ROMA – Bilancio della Gestione Principale dell’Inpgi in profondo rosso. Il risultato economico assestato per il 2020 presenta, infatti, un disavanzo di 253 milioni 390mila 700 euro – in peggioramento di 60milioni 728mila 900 euro rispetto a quanto preventivato – che sarà coperto attraverso l’utilizzo della Riserva tecnica che, nel 2021, risulterà la più bassa mai registrata nella storia dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani: appena 1 anno e 6 mesi.
In pratica, mensilmente si registrano entrate contributive per 26milioni di euro e uscite (pensioni) per 38 milioni di euro, quindi con un saldo negativo di 12 milioni di euro al mese.
Negli ultimi 5 anni si è, così, passati dall’attivo di 9 milioni 410mila euro del 2016 alla curva negativa iniziata nel 2017 (-100milioni 613mila euro) e proseguita nel 2018 (-161milioni e 385mila euro) e nel 2019 (-171milioni e 361mila euro).
La fotografia dello stato di salute dell’Istituto è rappresentata dalla relazione del Collegio sindacale, presieduto da Paolo Reboani (designato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), il quale ricorda che, a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19, il Governo ha concesso alle aziende la facoltà di sospendere i versamenti contributivi fino al 31 maggio 2020. Metà dell’importo può essere pagato in quattro rate da settembre a dicembre 2020, l’altra metà può essere pagata in 24 rate a partire da gennaio 2021.
La pandemia Covid-19, inoltre, influenza il bilancio dell’Inpgi in quanto la crisi economica in corso determina una significativa caduta occupazionale nel settore. Questa situazione è ancora più grave per l’Istituto (vigilato dai ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Economia e delle Finanze) perché accentua il problema di squilibrio strutturale che le risultanze economiche di bilancio attese per il 2020 (e anche per il 2021) chiaramente sottolineano: la perdita di base contributiva, a cui concorrono i continui prepensionamenti di giornalisti dipendenti da aziende in crisi e, in maniera indiretta, la concessione alle aziende della Cigs in deroga con causale Covid. Più in particolare, la crisi del settore editoriale, la sempre maggior quota di lavoratori dipendenti che diventano lavoratori autonomi, le interpretazioni che provengono dai giudizi della magistratura riguardo alla professione di giornalista stanno progressivamente restringendo la platea di coloro che versano alla gestione principale. A ciò si aggiungano le naturali evoluzioni del mercato del lavoro del settore con la sempre maggiore diffusione della digitalizzazione e la frammentazione della tipologia lavorativa.
In tali termini, e dato il quadro di strutturale mutamento che interessa il settore, il Collegio sindacale ha preso atto delle azioni già effettuate dall’Istituto e confermato l’invito all’amministrazione a «proseguire nelle azioni gestionali possibili volte a garantire l’equilibrio finanziario dello stesso, quali, per esempio, il necessario recupero dei crediti in sofferenza, a cui dovrà essere dato grande attenzione. Inoltre, non sono rinviabili, anche in tempi più ravvicinati rispetto a quelli legislativamente previsti, quegli interventi strutturali richiamati dall’articolo 16, comma 2, del decreto legge n. 34/2019, come da ultimo modificato dalla legge n. 77/2020, che intervengano a riorganizzare gli ambiti di intervento dell’Istituto, agendo anzitutto su possibili allargamenti della platea che afferisce all’Istituto». L’analisi più puntuale rappresenta come il conto economico della gestione principale risulti influenzato dall’andamento negativo della gestione previdenziale e dal saldo negativo delle svalutazioni crediti e rettifiche di valore delle attività finanziarie, dai maggiori costi rilevati per le imposte d’esercizio ed, infine, dal risultato della gestione patrimoniale, sia pur positivo, ma in riduzione rispetto al preventivo 2020.
La gestione previdenziale subisce in pieno l’effetto strutturale delle trasformazioni del mercato del lavoro e della pandemia. Essa è, pertanto, rideterminata in assestamento con un saldo negativo di 197milioni 78mila 600 euro, in peggioramento di 8milioni 248mila 200 euro rispetto a quanto preventivato soprattutto per la riduzione dei ricavi per i contributi obbligatori, parzialmente contenuta dalla diminuzione dei costi per le prestazioni obbligatorie, riguardo soprattutto le pensioni. Rispetto al consuntivo 2019, la previsione assestata 2020 peggiora di 43milioni di euro.
Per quanto riguarda l’andamento della gestione IVS, il rapporto tra gli oneri per Pensioni IVS ed i proventi per Contributi IVS correnti risulta essere pari a 169,96 per cento, in peggioramento rispetto al valore del consuntivo 2019, pari a 158,85 per cento.
Nell’ambito dei ricavi della gestione previdenziale, pari a 370milioni 937mila 100 euro si registra una variazione negativa di 13milioni 575mila 500 euro rispetto al preventivo 2020, da ricondurre alla flessione dei contributi obbligatori, stimati in complessivi 356milioni 820mila euro, in riduzione di 12milioni 555mila euro. Rispetto al consuntivo 2019 la previsione assestata 2020 diminuisce di 32milioni 970mila euro.
I costi della gestione previdenziale, pari a 568milioni 15mila 700 euro, risultano in diminuzione di 5milioni 327 mila 300 euro rispetto alle previsioni, rilevando una diminuzione delle Pensioni IVS di 4milioni 532mila euro e una diminuzione degli indennizzi di 957mila euro. Rispetto al consuntivo 2019 la previsione assestata 2020 aumenta di 10milioni 35 mila euro.
La gestione patrimoniale si assesta con un risultato di 3milioni 772mila euro, in diminuzione di 16milioni 739mila euro rispetto al preventivo 2020, per effetto della flessione generale di tutti i ricavi componenti la categoria, con particolare rilevanza a quelli riferiti al portafoglio mobiliare.
Nel dettaglio, nell’ambito dei proventi della gestione patrimoniale, pari a 4milioni 719mila euro, in diminuzione di 16milioni 931mila euro rispetto al preventivo 2020, tra le variazioni di rilievo figurano i minori proventi finanziari della gestione mobiliare per 14milioni 390mila euro, e i minori ricavi per la gestione immobiliare (-2milioni 375mila di euro) a seguito della non prevista plusvalenza da apporto immobili al Fondo “Giovanni Amendola” conseguentemente allo slittamento temporale a data da destinarsi dell’ultimo immobile ancora in gestione diretta.
Gli oneri della gestione patrimoniale, pari a 947mila euro, registrano una previsione assestata in diminuzione di 192mila euro da attribuire, per la gran parte, ai minori oneri stimati della gestione mobiliare, a seguito della razionalizzazione del portafoglio titoli a breve.
I costi di struttura sono pari a 24 milioni 450mila euro e registrano un lieve aumento di 16mila euro, pari allo 0,06 per cento rispetto alle previsioni iniziali. In particolare si evidenzia che:
– i costi per gli Organi dell’Ente previsti registrano un aumento per 3mila euro;
– i costi del Personale sono previsti in diminuzione per 23mila euro;
– i costi per l’acquisizione di beni e servizi registrano un aumento 140mila 700 euro;
– i costi per i servizi resi dalla Fnsi e dalle Associazioni regionali stampa non subiscono variazioni (2 milioni 471mila euro) e una quota di tali costi è stata riaddebitata alla Gestione Previdenziale Separata.
Riguardo ai costi del personale (16 milioni 964mila euro), alla data del 31 agosto 2020 il numero dei dipendenti in forza all’Ente consta di 190 unità (1 direttore generale, 8 dirigenti, 13 quadri, 90 area A, 56 area B, 6 area C, 6 ramo 1R, 9 ramo 2R, 1 giornalista co.co.co), in diminuzione di 6 unità rispetto all’anno 2019 (196 unità).
Il saldo positivo degli altri proventi e oneri ammonta a 6milioni 553mila di euro ed è previsto in aumento rispetto al preventivo 2020 di 353mila euro. Tra gli altri proventi figura l’importo di 4milioni 594 mila euro per il riaddebito alla Gestione Previdenziale Separata dei costi di struttura generali e del personale indiretto, in coerenza con quanto stabilito dal Consiglio di amministrazione a partire dall’anno 2010.
Il saldo negativo delle svalutazioni e rettifiche di valore dell’attività finanziaria ammonta a 16milioni 100mila euro, in peggioramento di 11milioni 100mila euro.
Infine, relativamente alle imposte d’esercizio la somma rilevata di 26milioni 86 mila euro si riferisce per 1milione 332mila euro alle imposte Ires ed Irap correnti e per 24milioni 754mila euro alle imposte degli esercizi precedenti, a seguito dei rilievi effettuati dall’Agenzia delle Entrate, rispetto a quanto finora calcolato dall’Ente con riferimento al calcolo dell’Ires, con conseguente rideterminazione delle imposte riferite agli ultimi cinque esercizi a partire dall’anno d’imposta 2014. Tale ultima somma è composta da 4milioni 820mila euro per l’accertamento con adesione relativo all’imposta Ires riferita all’anno 2014, da 374mila euro per il ricalcolo dell’imposta Ires dell’anno 2019 rideterminata secondo le modalità definite dall’Agenzia dell’entrate ed, infine, da 19milioni 560mila euro per la costituzione di un fondo imposte relativo agli esercizi 2015-2018. Tale importo si ridurrà finanziariamente a 12milioni 835mila euro a seguito del recupero del credito di imposta di 6milioni 725mila euro, presente in bilancio alla data di redazione del bilancio di assestamento. La decisione di aderire all’accertamento sopra evidenziato è stata assunta dal Consiglio di amministrazione l’8 luglio scorso, solo dopo aver ottenuto lo stralcio completo delle somme relative alle sanzioni a seguito della verifica della buona fede nell’operato dell’Inpgi da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La riserva tecnica di cui al D. Lgs. 509/94, integrata dalle disposizioni della legge n. 449/97, prevista dopo la copertura del disavanzo 2020 stimato (-253milioni 390mila euro), ammonta a 1miliardo 132milioni 870 mila euro.
Il Collegio sindacale ha, infine, rilevato che «per quanto riguarda l’obbligo di copertura del patrimonio rispetto alle cinque annualità di pensione, il rapporto tra la Riserva IVS, dopo la copertura del disavanzo e l’annualità di pensione al 31 dicembre 1994, pari a 149milioni 238mila euro, risulterebbe essere di 7,59 anni, mentre il rapporto con l’annualità di pensione corrente, pari a 547milioni 274mila euro, risulterebbe essere di 2 anni e 7 mesi, dato che risulta oggettivamente contenuto».
Il presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, nella sua relazione ha dichiarato che «l’azione di intervento sulle strategie di gestione del patrimonio e sulle politiche di contenimento dei costi di struttura hanno ormai raggiunto i rispettivi apici nella curva di efficienza e, di conseguenza, difficilmente potranno offrire margini di ulteriore miglioramento».
In pratica, per Macelloni, «resta, quindi, essenziale l’attuazione di quel progetto prospettico delineato dal legislatore con il decreto legge n. 34 del 30 aprile 2019, che prevede l’allargamento della platea degli iscritti mediante l’inclusione delle nuove figure professionali che operano nel mondo dell’informazione e della comunicazione, quale unica strategia in grado di riaffermare la centralità del modello della previdenza privata di primo pilastro nell’ambito del sistema delle professioni e di intercettare, al contempo, le tendenze evolutive della professione giornalistica in una contesto socio economico in rapida trasformazione». (giornalistitalia.it)
Stampa Libera e Indipendente: “Un segnale al Governo per salvare l’Inpgi”
Il consigliere di amministrazione Carlo Parisi, nell’annunciare l’astensione di Stampa Libera e Indipendente (Gianluca Boezio, Rosalba Emiliozzi, Vincenzo Lombardo, Michaela Marcaccio, Carlo Parisi, Raffaella Salamina), ha sottolineato che «in un momento drammatico per l’Istituto, come quello attuale, con un profondo rosso di 253 milioni di euro, votare no equivarrebbe a sparare sulla Croce Rossa. Bisogna, invece, mettere da parte pregiudiziali, pregiudizi e vendette personali, per lavorare insieme – maggioranza e opposizioni – con un unico obiettivo: tentare un’azione di salvataggio dell’Inpgi.
Non siamo certo stati eletti per attendere passivamente il commissariamento dell’Istituto con l’eventuale passaggio all’Inps, ma abbiamo l’obbligo di lanciare al Governo un segnale forte e chiaro: un taglio dei costi, a testimonianza del fatto che i sacrifici non debbono farli solo i giornalisti che, con il loro lavoro, hanno garantito l’esistenza di questo Istituto, ma tutti, dagli organi collegiali al personale. Un segnale che deve necessariamente partire da un Consiglio Generale da convocare al più presto per evitare di arrivare al 31 dicembre senza aver presentato al Governo alcuna ipotesi o alternativa finalizzata a scongiurare il commissariamento».
Parisi ha, quindi, ricordato le proposte avanzate nel corso degli anni: dalla riduzione del contenzioso per garantire liquidità all’Istituto e l’immediato riconoscimento dei diritti dei giornalisti (“provvedimento – ha ammesso Marina Macelloni – che forse avremmo dovuto varare prima”), al potenziamento del servizio ispettivo e conseguente azione in tutti i settori, all’unificazione delle due gestioni previdenziali con le opportune clausole di garanzia, ma «soprattutto l’ampliamento della platea contributiva non solo ai comunicatori, ma a tutto il mondo dell’informazione e della comunicazione». (giornalistitalia.it)
Gestione Separata: patrimonio verso i 788 milioni di euro
ROMA – Lo stato di salute della Gestione separata si conferma solido e sostenibile nel lungo periodo. I bilanci di assestamento 2020 e preventivo 2021 mostrano un’attività sempre in crescita sia nei ricavi sia nel numero degli iscritti. Il patrimonio, garanzia delle prestazioni future, aumenta ancora e nel 2021 supererà i 780 milioni.
L’avanzo di gestione previsto per l’anno 2021 è pari a 43,2 milioni di euro, in aumento del 22,43% rispetto ai 35,3 milioni dell’assestamento 2020; il risultato della gestione previdenziale viene stimato per il 2021 in 48,8 milioni, contro i 45 milioni dell’assestamento 2020, in aumento dell’8,31% per gli effetti a regime delle nuove aliquote contributive introdotte dalle modifiche del Regolamento.
Il totale dei contributi obbligatori previsti per il 2021 nella misura di 53,7 milioni di euro presenta un aumento del 5,71% rispetto ai 50,8 milioni di euro del dato assestato nel 2020.
Nell’ambito del numero degli iscritti, alla data di redazione del bilancio, si rileva una crescita pari all’1%, passando dalle 44.013 unità risultanti alla fine dell’anno 2019 alle 44.629 unità al momento di redazione del presente bilancio.
Sul fronte dei costi previdenziali complessivi, si stima per il 2021 un importo di 10,1 milioni di euro, superiore a quanto risulta in assestamento 2020 per 0,2 milioni (+1,84%).
Riguardo le Pensioni IVS, l’onere stimato risulta pari a 3,5 milioni, in aumento di 0.1 milioni rispetto all’assestamento 2020 ( +3,86%).
Il numero dei trattamenti pensionistici diretti alla data di redazione del bilancio è pari a 1.341 unità, (+5%) mentre i trattamenti ai superstiti sono pari a 242 unità.
Le prestazioni assistenziali temporanee ammontano nel preventivo 2021 a 1,2 milioni in linea con l’assestamento 2020.
In virtù del nuovo regolamento risultano stimati inoltre l’onere di 0,4 milioni per i trattamenti di disoccupazione e l’onere per la gestione infortuni per 0,1 milioni, riconosciuti ai co.co.co. ed in linea con l’assestamento 2020.
Per quanto concerne i costi di struttura, si prevedono spese complessive per 5,2 milioni, in lieve diminuzione del 2,40% rispetto al dato assestato 2020 che è stato pari a 5,3 milioni.
All’interno della categoria si evidenzia inoltre l’onere per il riaddebito dei costi indiretti sostenuti dalla Gestione Sostitutiva dell’AGO per conto della Gestione Previdenziale Separata, previsti per il 2021 in 4,7 milioni, in aumento del 2,83% rispetto al valore dell’assestamento 2020.
Pertanto, il patrimonio netto della Gestione Separata che al 31 dicembre 2019 ammontava a 709,8 milioni, passa a 745,1 milioni di euro nell’esercizio 2020, ed a 788,3 milioni nell’esercizio 2021. (giornalistitalia.it)
IL VOTO IN CONSIGLIO GENERALE INPGI
1) Gestione Sostitutiva dell’AGO: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di
amministrazione ha approvato il bilancio di assestamento dell’esercizio 2020.
SI 41, NO 13 ASTENUTI 6
2) Gestione Sostitutiva dell’AGO: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di amministrazione ha approvato la rideterminazione del piano di impiego dei fondi
2020 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione
e ripartizione del rischio.
SI 40, NO 14 ASTENUTI 6
3) Gestione Sostitutiva dell’AGO: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di
amministrazione ha approvato il Bilancio di previsione dell’esercizio 2021.
SI 41, NO 14 ASTENUTI 6
4) Gestione Sostitutiva dell’AGO: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di amministrazione ha approvato la determinazione del piano di impiego dei fondi
2021 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione
e ripartizione del rischio.
SI 41, NO 14 ASTENUTI 6
5) Gestione Separata: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di
amministrazione ha approvato il Bilancio di assestamento dell’esercizio 2020.
SI 38, NO 10 ASTENUTI 8
6) Gestione Separata: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di amministrazione ha approvato la rideterminazione del piano di impiego dei fondi
2020 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione
e ripartizione del rischio.
SI 36, NO 11 ASTENUTI 8
7) Gestione Separata: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di
amministrazione ha approvato il Bilancio di previsione dell’esercizio 2021.
SI 38, NO 11 ASTENUTI 8
8) Gestione Separata: ratifica della delibera con la quale il Consiglio di amministrazione ha approvato la determinazione del piano di impiego dei fondi
2021 e la destinazione delle somme disponibili con i relativi criteri di individuazione
e ripartizione del rischio.
SI 38, NO 11 ASTENUTI 8
9) Ratifica della delibera con la quale il Consiglio di Amministrazione ha approvato il “Documento sulla Politica di Investimento” (D.P.I.) di cui all’art. 3 del Regolamento amministrativo dell’attività relativa agli investimenti mobiliari.
SI 37, NO 11 ASTENUTI 7