NAPOLI – Il Covid si è portato via uno degli uomini migliori dell’Inpgi: l’avv. Pietro Manetta, dirigente del Servizio Acquisti e Appalti dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani nel quale lavorava da 24 anni. Il 12 febbraio scorso aveva compiuto 55 anni e la sua morte, assurda come quelle che continuano a strappare alla vita giovani e vecchi colpiti dal maledetto virus, è senza dubbio figlia di un atto d’amore.
Pietro, infatti, recentemente era corso a Napoli per assistere l’anziana madre che aveva contratto il Covid e che, nei giorni scorsi, l’ha preceduto nell’ultimo viaggio della sua esistenza terrena. Era molto preoccupato per lei e l’ha assistita con l’amore di un figlio che non esita a restituire alla madre le attenzioni ricevute per tutta la vita senza riserva alcuna. Ma il virus non conosce sentimenti: si è impossessato di lui e dei suoi polmoni. La polmonite ha costretto i medici ad intubarlo, ma stanotte il suo cuore ha cessato di battere lasciando nella disperazione i due figli, la compagna e tutti i colleghi e gli amici che di lui hanno sempre apprezzato la sincera e spontanea napoletanità che con una battuta e un sorriso riesce sempre a spazzare via ogni momento di difficoltà.
Nato a Napoli, Pietro Manetta aveva conseguito la maturità classica con 60/60 e si era laureato in Giurisprudenza all’Università “Federico II” con 110 e lode discutendo una tesi in diritto penale sul delitto di calunnia. Specializzato alla Scuola Notarile di Napoli e alla Scuola di Guido Capuozzi, dopo un master alla Luiss e un corso alla Scuola Superiore di Amministrazione Pubblica e degli Enti Locali, aveva conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.
Dal 1990 al 1997 aveva svolto la libera professione di avvocato occupandosi di contenzioso in materia civile, penale, penale militare, fallimentare e commerciale al Tribunale di Napoli.
All’Inpgi dal 1997, fino al 2005 ha fatto parte dell’Ufficio legale occupandosi prevalentemente del contenzioso in materia immobiliare e contributiva. Dirigente del Servizio Immobiliare Amministrativo e Legale dal 2005 al 2012, nel 2008 ha contribuito a creare il primo fondo immobiliare di sviluppo di proprietà di un ente di previdenza privatizzato, l’Inpgi Hines Fund. Dal 2012 al 2014 è stato dirigente del Servizio Immobiliare Amministrativo e Appalti e dal luglio 2014 era dirigente del Servizio Acquisti e Appalti che ha accorpato l’Area Appalti e il Settore Provveditorato.
Dotato di grandissima intelligenza e altrettanto grande umiltà, Pietro Manetta aveva una vasta cultura umanistica e professionale con la quale riusciva a far sentire piccoli i grandi e grandi i piccoli. Qualità assai rare in ambienti solitamente popolati da squali. Era, insomma, un professionista di altissimo livello, una persona leale, un amico vero e sincero.
Venerdì alle 20.17 mi hai chiamato. Forse avresti voluto salutarmi per l’ultima volta. Non ti ho risposto, ero in viaggio; l’ho fatto il giorno dopo, ma stavolta eri tu a non potermi rispondere. Lunedì il nostro amico Pierluigi Franz mi ha spiegato perchè. Oggi un’altra vera colonna dell’Inpgi, Augusto Moriga, ci ha comunicato che ci hai lasciato per sempre. Grazie per tutto quello che hai fatto per l’Inpgi e, soprattutto, per l’amicizia e i sorrisi che ci hai regalato. (giornalistitalia.it)
Carlo Parisi
Grazie, dott. Parisi.
Nel suo articolo ha colto tutta l’umanità e la disponibilità del nostro grande dirigente, collega e amico. Siamo tutti affranti per la sua perdita, ma continueremo a fare il nostro dovere nel suo nome e con i suoi insegnamenti, sempre con il sorriso.
Una persona buona, sincera, dotato di una generosità unica. Ho avuto l’onore di essere tuo amico, caro Pietro. Tua sorella Ersilia mi teneva informato sull’evoluzione delle tue condizioni che, purtroppo, non volgevano al meglio. Buon viaggio amico mio caro.
Ciao Pietro, ti conobbi quando lavorai in Casagit per un breve periodo molti anni fa. Ti ricordo come una Persona brillante, sensibile, grande professionista, umanamente generoso capace di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Grande partecipazione ai familiari ed amici.
Una morte incredibile, determinata da un atto d’amore. Proprio così, Carlo, e grazie per il bellissimo ritratto che hai fatto di Pietro Manetta. Io l’ho incontrato varie volte, da presidente del Sindacato inquilini dell’Inpgi, quando dirigeva il Servizio immobiliare dell’Istituto e ho sempre apprezzato la sua umanità, la sua disponibilità a trattare, i toni sempre pacati. Un pensiero commosso anche agli affetti che ha lasciato, a cominciare dai suoi due ragazzi.
Ciao Pietro, meraviglioso e sincero amico, compagno di tante iniziative. Ti ricordo con un mare di affetto.
Ciao Pietro, è stato un onore poter lavorare al tuo fianco. Ti ricorderò con affetto.
Ciao Pietro, sei stato un grande amico. Ti ricordo con tanto affetto.
Il primo incontro con Pietro Manetta risale a molti anni fa nel suo ruolo di dirigente Inpgi, ma il suo ricordo per me rimarrà per sempre legato al suo amore per la poesia che ha nutrito non solo come autore ma anche come ideatore del premio nazionale “Esprimere l’inesprimibile” insieme ai soci del Rotary club Tevere di cui era diventato poi anche Presidente.
Un’iniziativa di cui mi parlava con fervore ed alla quale sono stata idealmente vicina. La poesia che accomuna gli uomini per Pietro, sino a trasformarsi in iniziativa di beneficenza e di generosità d’animo, segno distintivo di Pietro e che lo ha guidato anche in quest’ultimo tratto della sua vita, quando è tornato nella sua (anche mia ..) Napoli in aiuto di sua madre colpita dal Covid, rimanendone vittima anch’egli.
Ai figli ed alla compagna le sentite condoglianze del Siai, ed un personale sentito e fraterno grande abbraccio come Pietro avrebbe voluto.
Ho conosciuto Pietro non per motivi professionali, solo ieri ho saputo che non ce l’aveva fatta, non avevo capito la gravità della sua situazione. Un bel ricordo che ben rappresenta Pietro…