MILANO – Chi sostiene che il caso Sopaf ha contribuito a mettere in ulteriore difficoltà i bilanci della Gestione Principale dell’Inpgi (Inpgi 1) dice una colossale bugia.
Gli investimenti fatti sono l’opera intelligente degli amministratori della Gestione Separata (Inpgi 2).
Nel 2009 l’Inpgi 2 decide di investire 30 milioni di euro in quote del Fip (Fondo immobili pubblici) che vengono acquistate dalla Sopaf. L’investimento, in sei anni, ha fruttato 14,5 milioni di euro netti, pari a circa il 7 per cento netto annuo. Un ottimo risultato: complessivamente, il rendimento delle quote Fip alla data del 30 settembre 2015 è stato pari al 54 per cento!
Questa è un’ulteriore conferma dell’oculata gestione degli investimenti da parte dell’Istituto: sia per quanto riguarda la Gestione Inpgi 1, sia nel caso delle quote del Fip acquistate da Inpgi 2. Ma nel caso specifico, nel 2012, dopo la richiesta di fallimento di Sopaf da parte di Unicredit, la magistratura interviene. Il pubblico ministero che indaga contesta, tra gli altri, il reato di truffa per un importo di 7,6 milioni di euro ai dirigenti della Sopaf e al presidente dell’Inpgi. In sostanza il magistrato ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio degli indagati perché ritiene che abbiano danneggiato l’Inpgi. Il dibattimento si aprirà il 21 aprile davanti alla Sezione Penale del Tribunale.
Da mesi si è scritto e detto molto in merito, ed è cominciata una infuocata campagna elettorale da chi invoca una svolta all’Inpgi. I colleghi manettari prima ancora che cominci il processo hanno già emesso la sentenza di colpevolezza nei confronti del presidente dell’Inpgi. Noi, garantisti lo siamo stati e continuiamo ad esserlo.
A chi ogni giorno cita e invoca la Costituzione ci permettiamo di ricordare l’articolo 27 della Carta che dice: “La responsabilità penale è personale”. Comma due: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”. (giornalistitalia.it)
Giovanni Negri