ROMA – Il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato, con sole 4 astensioni su 67 componenti, il Bilancio consuntivo 2014 della Gestione Principale e la proposta di destinazione dell’avanzo di gestione. Nella riunione di oggi, il Consiglio Generale ha, inoltre, approvato all’unanimità il Bilancio consuntivo 2014 della Gestione Separata, mentre ha registrato 5 astensioni sulla riclassificazione del budget 2015.
“La fase difficile che vive l’Istituto, aggravata nel corso degli ultimi cinque anni, – ha spiegato nella sua relazione il presidente Andrea Camporese – risulta speculare rispetto ad un mercato del lavoro che ha subito una depressione senza precedenti. La massiccia riduzione degli iscritti attivi, le centinaia di aziende in stato di crisi, la diminuzione della massa retributiva, il forte aumentodi pensionamenti e prepensionamenti, rappresentano tasselli di un quadro che va ricomposto.
Si tratta – ha sottolineato Camporese – di una sfida difficile e imprescindibile che intercetta il quadro normativo generale, i patti contrattuali tra le Parti Sociali, il posizionamento del sistema delle tutele sociali, la protezione dell’opera intellettuale e la struttura stessa della produzione editoriale. Le politiche attive, messe in campo dall’Inpgi e dagli altri attori del sistema, debbono continuare tenendo al centro equità, solidarietà, sostenibilità e responsabilità condivisa”.
Il presidente dell’Inpgi ha reso noto che i rapporti di lavoro rivelati dagli uffici al 31 dicembre 2014 sono stati pari a 15.891, con una diminuzione di ben 1043 unità rispetto a quelli in essere nell’anno precedente (16.934). Si tratta di un dato molto severo che trascina una ulteriore diminuzione contributiva e dimostra che la fase recessiva del settore non può dirsi affatto conclusa.
“Certamente – ha detto ancora Camporese – una parte delle passività deriva da processi di crisi incardinati negli anni precedenti, ma pensare che l’inversione del ciclo economico, di cui si intravedono i primi effetti, possa rappresentare la cura di tutti i mali sarebbe miope”.
Le oltre 250 assunzioni, di cui la maggior parte a tempo indeterminato, registrate alla fine dello scorso anno in virtù degli aggravi contributivi concessi dal fondo presso la Presidenza del Consiglio, rappresentano il primo segnale positivo, anche se largamente insufficiente. Dal 2011 al novembre 2014 sono stati operativi gli sgravi deliberati dal Consiglio d’Amministrazione del’Inpgi che hanno comportato l’assunzione di 574 colleghi. L’impegno dell’ente in questo frangente continua, tuttavia, ad essere molto consistente anche sul fronte degli interventi a sostegno del reddito (la spesa di disoccupazione, cassa integrazione e contratti di solidarietà è salita circa dell’8% rispetto al 2013).
“Il rendimento del patrimonio mobiliare e il graduale conferimento di quello immobiliare ad un fondo detenuto totalmente dall’istituto, hanno fatto registrare, nel corso dell’esercizio in analisi – ha spiegato Camporese – 102,5 milioni di euro di plusvalenze nette, ai quali si aggiungono elementi di efficienza fiscale, legati all’Iva e alla mancata tassazione sulle plusvalenze non distribuite che porteranno ulteriori risparmi nei prossimi anni.
L’efficacia di tutte le misure finora adottate, supportata da una prudente e diversificata gestione patrimoniale dell’Istituto, è testimoniata dalla circostanza che nel 2014 il saldo contabile dell’esercizio presenta un avanzo della gestione pari a circa 17 milioni di euro (24,1 milioni di euro in meno rispetto al 2013). Il positivo dato bilancistico si confronta con un ulteriore aggravamento del rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni che registra una passività di 81,6 milioni di euro, Il miglioramento del dato, rispetto alle previsioni assestate intorno ai 90 milioni di disavanzo, deriva soprattutto da riscatti e ricongiunzioni collegate alla crescita dei pensionamenti.
“Risulta evidente – ha evidenziato il presidente dell’Inpgi – nel rispetto delle norme e per il bene della tenuta del sistema che ancora presenta preziose peculiarità che lo rendono molto più tutelante rispetto a quello generale, che le passività andranno affrontate e ridotte. Il confronto con gli Organi Statutari e con le Parti Sociali non potrà che sfociare in un piano d’azione equo, graduale e responsabile che riporti l’Inpgi in un ambito di serenità. Il patrimonio accantonato, che supera i 2,3 miliardi di euro, non è stato intaccato, nonostante il grave quadro di sistema. Allo stesso tempo non si può pensare di far fronte ad indicatori fondamentali da troppo tempo negativi, semplicemente con l’efficienza degli investimenti che, anche quest’anno, risulta più che buona”.
“È sicuramente possibile – ha detto ancora Andrea Camporese – mantenere trattamenti pensionistici, coperture di ammonizzazione, prestazioni accessorie e specificità categoriali a livelli imparagonabili a quelli del sistema pubblico, pur con una manutenzione del sistema che salvaguardi il patto intergenerazionale. Questa sfida, con le dovute tutele transitorie, insieme a quelle della crescita del mercato del lavoro, può essere affrontata e vinta”.
Dunque, il bilancio evidenzia un avanzo economico di 17 milioni di euro nell’esercizio 2014, nonostante l’aumento della spesa per ammortizzatori sociali e pensioni e una depressione complessiva del settore editoriale che si registra per il sesto anno consecutivo.
Particolarmente brillante il risultato economico complessivo della gestione patrimoniale, che per il 2014 si attesta a circa 45 milioni di euro con un aumento del 6% rispetto al 2013, risultato che dimostra ancora una volta la validità della politica di investimento dell’Ente, ispirata alla diversificazione degli investimenti delle risorse finanziarie interne.
A tal proposito, il rendimento del portafoglio titoli – ai valori di mercato ed al netto dei costi e degli oneri tributari – è risultato pari a 5,97%. Nel comparto immobiliare si conferma, ancora una volta, il valore altamente strategico della costituzione del “Fondo immobiliare Inpgi – Giovanni Amendola”, in cui sta progressivamente confluendo l’intero patrimonio dell’Ente che, nel solo 2014, ha fatto registrare 102,5 milioni di euro di plusvalenze nette, alle quali si aggiungono elementi di efficienza fiscale, legati all’Iva ed alla mancata tassazione sulle plusvalenze non distribuite che porteranno ulteriori risparmi nei prossimi anni.
Anche nella Gestione separata la politica degli investimenti dell’Istituto, orientata alla minimizzazione del rischio, ha permesso di ottenere risultati positivi realizzando un rendimento del portafoglio titoli – ai valori di mercato ed al netto dei costi e degli oneri tributari – pari al 3,55%.
Il perdurare della crisi del sistema dell’informazione ha avuto un effetto negativo sull’occupazione e di conseguenza sul monte contributivo. L’Inpgi ha, infatti, registrato una riduzione di ben 1.043 rapporti di lavoro subordinato rispetto all’anno precedente e un calo della contribuzione Ivs corrente pari a circa 2,8 milioni rispetto al 2013. L’Istituto, tuttavia, continua nella sua attività di welfare integrato con interventi a sostegno del reddito, avendo infatti messo in campo, per il solo 2014, 36,2 milioni di euro (+ 8,1% di spesa per disoccupazione, cassa integrazione e contratti di solidarietà, rispetto al 2013) per gli iscritti privi di occupazione o che vedono significativamente ridotte le loro retribuzioni. (giornalistitalia.it)