizzatori sociali, senza scaricare il costo sulla fiscalità generale. Il disavanzo fra entrate ed uscite nei conti dell’Inpgi deriva sostanzialmente da una forte crisi dell’occupazione, che ha portato negli ultimi 5 anni alla perdita di oltre tremila posti di lavoro, il 18 per cento dell’occupazione del settore, contro il 3 per cento registrato negli altri settori produttivi del Paese”. Marina Macelloni, presidente dell’Inpgi, non ci sta. A Bolzano, per partecipare alla riunione della Consulta sindacale, coglie l’occasione per esprimere il proprio disappunto sul servizio della trasmissione Report andato in onda, domenica sera, su Raitre.
Riferendosi, in particolare, allo stato di salute dell’Istituto, Marina Macelloni, naturalmente, conferma che “i giornalisti possono andare in pensione di anzianità a 57 anni, ma devono aver maturato almeno 35 anni di contributi e comunque ottengono l’assegno con una decurtazione del 20%, quindi non è una pensione piena”.
Ieri al Circolo della Stampa di Bolzano, ospite del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige, presieduto da Stefan Wallisch, Marina Macelloni ha, quindi, spiegato che l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani sarà impegnato, nei prossimi mesi, a mettere in sicurezza i conti “elaborando un piano di riforma in grado garantire una certa serenità sul lungo periodo. Nel fare questo – ha spiegato – cercheremo di fare in modo che vi sia una forma di solidarietà generazionale, per evitare che ricada tutto sulle spalle dei più giovani”.
La neo presidente dell’Inpgi ha ribadito l’impegno dei Cda a presentare entro l’autunno il disegno di riforma ai Ministeri vigilanti e, entro la fine dell’anno, la dismissione di una parte del patrimonio immobiliare.
“Stiamo valutando – ha detto ancora la Macelloni – alcune misure che potrebbero garantire una sicurezza a lungo termine e mettere al sicuro il patrimonio, come meccanismi di flessibilità in uscita e la revisione dei coefficienti di rendimento finanziario. Ad ogni modo, non dobbiamo illuderci: se non cambiano le condizioni di partenza del mercato occupazionale, sarà difficile riuscire a mantenere i livelli di prestazioni garantiti fino ad oggi. Attualmente ci troviamo nella posizione peggiore, con una diminuzione progressiva del reddito da lavoro ed una crescita continua di quello pensionistico. In futuro, ci dobbiamo aspettare un cambiamento, magari costruendo delle formule per cui chi esce dal mercato del lavoro viene sostituito”.
Insomma, tutte cose che Milena Gabanelli dovrebbe conoscere bene e, di conseguenza, dovrebbe sempre precisare che i soldi per le pensioni dei giornalisti ed il costo degli ammortizzatori sociali non gravano sulle spalle della comunità, ma esclusivamente dei giornalisti. Contrariamente al servizio pubblico della Rai pagato da tutti i contribuenti attraverso il canone. Per fare informazione corretta. (giornalistitalia.it)
Marina Macelloni replica a Report: “Altro che privilegi. Paghiamo tutto di tasca nostra”