BRASILIA (Brasile) – La Polizia federale dello Stato di Amazzonia ha confermato che Rubens Villar Coelho, detto “Colombia”, è stato il mandante dell’omicidio dell’indigenista Bruno Pereira e del giornalista britannico Dom Phillips.
L’uomo, conosciuto come “Colombia”, era stato arrestato a luglio dello scorso anno nel corso delle indagini sul delitto avvenuto il cinque giugno 2022 lungo il fiume Rio do Itacoaí, presso la comunità di Cachoeira, nel municipio de Atalaia do Norte (Stato di Amazzonia).
Scarcerato a ottobre dopo aver pagato una cauzione di 15.000 real (3.000 euro), era stato nuovamente arrestato a dicembre. «Non ho dubbi che Colombia sia il mandante. Abbiamo la prova che ha fornito munizioni e assistenza legale agli esecutori materiali del delitto», ha detto in una conferenza stampa il sovrintendente della Pf, Alexandre Fontes.
Sono almeno otto le persone indagate per possibile partecipazione al duplice omicidio e occultamento di corpi. Tre dei sospetti sono stati rinviati a giudizio lo scorso 22 luglio. Si tratta di Amarildo da Costa Oliveira, noto come Pelado, Jefferson da Silva Lima e Oseney da Costa de Oliveira, noto come Dos Santos.
La decisione di mandare i tre a processo da parte del giudice federale del tribunale di Tabatinga (Amazzonia), Fabiano Verli era stata rapida: appena 24 ore dopo la richiesta della procura. «Abbiamo due confessioni credibili, foto, e resti mortali che sono stati ritrovati solo dalle indicazioni degli imputati. Abbiamo testimonianze accurate, informative e documenti tutti convergenti verso gli imputati», aveva scritto Verli nella sua decisione.
Il luogo del ritrovamento dei corpi era stato indicato dallo stesso Amarildo da Costa Oliveira, reo confesso dell’omicidio, che ha ammesso di aver «sparato a morte» su Pereira e Phillips e di aver “bruciato e seppellito i corpi».
Dopo il recupero, la task force coordinata della Pf ha concluso come «le perizie di genetica forense, sui campioni biologici prelevati dai resti hanno indicato la presenza di 2 profili genetici che, in linea con le analisi di odontoiatria forense, antropologia forense e papilloscopia, ha confermato trattarsi dei resti di Dom Phillips e Bruno Pereira. Il lavoro degli esperti dell’Istituto nazionale di criminalistica proseguirà con l’analisi delle ulteriori tracce raccolte», si leggeva in una nota.
Un precedente rapporto degli esperti della scientifica della polizia, divulgato il 18 giugno, aveva indicato che Pereira e Phillips sono stati uccisi con fucili caricati con munizioni da caccia (pallini). Le analisi forensi hanno rivelato che Pereira è stato colpito da tre colpi, due al petto e uno alla testa, mentre Phillips è stato colpito una volta al petto.
Lo scorso 20 giugno la polizia ha anche recuperato la barca su cui viaggiavano Pereira e Phillips quando sono stati uccisi. L’operazione di recupero è avvenuta lungo il fiume Rio do Itacoaí, presso la comunità di Cachoeira, nel municipio di Atalaia do Norte (Stato di Amazzonia).
Il motoscafo si trovava a una profondità di circa venti metri a trenta metri dalla sponda destra del fiume, dove è stato affondato con l’utilizzo di sei sacchi di sabbia. Recuperato anche il motore e quattro tamburi di proprietà di Pereira.
La Polizia federale, titolare del caso, ha riferito che la barca sarà sottoposta, nei prossimi giorni, ai necessari accertamenti forensi per cercare di ricostruire con maggiore precisione possibile l’omicidio.
Il movente del delitto non è ancora chiaro, ma la polizia sta indagando principalmente su due piste: quella della pesca illegale e quella del traffico di droga nella regione. La seconda più grande terra indigena del paese, Vale do Javari è teatro di conflitti endemici della regione dell’Amazzonia legati alla presenza di organizzazioni criminali dedite al traffico di droga, al traffico illegale di legname all’estrazione illegale di minerali e oro. (agenzia nova)