C’è chi chiede un nuovo concorso e il Comitato idonei 2015 si chiede: “Perché noi no?” 

In Rai c’è bisogno di giornalisti ma…

ROMA – Dopo l’ennesimo allarme del Cdr Rai sul rischio che, in estate, le testate giornalistiche possano rimanere senza personale, interviene il “Comitato giornalisti idonei concorso Rai 2015” ricordano che si tratta di «un fatto non nuovo, così come non è nuovo l’ostracismo dei vertici aziendali verso l’utilizzo dei giornalisti ritenuti idonei tramite concorsi aperti e pubblici, preferendo – come si evince da diversi segnali interni all’azienda – puntare su un altro, costoso e lungo, concorso».
«Nel frattempo – denuncia il Comitato – la Rai deve anche difendersi in diverse sedi della Giustizia ordinaria e amministrativa dai molteplici ricorsi presentati da quanti ritengono lesi i propri diritti in virtù del riconoscimento di “idonei” tramite selezione pubblica».
La domanda sorge spontanea: perché? «Perché – evidenzia il “Comitato giornalisti idonei concorso Rai 2015” – la Rai, invece di attingere da tutte le graduatorie delle selezioni svolte assumendo giornalisti già ritenuti idonei, preferisce pensare a un altro concorso, costoso, dall’iter lunghissimo e dalla complessa realizzazione? Perché la Rai preferisce portare avanti cause legali che durano anni, e che la vedono spesse volte soccombere, anziché dare accesso e stabilità lavorativa a giornalisti che ha essa stessa ritenuto idonei? Perché la Rai, pur avendo fatto scorrere fino ad esaurimento la graduatoria del concorso 2013 ha scelto di bloccare lo scorrimento della graduatoria 2015 (dopo averla già utilizzata per il doppio delle assunzioni inizialmente previste)?
Perché le istituzioni chiamate a vigilare sul Servizio Pubblico affidato alla Rai non hanno mai ritenuto di intervenire, lasciando all’azienda la possibilità di “scegliere” quale graduatoria far scorrere (e quale no) e soprattutto permettendo uno spreco di risorse economiche, per cause legali e concorsi, di incredibile entità?».
«Queste domande – osserva il il “Comitato giornalisti idonei concorso Rai 2015”  – rimangono, per ora, senza risposta. Di certo il Comitato – difeso dagli avvocati Marco Paramucchi e Francesco Codini – ha fatto un ulteriore passo in avanti per rompere l’ostracismo della Rai nei propri confronti grazie alla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 17 febbraio, con la quale si stabilisce definitivamente l’obbligo, da parte della Rai, di fornire: “I) la pianta organica dei giornalisti Rai, ovvero il libro unico del lavoro, prima delle graduatorie 2013 e 2015; II) la pianta organica dei giornalisti, ovvero il libro unico del lavoro, integrata con le eventuali assunzioni dei vincitori e degli idonei a seguito della pubblicazione della graduatoria 2013 e 2015”.
Trascorsi 30 giorni dalla notifica della sentenza la Rai dovrà, dunque, mostrare le carte dalle quali si potrà evincere la politica delle assunzioni degli ultimi anni. Considerando la reticenza dell’azienda a fornire tale documentazione – si è dovuti arrivare al Consiglio di Stato per ottenere pieno diritto all’accesso –, è teoricamente probabile che siano documenti utili alla causa primaria degli idonei. Soprattutto nel caso si accertassero assunzioni “estranee” rispetto alle graduatorie vigenti».
Il “Comitato giornalisti idonei concorso Rai 2015” sottolinea che «per l’azienda, dunque, si tratta di decidere se assumere alcune decine di giornalisti in modo facile e veloce. Il che non risolverebbe del tutto le carenze delle testate giornalistiche Rai ma di certo permetterebbe all’azienda – e agli italiani che ad essa si affidano per ottenere una informazione di qualità – di trascorrere una estate serena, con personale sufficiente a garantire il servizio pubblico che le è stato affidato.
Allo stesso tempo la cosa chiuderebbe le porte di un contenzioso che, grazie alla sentenza del Consiglio di Stato, rischia di creare molti pruriti e diverse difficoltà a viale Mazzini. Con un colpo solo, insomma, la Rai ha la possibilità di: gestire i piani ferie delle redazioni completando gli organici in modo veloce ed efficiente (assumendo personale già ritenuto “idoneo”), chiudere una serie di costosi contenziosi legali potenzialmente molto rischiosi, spegnere ogni polemica politica sull’utilizzo dei fondi assegnati. La scelta, oggettivamente, sembrerebbe scontata. Ma visto quello che è successo in questi anni non è possibile affidarsi alla pura logica». (giornalistitalia.it)

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