Mentre la Rai “si fa carico del caso” si ripropone il vulnus del passaggio dall’Inpgi all’Inps

Inail: “Franco Di Mare persona non tutelata”

Franco Di Mare

ROMA – È “all’attenzione della Rai” il caso sollevato dal giornalista Franco Di Mare che, domenica scorsa nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”, ha denunciato di essere malato (“Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo”) lamentando il “silenzio” di Viale Mazzini davanti alla richiesta dello “stato di servizio”.

Giampaolo Rossi e Roberto Sergio

L’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi hanno, infatti, dichiarato di essere venuti a conoscenza della drammatica vicenda soltanto dopo la denuncia di Franco Di Mare, al quale esprimono «tutta la propria vicinanza umana e assicurano la loro disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto».
Dall’Inail, invece, arriva una nota che, mettendo a nudo i problemi creatisi dopo il passaggio della Gestione Principale dell’Inpgi all’Inps, afferma che «la pratica di malattia professionale per Franco Di Mare, non è bloccata dall’Inail».
«Le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato – spiega l’Inail – sono tutelate solo dall’inizio del 2024, dopo la fine del periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Istituto. 
Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione».
L’Inail spiega «con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto», che «occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.
«L’Istituto – è scritto nella nota dell’Inail – è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail. Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali. Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data».
Per quanto riguarda, nello specifico, Franco Di Mare l’Inail «all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione».
Ma la domanda è: Franco Di Mare ha contratto una “malattia professionale” o è vittima di un “infortunio sul lavoro”? (giornalistitalia.it)

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